La pandemia da Covid-19 ha cambiato notevolmente le nostre abitudini alimentari facendoci riscoprire un diverso vissuto quotidiano e spingendoci ad adattarci al dramma che sta subendo tutto il mondo.
Nei giorni passati confinati a casa, abbiamo acquistato più generi alimentari del solito: 1 italiano su 3 ha fatto la spesa più spesso e acquistato maggiore quantità di cibo rispetto al passato. Un’ansia da bunker quella di fare super scorte, che man mano si è affievolita con il tempo, visto il persistere della pandemia.
Emergono dei dati circa gli acquisti da parte degli italiani, che ovviamente hanno riguardato maggiormente il cibo.
Covid e alimentazione: quali i prodotti più venduti?
Dall’inizio della pandemia l’impennata di generi alimentari venduti ha interessato soprattutto gli ingredienti per preparare dolci come farina (+213%), lievito di birra (+226), mascarpone (+100%), miele (+68%), burro (+86%), zucchero (+55%) e uova (+54%).
Un grande aumento delle vendite ha interessato anche il reparto ortofrutta (+16%). Un segnale che dimostra come gli italiani abbiano seguito i consigli degli esperti, preferendo cibi con un alto contenuto di vitamina B e C. Quindi al via carrelli pieni di arance, kiwi, fragole, insalate, carote e pomodori, broccoli, carciofi e cavolfiori, patate e asparagi.
Un generoso aumento ha poi riguardato anche le conserve rosse di carne (+37%), un trend che sta riscontrando un crescente aumento.
È interessante inoltre notare come sia aumentato molto meno il consumo di olio (+18%), pesce fresco (+ 14% rispetto al +30% della carne) e quello di alcolici (vino +15%, birra +10% ) rispetto allo stesso periodo del 2019. Di quest’ultimi si prevedono però incrementi delle vendite sotto Natale.
Come sono cambiate le abitudini alimentari degli italiani?
Secondo i dati il cambiamento delle abitudini alimentari in pandemia Covid ha riguardato in primis la prima colazione. Un pasto importantissimo e necessario per il corretto risveglio e lucidità del nostro corpo. Un’abitudine che era stata accantonata per colpa dei ritmi frenetici della vita lavorativa.
È inoltre diminuito maggiormente il pranzo fuori casa (50-55% tra studenti e lavoratori) dovuto alla situazione pandemica. Si preferisce in questo modo rimanere con i propri cari e fare un pasto salutare e preparato al momento al posto di cibi fast come panini, piadine e hamburger.
Aumentato vertiginosamente anche il consumo di dolci di famiglia, utilizzando le tradizionali “ricette della nonna” che vedono un po’ tutti come dei provetti chef e pasticceri. A supportare questo dato le views dei siti web di cucina che sono schizzate alle stelle.
Delivery: sì, ma non troppo!
Essendo costretti a rimanere a casa, alcuni di noi hanno preferito l’alternativa Delivery. I recenti dati però attestano che è incrementato il suo utilizzo, ma non come ci si aspettava.
Per risparmio economico la consegna di cibo cucinato a domicilio non ha sfondato: quasi 1 italiano su 2 (48%) dichiara a priori di non volerlo praticare, e per chi invece prevede la possibilità di farsi recapitare a casa del cibo già pronto la spesa delivery è stata fatta meno di una volta a settimana.
Meno cibo nella spazzatura…
Un prezioso dato ha indicato come gli italiani si siano abituati a sprecare di meno: si riutilizza infatti maggiormente il cibo per varie pietanze, limitando al minimo il suo cestinamento in spazzatura. Uno spreco alimentare che in Italia in situazione non-Covid vale più di 15 miliardi di euro l’anno.
A fronte di più acquisti, tra freschi e congelati, la quantità di generi alimentari andata sprecata è stata stimata di soli 430 grammi alla settimana, in linea con l’ultimo rapporto Waste Watcher. Per 6 italiani su 10 quindi nulla è finito nella pattumiera.
Un dato importante e soddisfacente per un problema che attanaglia tutta Europa. Il meno cibo nella spazzatura attesta la capacità di riutilizzo di alcuni prodotti come le conserve dolciarie. Quello che non è finito nella pattumiera, non è di certo andato a collocarsi nel grasso corporeo degli italiani…
Relazione felice con la bilancia dopotutto
Le nuove abitudini alimentari in situazione Covid non hanno molto influito sul peso. La maggior parte degli italiani, a fronte di una vita piuttosto sedentaria, ha conservato mediamente lo stesso peso di partenza. In particolare questo dato riguarda 4 italiani su 10. Per gli altri 6 c’è stato un aumento di peso di soli 2 kg.
Merito soprattutto della cucina mediterranea, che consente un giusto apporto calorico-proteico secondo i nutrizionisti. Una scelta felice, nonostante lo stress pandemico, per chiunque abbia deciso di mangiare sano cibandosi di prodotti a chilometro zero.
Una scelta che gli italiani sembrano conservare che, abbinata a un buon esercizio fisico, ha garantito una rassicurante linea corporea.
La risposta degli italiani, infine, è stata secondo questi dati ottimale. Una ricerca del gusto tradizionale, che fa bene alla salute!