Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana, nel corso di un’intervista per “Sono le venti”, sul Nove, ha motivato come, nonostante il cielo lombardo sia più terso, l’aria apparentemente più respirabile ed il traffico ridottissimo, le polveri sottili non accennino a diminuire.
Egli dice: “Il blocco della circolazione quasi totale in Pianura Padana mostra una diminuzione di alcuni inquinanti come gli ossidi di azoto e la CO2 fossile ma le polveri sottili non accennano a ridursi“.
La spiegazione di Mercalli
“La ragione-prosegue Mercalli-sta nella formazione di particolato secondario, derivante dall’agricoltura. In questi giorni sono attivi in campagna diffusi spandimenti di liquami provenienti dagli allevamenti zootecnici, utilizzati come concimi. Il problema è che se non si interrano subito, queste sostanze organiche liberano grandi quantità di ammoniaca che, a sua volta, reagisce con altri composti chimici presenti nell’aria, e forma così solfato di ammonio e nitrato di ammonio che costituiscono circa la metà del particolato atmosferico e sono anche potenti agenti irritanti dei nostri polmoni; fattore aggravante per il virus“.
“Quindi, oltre al traffico automobilistico ridottissimo, la causa delle polveri sottili, considerando solo la Lombardia, è da attribuire a 1 milione e 600 mila bovini e a 4 milioni e mezzo di suini. Se però si utilizzassero pratiche agronomiche più attente, si potrebbe ridurre di molto la formazione di ammoniaca. Anche mangiare un po meno carne aiuterebbe, senza bisogno di diventar per forza vegetariani“.
L’indagine di Arpa Lombardia
Il 3 aprile sono stati pubblicati i risultati di un’indagine condotta da Arpa Lombardia e dalla Regione Lombardia sull’andamento degli stati di qualità dell’aria, generato dalle misure di restrizione introdotte per contrastare la diffusione del virus.
Lo studio ha individuato due periodi distinti:
- il 1°, compreso tra il 23 febbraio e l’8 marzo 2020, caratterizzato dalle prime misure su aree più limitate
- il 2°, a partire dal 9 sino al 29 marzo, caratterizzato da misure più incisive, estese a tutto il territorio nazionale.
Ecco cosa dice l’indagine sulla qualità dell’aria in Lombardia durante l’emergenza Covid-19
Per quanto concerne la qualità dell’aria in Lombardia durante l’emergenza Covid-19, si legge: “Riguardo ai valori di PM10 e PM2.5, i dati indicano in maniera evidente la stagionalità di questi inquinanti, che registrano tipicamente i valori più elevati nei mesi più freddi dell’anno. L’analisi dei dati del mese di marzo 2020, pur collocandosi nella fascia bassa della variabilità del periodo, evidenzia un alternarsi di giornate con concentrazioni più alte e altre con valori inferiori. Alcuni episodi, come quello del 25 febbraio, con un valore di PM10 pari a 82 µg/m³ registrato a Codogno, già in piena “zona rossa“, hanno evidenziano l’importanza del fenomeno di trasporto del particolato e il fatto che le concentrazioni non sono solo influenzate dalle emissioni di prossimità, ma da tutte quelle del bacino di riferimento”.

L’indagine continua: “Così come, invece, quando dal 18 al 20 marzo si è registrato un incremento significativo di polveri sottili in gran parte della regione, nonostante la riduzione dei flussi di traffico e di parte delle attività industriali, è risultato chiaro il contributo della componente secondaria e della situazione meteorologica più favorevole all’accumulo. Infine, anche l’episodio del 28 e 29 marzo – quando a causa del trasporto di particolato di origine desertica dalle regioni asiatiche (come confermato dal modello globale “Copernicus Atmosphere Monitoring Service”), le concentrazioni di PM10 sono risultate molto elevate a fronte di un aumento inferiore delle concentrazioni di PM2.5 – mostra in modo chiaro la complessità dei fenomeni correlati alla formazione, al trasporto e all’accumulo di particolato atmosferico”.
La pericolosità delle polveri sottili
La composizione delle polveri sottili o particolato atmosferico è molto varia, comprendendo metalli pesanti, solfati, nitrati, carbonio organico, idrocarburi policiclici aromatici, furani ecc.
La concentrazione e la conseguente inalazione delle polveri sottili può avere un impatto sul nostro corpo, manifestando effetti immediati come:
- irritazione degli occhi, di naso e gola
- problemi respiratori
- mal di testa
- stanchezza
- bassa concentrazione
ma soprattutto malattie più gravi, nel lungo periodo, come malattie cardiache, respiratorie e tumori (come noto, il PM10 è stato inserito dalla IARC tra i cancerogeni di gruppo 1).