Nei giorni scorsi l’Anest, acronimo di Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, si è riunita, deliberando il suo scioglimento, quindi il solare termodinamico chiude.
Parliamo dalla sconfitta di una fonte d’energia pulita, sicura e innovativa proprio in Italia, che ospita 60 milioni di ecologisti per i quali si deve usare l’energia del sole.
L’Italia, oltretutto, è il Paese dove sono stati finora spesi e dissipati nel nulla investimenti privati pari a 300 milioni di euro per non costruire 14 grandi centrali solari termiche a concentrazione.
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Ma cos’è l’energia solare termodinamica e come funziona?
L’energia solare termodinamica è stata sviluppata in Italia dall’Enea a partire dal 2000 con il progetto Archimede, guidato dal premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia.
Nota con l’acronimo di CSP (Concentrating Solar Power), permette di convertire la radiazione solare in energia termica, quindi in calore.
Si tratta di concentrare i raggi del sole in modo da ottenere il massimo riscaldamento possibile.
Fotovoltaico innovativo: pannelli solari che si adattano a tutte le superfici
Come funziona? L’elemento fondamentale è un concentratore, ossia un dispositivo formato da superfici riflettenti (specchi) che focalizzano i raggi solari su un elemento ricevitore altamente assorbente (un tubo o un serbatoio), di solito trattati con rivestimenti superficiali ad alta efficienza.
Il fluido che conduce il calore (termovettore) scorre all’interno del ricevitore, riscaldandosi ad alta temperatura, dell’ordine di diverse centinaia di gradi.
La tecnologia sviluppata in Italia dall’Enea a partire dal 2000 col progetto Archimede, guidato come suddetto da Carlo Rubbia, prevede l’utilizzo di sali fusi, generalmente sodio e potassio.
Parliamo, quindi, di sostanze non inquinanti, non infiammabili, non pericolose per l’uomo e per l’ambiente, tanto da essere utilizzate in natura come fertilizzanti naturali.
Perchè il settore solare termodinamico non è decollato in Italia?
L’Anest, che ha annunciato il suo scioglimento, dice: “L’Italia che fa vanto di politiche rinnovabili e di capacità geniali di inventiva e di innovazione, l’Italia che nel settore termodinamico sviluppa brevetti che il mondo ci invidia, ecco quell’Italia che non vuole l’energia solare termodinamica“.
Ma per quali motivi il settore solare termodinamico non è decollato nel nostro Paese?
“Colpa di leggi impraticabili, burocrati vecchi, politici mediocri e comitati ninby calunniosi e talvolta fin troppo aggressivi”.
Ad essi si aggiungono banche esigenti, fidejussioni ritenute troppo onerose e autorizzazioni fortemente penalizzanti.
L’Anest sottolinea che si tratta di “tecnologie nuove e inizialmente molto costose che hanno bisogno di incentivi finché non sono abbastanza mature da poter reggere la prova del mercato”.
I progetti di Priolo, Aidone e Gela
L’unico progetto realizzato è stato quello di Priolo, dove l’Enel ha sperimentato un impianto Archimede al fine di contribuire al ciclo combinato della centrale convenzionale del gruppo.
L’esperienza, pur essendo realtà, non ha realizzati i sogni che preconizzava.
Secondo l’Anest, gli unici due progetti che sono riusciti ad ottenere l’autorizzazione per un totale di 53,5 megawatt sono quelli di Aidone e Gela.
Il progetto “Madonia” di Aidone
Nel territorio di Aidone, in provincia di Enna, in campo ci sarebbe il progetto Madonia, con una produzione prevista di 41 megawatt, grazie alla tecnologia Fresnel, ovvero con l’utilizzo di speciali lenti ottiche o specchi Fresnel.
La centrale mai realizzata di Gela
La centrale di Gela avrebbe dovuto sorgere, invece, in Contrada Roccazzelle, non lontano dalla stazione abbandonata di Butero Scalo.
Oggi, al suo posto, vi è un campo coltivato ad ortaggi. Il progetto era stato proposto dalla Reflex.
Secondo il progetto, dopo 2 anni per la costruzione dell’impianto, si sarebbero prodotti 12,5 megawatt elettrici, da specchi distribuiti su una superficie di 350 mila metri quadri.
Dal 2011 si sono succeduti molti governi, ma il progetto di Gela è passato nel sottovuoto, tra infinite carte protocollate e sentenze di Tar ma sul terreno non è stato piantato nemmeno un paletto.
Gli altri progetti incompiuti e in cantiere con fonte solare termodinamica
A Carlentini, in provincia di Siracusa, un progetto prevedeva una capacità di 58 megawatt ma non è mai stato realizzato, mentre nelle province di Trapani e Palermo “potrebbero essere presto in fase di realizzazione” nuovi piccoli impianti.
Qui hanno base i 4 progetti che, secondo l’Anest, hanno ottenuto oltre l’80% delle risorse stanziate per impianti di produzione di energia da fonte solare termodinamica con decreto ministeriale del 23 giugno 2016.
Spostandoci in Sardegna, quello che sarebbe dovuto essere l’impianto solare di Villasor, in provincia di Cagliari, è ancora un sassaia incolta .
Sempre in provincia di Cagliari, a Gonnosfanàdiga, l’Energogreen ha dilapidato milioni per la realizzazione di una centrale mai costruita, il cui territorio è ridotto ad erbacce.
Il triste epilogo del solare termodinamico italiano
Pare, dunque, che il sole sia davvero tramontato sul solare termodinamico italiano.
Così perdiamo una straordinaria tecnologia tutta “made in Italy” che avrebbe potuto donarci energia pulita, sicura e innovativa.
Questa disfatta si porta appresso enormi investimenti, tanti posti di lavoro, oltre che tempo ed entusiasmo.
Divulgherei questa notizia per noi Italiani di vitale importanza Al programma ” fuori dal coro” condotto dal Direttore Giordano.
Cordialità G.Russo