Il regno degli asparagi selvatici (Asparagus officinalis) sono i canaloni e la collina, i campi baciati dal sole, lì dove ci sono rovi, acqua e terreni bruciati. Possono andare in sinergia con varie piante della macchia mediterranea come l’ulivo o l’eucalipto.
Gli asparagi selvatici sono piante suffruticose sempre verdi dalle foglie aghiformi diffusi nell’Europa centro-meridionale fin dall’antichità. Sono ricchi di sostanze energetiche e vengono da sempre ritenuti dei potenti afrodisiaci.
A seconda delle zone d’Italia e dei periodi più o meno piovosi, si trovano da marzo a maggio; nel culmine, e basta una passeggiata di un’oretta per trovare una quantità di asparagi selvatici per poterci fare frittate e condimenti per la pasta.
Proprietà organolettiche degli asparagi selvatici e grande gusto
Questi alimenti sono davvero poco calorici – circa 25 calorie per 100 grammi – mentre hanno molta fibra.
Sono ricchi di vitamina C (in un etto ce ne sono 25 mg, il che equivale a circa un terzo del fabbisogno di una persona adulta), carotenoidi (i precursori della vitamina A, che ha un’azione antiossidante e protettiva della pelle e delle mucose e stimola l’azione del fegato), vitamina B e sali minerali, tra i quali calcio, fosforo e potassio.
Mangiando 100 grammi di asparagi si assume circa il 75% della quantità quotidiana necessaria di acido folico, sostanza molto importante per la moltiplicazione delle cellule dell’organismo e per la sintesi di nuove proteine.
Possiamo dire che come qualità organolettiche tra l’asparago coltivato e quello selvatico non ci sia molta differenza; mentre molto differente è il gusto. L’asparago selvatico ha un gusto nettamente più saporito e deciso. E’ in ogni caso versatile, ma si abbina anche a gusti forti, come il pecorino o grassi saturi.
Toccasana per la salute e per l’umore
Gli asparagi sono molto depurativi e diuretici, pertanto il loro uso favorisce l’eliminazione e il ristagno di liquidi nei tessuti: può quindi ridurre anche la cellulite. In generale migliorano le funzioni renali accelerando la diuresi e rimuovendo i sedimenti.
Gli asparagi fanno al caso tuo se vuoi un umore migliore: infatti, secondo alcuni studi questi ortaggi avrebbero una funzione antidepressiva, probabilmente legata alla loro azione disintossicante e diuretica.
Ricette con asparagi selvatici
Visto che sono un ortaggio tipicamente primaverile, spesso le ricette associate agli asparagi, sono anche tipicamente consumate per le festività pasquali. Importante ricordarsi di utilizzare le parti più morbide e le cime, perchè i gambi risultano duri e fibrosi.
Frittata di asparagi
Come tradizione impone, non c’è asparago selvatico che non venga usato in una invitante frittata: ne sa qualcosa il picnic di Pasquetta, che in alcune regione non è nemmeno considerato tale, se non include delle generose fette di questa specialità tipica.
Ciò non toglie che i turioni della varietà selvatica possano essere consumati anche da soli, appena saltati in padella con un filo d’olio (o del burro), un pizzico di sale e una manciata di pepe nero. Oppure si può aggiungere dell’uovo senza per forza far raggiungere al piatto la forma composta della frittata. Si può aggiungere parmigiano o meglio, pecorino romano.
Pasta fatta in casa con asparagi selvatici
Fate saltare le punte di asparagi in una padella con abbondante olio extravergine di oliva e uno spicchio di aglio. Fateli andare per circa 15-20 minuti a fuoco lento. A chi piace la consistenza cremosa, può anche frullare le cime in modo da fare una salsa omogenea.
Nel frattempo cuoce la pasta in abbondante acqua salata, una volta cotta al dente, scolatela. Versateci sopra la salsa di asparagi, spolverate con parmigiano o pecorino romano, a seconda dei gusti, e servite.
Asparagi sott’olio
Ingredienti
- 500 gr di asparagi
- 100 ml di aceto di vino bianco
- 1 spicchi d’aglio
- olio extravergine di oliva per coprire gli asparagi nel vaso
- sale
- pepe bianco in grani
Per aromatizzare l’olio, si può usare del prezzemolo. La ricetta sarda degli asparagi sott’olio non prevede l’uso del pepe in grani, ne’ del prezzemolo. Nella ricetta sarda si aggiunge del peperoncino piccante e dell’olio. .
Procedimento per la cottura
Preparare una selezione di asparagi togliendo le parti dei gambi più duri e fibrosi.
Bollire l’acqua salata. Al bollore, aggiungere l’aceto, fai sbollentare gli asparagi per 8-10 minuti, in base alla durezza desiderata. Testare dopo 8 minuti di cottura un singolo asparago per capire se è troppo fibroso o abbastanza tenero.
Terminata la cottura, scolare e far asciugare bene su un telo pulito. Quando gli asparagi saranno freddi e asciutti, proseguire con la preparazione.
Procedimento per la chiusura nei barattoli
Mettere gli asparagi, in barattoli sterili abbastanza capienti da ospitare l’intero asparago per la sua lunghezza. A differenza di quelli coltivati, gli asparagi selvatici sono più sottili e morbidi e quindi è possibile inserirli nel barattolo nel modo che vogliamo. Aggiungere un pezzo d’aglio pulito, dei grani di pepe e alcune foglie di prezzemolo asciutte.
Riempire il vasetto con l’olio extravergine di oliva. Avvitare i coperchi senza stringere il tappo, lasciali riposare per 24 ore e dopo rabboccare portando nuovamente l’olio a livello. Controllare ancora gli asparagi dopo altre 24 ore: gli asparagi tendono ad assorbire l’olio, quindi potrebbero essere necessari due rabbocchi.
Conservare i vasetti di asparagi selvatici in un luogo asciutto e buio. Stabilizzare per almeno un mese prima di consumare, così da ottenere un olio aromatizzato agli asparagi e agli odori aggiunti.
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Asparagi selvatici: dove trovarli nel 2020?
Asparagi selvatici periodo e habitat: quest’anno, nel 2020, viste le eccezionali temperature calde, è stato possibile trovare asparagi selvatici in collina o in pineta già dagli ultimi giorni di gennaio! Noi proprio oggi, a fine febbraio, ne abbiamo trovati una buona quantità in un paio d’ore di passeggiata in pineta.
Controindicazioni
Gli asparagi hanno proprietà depurative e diuretiche e stimolano l’ appetito, ma essendo ricchi di acido urico, sono sconsigliati a coloro che soffrono di gotta, cistite, calcoli renali e prostatite, nella fase acuta, e ai soggetti con insufficienza renale e infiammazione del rene.