Si chiama Immuni ed è l’app voluta dal Governo italiano per tracciare i movimenti delle persone nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus.
Il Commissario straordinario Domenico Arcuri ha firmato l’ordinanza con cui si dispone di procedere “alla tipula del contratto di concessione gratuita delle licenze d’uso sul software di Contact Tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bendind Spoons Spa“, società milanese che ha sbaragliato la concorrenza.
Tra le motivazioni della scelta, riportate nell’ordinanza:
- la capacità di contribuire con tempestività alla lotta contro il Covid-19
- il rispetto della conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT
- la garanzia del rispetto della privacy
- il riconoscimento dello “spirito di solidarietà” dell’azienda che “fornisce un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in atto e ha manifestato la volontà di concedere, in licenza d’uso gratuita e perpetua, sia al Commissario per l’emergenza, che al Consiglio dei Ministri, il codice sorgente e tutte le componenti applicative del sistema di Contact Tracing sviluppate”.
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Le caratteristiche dell’app Immuni
L’app Immuni è costituita da 2 parti:
- la prima, dedicata al Contact Tracing, che si attiva tramite la tecnologia Bluetooth
- la seconda, dedicata al proprio diario clinico; un registro in cui si potrà inserire il proprio stato di salute ed eventualmente la comparsa di sintomi compatibili con il virus.
I dati vengono conservati sul dispositivo dell’utente, a cui viene assegnato un codice che viene, poi, combinato con i dispositivi vicini tramite il BLE (Bluetooth Low Energy).
Le informazioni raccolte rimangono archiviate fino a quando non diventi necessario ricostruire la cronologia dei movimenti, quindi i contatti avvenuti nei giorni precedenti, ossia nel caso in cui la persona che ha installato l’app sia, nel frattempo, diventata positiva al Coronavirus.
Tramite un algoritmo viene valutato il rischio di contagio, quindi stilato l’elenco degli utenti da avvertire tramite smartphone. Il messaggio arriverà dalle autorità sanitarie e richiederà di seguire un preciso protocollo.
Da quando è possibile scaricare l’app, in che modo e quali sono i rischi di chi non la installa
L’app Immuni è disponibile per tutti a partire da maggio, ma verrà sperimentata inizialmente in alcune regioni pilota.
Potrà essere scaricata per sistemi Android e iOS, quindi da Google Play e Apple Store.
Ma quali sono i rischi per chi non la scarica? Dato che al momento il download dell’app resta non obbligatorio, chi sceglierà di non scaricarla, potrebbe avere delle limitazioni negli spostamenti.
Cosa si intende, di preciso, con le limitazioni alla libertà di movimento resta ancora da chiarire e, ci si auspica che non sia riferito all’obbligo di restare in casa.
Ecco chi sono gli azionisti di Bending Spoons Spa e Jakala
- Famiglia Berlusconi – Mediaset
- Barbara Benetton
- Tamburi e il fondo Nuo Capital (cinesi)
- Renzo Rosso
- Paolo Marzotto
- Giuliana Benetton
- i Dompè e i Lucchini
- Mediobanca
- Davide Serra
- il fondo internazionale Ardian
L’ipotesi del braccialetto per gli anziani
Ma come si fa con chi vorrebbe scaricare Immuni e non possiede uno smartphone o può incontrare delle grosse difficoltà legate alla procedura di installazione? Pensiamo agli anziani che, oltretutto, sono tra i più esposti ai rischi Covid-19.
Si fa strada l’ipotesi che vede, al posto dell’app installata sul proprio telefonino, venga loro fornito un braccialetto, restando facoltativa la scelta di indossarlo o meno.
I dubbi connessi alla tutela della privacy
Nonostante il nome Immuni sia benaugurante, l’app, tuttavia, non è immune alle criticità, prime tra tutte quella vertente la tutela della privacy.
In molti, infatti, temono che con la scusa del Covid-19 saremo tutti controllati. Pensiamo ad una passeggiata al mare, ai nostri tour per negozi e supermercati, le visite ai genitori… mobilità nel mirino di una sorta di “grande fratello digitale” pronto a tracciare ogni spostamento, in favore della scienza e della tecnologia e sotto il vessillo della lotta al Coronavirus.
Ci si auspica che l’uso dell’app sia esclusivamente riservato alla fase 2, di transizione verso l’apertura totale della fase 3, perché, in caso contrario, ci sarebbero forti limitazioni alla libertà individuale.
Non vorremmo mai vedere, in Italia, una società come quella cinese, con il dramma del controllo, dove per fare ogni minima cosa si dovrà essere “schedati”.
Dovremmo, forse, adottare una soluzione diversa per vivere in società, senza essere controllati su tutto in maniera così militaresca.