Quando acquistiamo degli alimenti vorremmo essere sicuri che ciò che ingeriremo non contenga sostanze che possono, in qualche modo, danneggiare la nostra salute, tra cui residui di pesticidi.
I pesticidi sono delle sostanze chimiche adoperate nell’agricoltura convenzionale, per proteggere le piante da parassiti e malattie. Sono sostanze che però possono rimanere, in quantità più o meno consistenti, sul prodotto finale.
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno addotto diverse prove che testimoniano come questi residui possano avere effetti negativi sulla salute. Di chi produce, certo, ma anche di chi consuma frutta e verdura.
Recentemente, il Dipartimento di nutrizione ed epidemiologia della Harvard T. H Chan school of public health di Boston ha condotto uno studio su un campione ridotto di 150 uomini, di età compresa tra i 18 e i 55 anni, al fine di valutare alcuni degli effetti che i residui di fitofarmaci possono avere sulle persone.
Le conclusioni a cui sono giunti gli studiosi sono molto chiare e suggeriscono “che l’esposizione ai pesticidi utilizzati nella produzione agricola attraverso la dieta può essere sufficiente per influenzare la spermatogenesi nell’uomo“, producendo problemi di fertilità.
Questo non è l’unico problema derivante. Basti pensare che, recentemente, FAO e ILO hanno diffuso un rapporto in cui si parla di 100 milioni di ragazzi tra i 5 e i 17 anni che lavorano abitualmente nel settore agricolo e sono esposti a pesticidi e altre sostanze potenzialmente rischiose.
Per quanto riguarda gli alimenti, i cibi che contengono il maggior quantitativo di pesticidi sono: mele, sedano, peperoni, pesche, fragole, uva, spinaci, lattuga, cetrioli, mirtilli. E la lista non termina qui.
Un dispositivo per rilevare pesticidi in cibo, acqua e suolo
La prima soluzione è quella di scegliere prodotti biologici, cercando di prestare attenzione al falso bio e alle truffe.
Ad aiutarci a controllare i cibi che mangiamo ci vengono in aiuto la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica attraverso strumenti come BioPARD, un dispositivo portatile innovativo per il rilevamento di pesticidi messo a punto da una piccola azienda di Firenze specializzata in progettazione e produzione di sensori che, in collaborazione con l’Università di Firenze, ha perfezionato questo strumento unico nel suo genere.
BioPard è un kit basato su sensori associati a un rivelatore elettrochimico per la determinazione rapida di pesticidi organofosforici e carbammici in campioni di cibo, acqua e suolo. Il vantaggio è che non richiede strumentazione da laboratorio e può essere utilizzato anche da personale non esperto, visto che il kit completo contiene tutti i reagenti necessari per l’analisi, i sensori serigrafici monouso selettivi per i pesticidi e un rivelatore portatile WiFi per misurazioni elettrochimiche a controllo remoto.
Il dispositivo, in pratica, si basa sulla misurazione per via elettrochimica dell’attività di un enzima specifico. Tale attività viene inibita dalla presenza di pesticidi organofosforici e carbammici. Utilizzando appositi standard, si possono così confrontare i risultati ottenuti dal rilevamento dei campioni con delle curve di campione. La correlazione tra i dati determina il livello di contaminazione presente in cibi, suolo o acqua che compare direttamente visibile sullo schermo del proprio dispositivo portatile.
Si tratta in pratica di un misuratore elettrochimico portatile a batteria a controllo remoto, gestibile con diversi dispositivi portatili dotati di WiFi e Android e IOS.
Per avere maggiori informazioni, potete visitare il sito a questo indirizzo:
(Foto: fitnessreloaded)