Cacciatori spietati che non si fermano davanti a niente. Basterebbe questo a determinare la diramazione di un divieto di caccia. Ma c’è di più.
Negli ultimi mesi, la caccia ha causato una serie di gravi incidenti, provocati dall’accanimento degli amanti delle attività venatorie. Come il ferimento di un bambino di 10 anni o la mancanza di pietà dinanzi ad animali stremati dal maltempo.
Ecco cosa la caccia sta facendo al nostro Paese e perché è necessario dire basta adesso.
Dolomiti e regioni italiane in ginocchio per il maltempo: diramare divieto di caccia ora
La situazione è grave. Nei giorni scorsi, varie regioni italiane sono state devastate dal maltempo. Come le Dolomiti, dove il vento ha abbattuto migliaia di ettari di foreste, mature e giovani. Ci vorranno decenni per recuperare queste enormi aree boschive. Decenni di interventi di rimboschimento, ma anche di divieto di caccia per i pochi animali superstiti.
All’indomani della sferzata di vento che ha abbattuto le foreste delle Dolomiti, si contano i danni. Tra la vegetazione, ma anche tra la fauna. Migliaia di animali selvatici, tra cui cervi, caprioli, daini, ma anche altra pregiata fauna selvatica, sono rimasti uccisi. In una situazione tanto compromessa, è essenziale diramare il divieto di caccia per questa stagione. Per consentire agli animali superstiti di ripopolare l’area, prepararsi ad affrontare il duro inverno e riadattarsi a un territorio chiaramente ferito. È quanto chiede nel suo appello, ad esempio, Mountain Wilderness, l’organizzazione internazionale fondata nel 1987 da un gruppo internazionale di alpinisti.
Ecco un esempio di quanto è successo nelle scorse settimane:
Cacciatori senza pietà: sparano ad animali stremati dal maltempo
La stessa situazione riguarda la regione Veneto. Qui, la sete di sangue dei cacciatori ha portato a gravissimi casi di bracconaggio. Uccisione di specie protette, in provincia di Padova, o ancora spari contro animali stremati dal maltempo.
“Stanno sparando su animali stremati, sui pochi sopravvissuti a settimane di intense piogge, bombe d’acqua, allagamenti ed esondazioni di fiumi, per non parlare dei 15 milioni di alberi rasi al suolo stimati da Coldiretti è una situazione che richiedeva la chiusura della caccia così come previsto dalla legge”, affermano Andrea Zanoni (PD), Cristina Guarda (AMP) e Patrizia Bartelle (M5S) dell’Intergruppo per la tutela e Conservazione della natura.
I parlamentari si sono infine uniti alle associazioni come LAV (Lega Antivivisezione) Wwf Italia, e altre, che hanno chiesto al governatore Zaia di diramare immediatamente un divieto di caccia, almeno fino quando non verrà rilevata la reale consistenza della fauna selvatica, dopo i disastri climatici.
“Ci auguriamo che in Zaia resti un minimo di legalità e buon senso e che pertanto provveda ad applicare subito e senza ritardo la legge vietando almeno per un’altra settimana la caccia in tutto il Veneto”, hanno concluso i tre dell’Intergruppo.
La caccia nel mondo: una pratica barbarica
Il divieto di caccia dovrebbe riguardare tantissime specie nel mondo che sono messe in pericolo dall’azione dell’uomo. Questo troppo spesso non accade: il lucro, alla fine, vince sempre su tutto.
Vi abbiamo raccontato tante storie simili, purtroppo. Potete approfondire l’argomento con la lettura dei nostri articoli:
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Divieto di caccia: essenziale per proteggere l’uomo dall’uomo
Ma il divieto di caccia non è necessario solo per tutelare gli animali, consentendo loro di riprendersi dai disastri ambientali dei giorni scorsi. È necessario anche per tutelare l’uomo stesso, colpito da gesti insensati di cacciatori privi di scrupoli. Come gli incidenti accaduti ad Alessandria o nelle Marche.
Spari contro una casa in provincia di Alessandria
A Stazzano, in provincia di Alessandria, due palle da cinghiale sono esplose contro un’abitazione, causando il ricovero al Pronto Soccorso, per accertamenti, di una donna incinta.
Tiziana Marenco, che si trovava in casa assieme al marito, spiega:
«All’improvviso ho sentito come un boato e subito ho pensato fosse esplosa la caldaia. Mi si è gelato il sangue perché non capivo cosa stesse succedendo. Pochi secondi dopo ho sentito un altro rumore simile. Dopodiché mi sono accorta che c’erano dei vetri per terra vicino a una finestra di casa».
L’abitazione si trova nei pressi di un bosco dove, in quei giorni, era in corso una battuta di caccia al cinghiale.
La donna, incinta, è stata portata per precauzione al Pronto Soccorso, perché in stato di shock. Un episodio grave, che poteva causare una tragedia.
«Il capo della squadra di cinghialisti – racconta ancora Tiziana – è venuto a scusarsi per l’accaduto. I cacciatori non hanno rispettato la distanza dalle case e la direzione di sparo».
Bambino ferito accidentalmente
Ma i casi di incidenti da caccia non terminano qui. Uno dei più gravi ha interessato un bambino di 10 anni, ferito a Osimo, in provincia di Ancona, nelle Marche.
In circostanze ancora da chiarire, un bambino di 10 anni sarebbe stato colpito di rimbalzo dai pallini di un proiettile esploso contro un muro. Il fatto è di una gravità inaudita. I bambini, infatti, non dovrebbero mai essere coinvolti nell’attività venatoria. A maggior ragione essere messi in pericolo dalla stessa.
Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF chiedono “che siano aumentate le distanze di sparo da abitazioni, luoghi di lavoro, strade e ferrovie, minacciati da armi sempre più potenti; che le carabine non siano affidate a giovani sotto i 25 anni; che i turisti siano liberi di godere le vacanze e dunque che anche nella caccia di selezione i fucili tacciano nei mesi primaverili ed estivi; che il mese di settembre, ormai alta stagione per l’economia basata sul turismo rurale, sia esente da ogni forma di spari”.
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E poi la gente si chiede perchè la NATURA è così arrabiata,perchè gonfia i fiumi ed innonda,perchè cì sono boschi che brucciano,perche cadono i ponti,perche muore della gente??!!Perchè gli idioti continuano andare avanti per una stupida Inerzia(in questo caso,leggi continuano ad andare à caccia);perche per la gente ottusa ed ignorante e vuota dentro quello che succede agli altri è “solo una riga del telegiornale”,amesso che alla sera non russano davanti alla tv,stanchi poveri pirla,che si sono svegliati alle 5H……La maggior parte non li piace neanchè mangiare quello che cacciano(sensi di colpa o demenza?!??),ma ingurgitano il cibo dal supermarket.Avevano ragione i nobili:la caccia non è uno sport per gli ignoranti!
Quand’è che lanciate una petizione per vietare la caccia ?
sarei uno dei primi a firmarla.
Grazie