Glifosato nel caffè: in seguito ad alcuni test effettuati è emerso che nei chicchi di caffè brasiliano e indonesiano i livelli di glifosato sono vicini al limite permesso dalle normative.
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Effetti collaterali glifosato
Sappiamo ormai da tempo, in seguito a molti studi, i danni che provoca il glifosato a livello di salute. E mentre ci sono paesi come l’Austria che lo vietano per legge altri ancora ne incentivano l’uso a aggiungendo nuovi prodotti agrochimici con livelli di tossicità alta. Si parla appunto del Brasile e del governo di Bolsonaro.
Ecco l’elenco di queste pesticidi e le nuove concessioni, volute dal governo Bolsonaro.
Glifosato presente nel caffè
E dopo la pasta e la birra è la volta del caffè.
Si tratta di una scoperta parecchio spiacevole anche per la multinazionale Nestlè che non pensava ci fosse tanto pesticida nella materia prima che produce Nescafè e Nespresso.
La notizia arriva da Bloomberg, dove apprendiamo che l’azienda ha dichiarato:
“Monitoriamo attivamente i residui chimici, incluso il glifosato, nel caffè verde che acquistiamo. Questo programma di monitoraggio ha dimostrato che in alcune forniture i livelli di residui chimici sono vicini ai limiti definiti dalle normative. Stiamo rafforzando i nostri controlli in collaborazione con i fornitori per garantire che il nostro caffè continui a soddisfare le normative in tutto il mondo”.
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I controlli si fanno più serrati per l’Europa, la Malesia e l’Australia dove i limiti consentiti sono molto ristretti rispetto ad altri paesi, ad esempio il Brasile, governato da Bolsonaro, che ha addirittura introdotto ulteriori pesticidi.
I controlli aggiuntivi riguarderebbero principalmente il caffè che viene spedito in Europa, Australia e Malesia, dove i limiti legali sul glifosato sono più severi rispetto alla maggior parte degli altri paesi. Soprattutto di quelli del permissivo Brasile di Bolsonaro.
La dichiarazione fatta da Nestlè però non è volta a contrastare gli erbicidi e i pesticidi, infatti dichiarano:
“I nostri agronomi continueranno a lavorare con i coltivatori di caffè per aiutarli a migliorare le loro pratiche di gestione delle infestanti, compreso l’uso appropriato degli erbicidi e l’adozione di altri metodi di diserbo”.
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