Musicoterapia per bambini prematuri: Ci è pervenuta in questi giorni una notizia interessante avvenuta nella Giornata Mondiale della Prematurità il 17 novembre, dove si apprende che un violinista ha deciso di dedicare parte del proprio tempo libero ad allietare i giorni di degenza dei neonati prematuri della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.
L’iniziativa è stata interamente organizzata dalla coordinatrice infermieristica dell’unità operativa, che ha voluto festeggiare questa ricorrenza in un modo speciale.
Ha voluto cercare un esperto violinista per regalare una giornata speciale a questi bambini. La persona che ha accettato di suonare ha preferito restare anonima, non interessato a nessuna forma pubblicitari ma esclusivamente a regalare la propria musica a questi piccoli grandi guerrieri, come un gesto di amore.
In questo modo ha permesso ai neonati, alle loro famiglie ed al personale ospedaliero di vivere un pomeriggio differente e ricco di emozioni, grazie alla musica classica suonata dal violinista che, camminando tra le salette, ha suonato svariate armoniose melodie e speciali ninna nanne per tutti i presenti.
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Molti sono i progetti dove si utilizza la musicoterapia, ad esempio nella Terapia Intensiva all’Ospedale Civile di Baggiovara la Musicoterapia viene utilizzata per i pazienti ricoverati.
“La musica – spiegato la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile e di Anestesia 2 del Policlinico –è da tempo considerata un’utile ausilio alle terapie perché attiva una stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva che consente di ottenere un maggior beneficio dalle cure. recenti studi hanno dimostrato gli effetti benefici sui pazienti ricoverati in Terapia Intensiva per aiutarli non solo a limitare lo stress delle cure, ma anche e soprattutto per comunicare con loro che vivono in una condizione di isolamento.
“Dove le parole falliscono, parla la musica”, declamava Hans Christian Andersen, poeta di tante fiabe che incantano ancora. E la musica ha sempre parlato nel suo linguaggio universale all’uomo di ogni tempo e luogo, in modi e toni diversi, amica fidata che aiuta, conforta, rigenera. E’ questo l’altissimo valore terapeutico della musica che, a partire dal XVIII secolo, è stato studiato scientificamente in maniera sempre più rigorosa e puntuale.
Dal punto di vista terapeutico, la musica diviene attiva stimolazione per tutti i sensi dell’individuo all’interno della sfera relazionale ed è impiegata in diversi ambiti clinico – assistenziali, come prevenzione, riabilitazione e sostegno. Ci riferiamo a molteplici patologie, quali Alzheimer, demenze, autismo, depressione, ove la musica può essere utilizzata come complemento efficace a certi trattamenti clinici. Recentemente è stata per esempio dimostrata la riduzione del rischio di malattie cardiache in pazienti anziani affetti da demenza.
È difatti risaputo e scientificamente provato come la musica possa essere un toccasana per grandi e piccini, e che le melodie classiche siano in grado di abbassare il livello di stress nei pazienti, regalando pace anche ai bambini venuti al mondo da poche ore.
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