Se l’attenzione globale è focalizzata sull’epidemia di Coronavirus, in America Latina la Dengue, nota anche come febbre spacca ossa o febbre rompi ossa, ha raggiunto il suo massimo storico nel 2019 e la sua diffusione sta crescendo rapidamente negli anni.
Allarmante è la progressione della malattia in Messico, Honduras, Paraguay, Guatemala, Brasile, Colombia, Argentina.
Insomma, si tratta certamente un’emergenza ambientale e sanitaria, in rapida diffusione, tanto che ora anche l’Italia ne sembra interessata, questo perchè la tropicalizzazione del paese sta portando nuove malattie, sconosciute prima in queste aree.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), attualmente un terzo della popolazione mondiale vive in aree di rischio di contatto con zanzare della Dengue e questa percentuale sarebbe destinata a raddoppiare nel 2085.
Dengue in Italia
Al 18 settembre 2023, sono stati confermati 27 casi di Dengue trasmessi localmente in Italia. Questi casi sono stati identificati in tre distinti focolai epidemici, situati in province diverse: Lodi (21 casi confermati), Latina (2 casi) e Roma (4 casi, con esposizioni in diverse parti della città metropolitana di Roma). Al momento, le autorità stanno conducendo indagini epidemiologiche per stabilire eventuali collegamenti tra questi casi.
È importante notare che tutti i casi per i quali se conoscono l’evoluzione clinica sono in fase di guarigione o miglioramento. Nel corso dell’anno, sono stati notificati anche 181 casi di Dengue importati da altri Paesi. Per tenere traccia di queste situazioni, è possibile consultare i dati aggiornati sulla Dengue nella dashboard dedicata, che viene aggiornata settimanalmente.
La trasmissione del virus Dengue in Italia è favorita dalle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione del suo vettore, la zanzara Aedes albopictus, che ormai è diffusa in gran parte dell’Europa. In risposta a questi focolai, sono stato implementate misure di disinfestazione contro le zanzare nelle aree colpite, e nelle zone con trasmissione locale sono state attivate tutte le misure preventive previste per garantire la sicurezza nei trapianti e nelle trasfusioni di sangue.
Nel 2023, oltre all’Italia, sono stati segnalati focolai di Dengue autoctona anche in Francia. Va notato che negli anni precedenti si sono verificati focolai simili in diversi Paesi europei, tra cui Croazia, Francia, Spagna e Italia. La sorveglianza e la gestione di tali focolai rimangono cruciali per prevenire la diffusione della malattia e garantire la salute pubblica.
Trasmissione, tipologie e sintomi della Dengue
La dengue è una malattia virale trasmessa principalmente dalle zanzare, in particolare dalla zanzara Aedes a Egypti e, in alcune regioni, dalla zanzara Aedes albopictus. È una delle malattie tropicali più diffuse al mondo e può causare una vasta gamma di sintomi, dall’infezione asintomatica o lievi a forme gravi che possono mettere a rischio la vita.
Le zanzare Aedes, a differenza delle Anopheles, che trasmettono la Malaria, pungono nelle ore diurne, con un massimo di attività nelle 2 ore successive all’alba e nelle ore che precedono il tramonto.
Un’altra specie di Aedes, l’Aedes albopictus, si adatta a climi temperati e relativamente freddi, sfruttando, per riprodursi, anche piccolissime raccolte di acqua piovana (in barattoli vuoti, sottovasi, vasche ornamentali, pneumatici usati).
La trasmissione avviene attraverso la puntura delle zanzare del genere Aedes, infettate da uno dei quattro sierotipi virali: DEN-1, DEN-2,DEN-3 e DEN-4.
La Dengue classica si manifesta con:
- sensazione di debolezza e stanchezza
- febbre alta
- brividi
- grave cefalea
- dolore con il movimento degli occhi
- fortissimi mal di schiena, gambe e articolazioni
- eruzioni cutanee sul viso
Una volta che questi sintomi si sono risolti, la situazione può migliorare per un giorno circa per poi riavere febbre ed eruzioni cutanee su petto, schiena, braccia e viso.
La Dengue emorragica, ossia la forma più grave, comprende tutti i sintomi della Dengue comune, accompagnati da:
- sanguinamento da naso, bocca, retto
- dolore addominale
- vomito con sangue
- sangue in feci e urina
- eruzioni maculo-papulari simili al morbillo
- tosse
- faringodinia
- petecchie
- collasso circolatorio
- nei peggiori casi decesso
Diagnosi, cura e prevenzione
La diagnosi della malattia avviene attraverso specifici esami di laboratorio, volti alla ricerca di anticorpi specifici (anticorpi lgM-Dengue) e diversi saggi ELISA con gradi di sensibilità e specificità diversi.
La cura può comportare la somministrazione di diverse categorie di farmaci:
- paracetamolo o acetaminofene
- codeina (derivato oppioide con effetto analgesico)
- carbazocromo solfonato sodico (per le forme emorragiche)
- clorochina (con efficacia dubbia sul trattamento della dengue)
- somministrazione di liquidi per endovena per reidratare il soggetto
Attualmente è stato introdotto un nuovo vaccino, dal nome commerciale di Dengvaxia, costituito da virus vivo attenuato, somministrato in 3 dosi a distanza di 6 mesi. L’Agenzia Europea ha approvato il suo uso a partire dai 9 ai 45 anni, mentre la FDA lo ha approvato per individui dai 9 ai 16 anni.
Il vaccino è indicato per chi vive in aree endemiche e può essere somministrato solo a chi ha avuto una precedente infezione da Dengue, confermata da esami di laboratorio.
La prevenzione prevede:
- bonifica delle aree con elevata densità di popolazione
- rispetto delle norme igienico-sanitarie
- rimozione dei rifiuti urbani
- smaltimento delle acque di fogna
- disinfezione
Raccomandazioni per viaggiatori in aree endemiche
I viaggiatori in aree endemiche devono adottare alcuni accorgimenti:
- indossare abiti chiari, con maniche lunghe e pantaloni lunghi che coprono la maggior parte del corpo
- evitare i profumi
- applicare repellenti a base di dimetilftalato sulla cute esposta, ripetendo l’applicazione ogni 2-3 ore
- alloggiare in stanze dotate di aria condizionata o di zanzariere alle finestre, assicurandosi che siano ben chiuse
- spruzzare insetticidi con piretro nelle stanze