La Porta dell’Inferno, dicono, è in Siberia, nel cratere di Batagaika. E anche se non è davvero la via d’accesso alla dannazione eterna, è comunque un fenomeno allarmante…
Anticamente, si credeva che la porta dell’inferno si trovasse in Italia. In Campania, per l’esattezza. Il lago d’Averno, a Pozzuoli, in provincia di Napoli, è dove il poeta Virgilio ha collocato l’ingresso degli Inferi. Ora è la Siberia a “reclamare” questo diritto di proprietà: l’accesso ai gironi dei dannati sarebbe infatti collocato nel cratere di Batagaika, nei pressi della città di Batagai, nella regione russa.
Al di là della mitologia, la crepa sta creando allarme tra ricercatori e scienziati, perché diventa progressivamente più vasta. La causa? Anche qui c’entrerebbe il riscaldamento globale…
Siberia: il cratere comparso “dal nulla”
A pochi chilometri da Batagai, piccola cittadina del distretto di Verchojanskij, repubblica di Sacha-Jacuzia, in Siberia, c’è un fenomeno naturale che è difficile inquadrare.
Negli anni ’60, nel cuore della foresta boreale, si è aperto un cratere, senza alcun preavviso. E da allora ha continuato a crescere, anno dopo anno.
Vista l’apparente inspiegabilità del fenomeno, gli abitanti della regione hanno cominciato a indicare la voragine come “la Porta dell’Inferno”, o come la “Porta per il mondo Sotterraneo”.
Ecco alcune immagini da Google Maps che mostrano la vastità del cratere (l’immagine si può ingrandire per ottenere una definizione migliore):
Secondo alcuni rilievi geologici effettuati lo scorso anno, pare che il Batagaika si allarghi di 18 metri ogni anno. Ma la situazione potrebbe essere più preoccupante del previsto.
Il cratere cresce sempre di più: gli ultimi rilievi
Un team di ricercatori dell’Università del Sussex ha analizzato il Batagaika per studiare più approfonditamente il fenomeno. Il cratere è oggi lungo un chilometro e profondo circa 86 metri. Le nuove rilevazioni degli studiosi dimostrano che si sta ulteriormente allargando in un range che va dai 10 ai 30 metri ogni anno.
La scoperta più sconvolgente è che la crepa si sta progressivamente estendendo in direzione di una valle vicina. Una valle che è già interessata da un forte fenomeno di erosione. Ecco perché gli scienziati prevedono che, presto, la voragine raggiungerà dimensioni ancora più impressionanti.
Cosa c’entra il global warming
Come sempre, c’è lo zampino nell’uomo negli eventi naturali più catastrofici. A quanto pare, negli anni ’90, vaste aree della foresta della Jacuzia sono state disboscate. L’obiettivo era di creare zone libere dove far crescere l’industria locale. Come ben sappiamo, il disboscamento facilita e accelera i processi di erosione del terreno.
Non solo. Dato il riscaldamento globale in atto, l’area è stata investita da un innalzamento delle temperature senza precedenti. Il permafrost, lo strato di ghiaccio permanente che ricopre i territori molto freddi, ha cominciato a scongelarsi rapidamente. Strati di ghiaccio ‘sepolti’ per 200mila anni sono stati riportati alla luce.
Ecco perché la terra si squarcia e deforma, andando a provocare questi immensi “buchi”, che gli scienziati chiamano in gergo megaslump o thermokarst.
Voragini che si ampliano con l’innalzamento costante delle temperature. Secondo i calcoli dell’Università del Sussex, infatti, l’allargamento più vasto (30 metri) è stato registrato in corrispondenza degli anni più caldi.
FOTO in evidenza: James St. John