Oggi il Parlamento europeo ha approvato la svolta verde, il Piano per la neutralità climatica entro il 2050, che ha approvato il Green Deal della Commissione von der Leyen e spinge per obiettivi più ambiziosi.
L’Europarlamento aveva adottato il Green Deal europeo , così come presentato dal Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel corso di un dibattito in Plenaria a dicembre 2019.
Gli eurodeputati, nella risoluzione adottata con 482 si, 136 no e 95 astensioni, chiedono di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, invece del taglio del 40% attualmente previsto.
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Il ruolo del Fondo per una transizione equa e i suoi obiettivi
Fondamentale il ruolo del Fondo per una transizione equa che, dotato di denaro fresco da 7,5 miliardi di euro, grazie al cofinanziamento nazionale, al braccio finanziario InvestEu e alla Banca Europea degli Investimenti.
La distribuzione del denaro del Fondo tra i Paesi membri si baserà su alcuni criteri:
- presenza di emissioni nocive
- occupazione nei settori del carbone e della lignite
- produzione di torba o di scisti bituminosi
Tra i fattori correttivi presi in conto:
- la relativa prosperità dei Paesi membri
- l’intensità dei problemi ambientali
Il Fondo dovrà servire ai Paesi più inquinati per finanziare la transizione per la neutralità climatica, rendendola più equa dal punto di vista sociale.
Questo tramite progetti infrastrutturali presentati dai Paesi comunitari, che dovrebbero essere approvati dall’esecutivo comunitario, riguardanti precise zone territoriali.
Obiettivi del Fondo e soldi destinati all’Italia
- facilitare la transizione climatica attraverso la diversificazione dell’attività economica
- creare nuovi posti di lavoro
- recuperare località inquinate
- formazioni professionali
Quanti soldi riceverà l’Italia dal Fondo? La certezza arriverà solo nel 2021, quando i fondi del piano verde saranno realmente allocati, ma secondo le prime indiscrezioni l’Italia potrebbe ricevere circa 364 milioni di euro dei 7,5 miliardi messi sul piatto, da utilizzare per spingere sulla transizione energetica, cui si aggiungerebbe il cofinanziamento dello Stato.
L’ammontare dell’impegno finanziario per assicurare la copertura degli effetti economici e sociali negativi della conversione ecologica della produzione energetica e dell’attività produttiva raggiungerebbe così 1,3 miliardi.
170 opere pubbliche prioritarie individuate da Legambiente
Intanto Legambiente ha stilato un elenco certosino, suddiviso per regioni e per tipologie di intervento (messa in sicurezza, bonifica, trasporti, infrastrutture) di opere pubbliche grandi, medie e piccole che consentirebbero agli italiani di vivere meglio.
Le opere sono state selezionate dall’associazione in base a:
- l’utilità per i cittadini e i territori
- miglioramento della sicurezza sismica, idrogeologica e sanitaria
- innovazione del sistema della mobilità
- un minore consumo delle risorse naturali e di materia
- la transizione energetica
Si pensi alla bonifica delle falde delle province di Vicenza, Padova e Verona dagli acidi perfluoroacrilici ( PFAS ) o alla bonifica in Calabria di oltre 10 milioni di metri quadrati di coperture in eternit alla diga sul Metramo .
Il dossier individua anche 11 emergenze nazionali in attesa di risposte concrete.
mi sembra poco..con quei soldi a Roma ci facciamo 2 stazioni della metropolitana…mah