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Introduzione
Cosa sono i sogni lucidi? Come possiamo indurre questa esperienza fantastica? Scopriamo cos’è l’onironautica e come può aiutarci a trattare disturbi psicologici.
“Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero?”, chiede Morpheus a Neo in Matrix. In tanti hanno fatto esperienza, almeno una volta, dei sogni lucidi, sogni durante i quali sono cioè consapevoli di stare sognando. Un’esperienza unica, che stiamo addirittura imparando a indurre.
Cosa sono i sogni lucidi e cos’è l’onironautica
“Un sogno in cui qualcuno sa di stare sognando”: la definizione più precisa di sogno lucido è probabilmente questa di Celia Green, psicologa e filosofa, che l’ha coniata nel 1968.
L’elemento caratteristico del sogno “normale” è proprio questo. Il fatto che non siamo consapevoli di essere in un sogno. Questo accade perché normalmente mentre dormiamo non abbiamo accesso alla memoria delle nostre esperienze passate. Non sappiamo quindi distinguere il sogno dalla realtà.
Nei sogni lucidi, invece, sappiamo di stare sognando. A seconda del tipo di sogno lucido che abbiamo possiamo addirittura controllare il sogno. Chi sogna lucidamente è chiamato onironauta, termine che definisce chi naviga (nauta) nei sogni (dal greco òneiros, sogno).
Gli occidentali sono stati solo gli ultimi a interessarsi a questo argomento. Solo a partire dal XIX secolo, infatti, abbiamo cominciato a parlarne e abbiamo coniato la definizione di “sogno lucido” solo all’inizio del Novecento.
Ma in realtà il fenomeno è conosciuto presso le antiche culture tradizionali da millenni. Buddismo, Taoismo, Induismo, Sufismo e Sciamanesimo hanno sempre posto attenzione agli onironauti. I Senoi, popolazione della Malesia, hanno delle tecniche specifiche per il controllo dei sogni, così come gli Yaqui, nativi americani. In Tibet esiste il cosiddetto Dream Yoga, volto proprio a questo tipo di pratica.
In Europa, il primo a parlarne fu Marquis d’Hervey de Saint-Denys, nel 1867, con un volume in cui raccontava 20 anni di ricerche sui sogni lucidi e come indurli. Il 22 aprile del 1913 è stato poi Frederik Van Eeden, psichiatra olandese, il primo a usare l’espressione “sogno lucido”.
La prima prova scientifica del sogno lucido
Forse troppo attenti alla spiegazione scientifica di ogni fenomeno, noi occidentali siamo riusciti addirittura a dimostrare l’esistenza empirica dei sogni lucidi.
Nel 1978, per la prima volta, il dottor Keith Hearne identificò senza ombra di dubbio un onironauta: Alan Worsley. Hearne effettuò una serie di registrazioni polisonnografiche (la raccolta di informazioni fisiologiche durante il sonno) in cui dimostrò che Worsley faceva dei sogni lucidi.
Come fece? Il ricercatore chiese al sognatore di inviare dei “messaggi” durante il sonno: dei particolari movimenti degli occhi, da compiere durante la fase REM. La fase REM è proprio quella dove in genere muoviamo gli occhi durante il sonno: dall’inglese, infatti, REM è acronimo di Rapid Eye Movement, movimenti rapidi degli occhi. Generalmente, una persona normale non può controllare questi movimenti. Un onironauta invece sì: e Worsley dimostrò così di avere sogni lucidi.
La classificazione dei sogni lucidi
Esistono tre livelli di sogni lucidi. Scopriamo quali sono:
- Pre-lucid dreams, sogni “pre-lucidi”. In questo caso, chi dorme comincia a dubitare di ciò che sta vivendo nel sonno, chiedendosi se sta sognando. Qui, però, il dormiente respinge il dubbio e continua tranquillamente il sogno;
- SLPC: sogni lucidi parzialmente controllati. Qui la cosa si fa più interessante. Il sognatore sa di essere in un sogno ed è artefice di ciò che “vive”: interagisce, modifica e controlla il mondo onirico, ma resta vincolato alle leggi fisiche. Non può volare nel sogno, per esempio. Spesso, inoltre, è solo uno spettatore di ciò che accade;
- SLTC: sogni lucidi totalmente controllati. In questo caso, infine, il sognatore è pienamente consapevole di stare sognando e ha il pieno controllo delle proprie azioni, avverte sensazioni ed emozioni molto reali e tutto è nitido, come nella realtà. L’onironauta in questo caso può controllare completamente quello che accade, diventando protagonista del sogno.
È possibile indurre i sogni lucidi?
Innanzitutto bisogna dormire abbastanza da poter sognare! Cominciamo quindi con una serie di soluzioni naturali per ridurre i disturbi del sonno:
- Praticare Earthing
- Avere in casa piante che migliorano la qualità dell’aria: begonie, aloe vera, lingua di suocera
- Scegliere alimenti che conciliano il sonno: ciliegie, banane, patate dolci (trovi l’elenco completo a questo link)
- Prepararsi un infuso di melissa
Dopo esserci assicurati una lunga notte di sonno riposante, passiamo a capire come possiamo indurre un sogno lucido. Siete pronti a somministrarvi… una scossa elettrica? Ovviamente è una cosa assolutamente da non fare in casa, ma un gruppo di neuroscienziati tedeschi ha dimostrato qualche anno fa di poter stimolare un sogno lucido posizionando degli elettrodi sul cuoio capelluto indirizzando una piccola scossa elettrica al cervello.
Per fortuna, esistono metodi meno invasivi!
Tre tecniche per indurre i sogni lucidi
Lo scorso anno, l’Università di Adelaide ha testato tre tecniche per l’induzione dei sogni lucidi. Scopriamole insieme prima di capire qual è la più efficace:
- Test di controllo della realtà. I ricercatori sottoposto ai pazienti una serie di test da fare da svegli, con la speranza di innescare un’abitudine da ripetere durante il sonno. Un esempio lo renderà più chiaro: hanno detto ai soggetti, per esempio, di serrare le labbra e inspirare. Se, durante il sonno, avessero percepito una posizione simile dei muscoli facciali, i soggetti avrebbero pensato di essere svegli.
- Con la seconda tecnica, i soggetti vengono svegliati dopo cinque ore di sonno. Restano poi svegli per cinque minuti, prima di tornare a dormire: questo dovrebbe stimolare la fase REM del sonno.
- La tecnica MILD, mnemonic induction of lucid dreams (letteralmente, induzione mnemonica di sogni lucidi), funziona così: anche qui, i soggetti sono svegliati dopo cinque ore, ma prima di rimettersi a dormire si ripetono “La prossima volta che starò sognando, mi ricorderò che sto sognando”. In questo modo si spera di stimolare la memoria prospettica, la capacità cioè di “appuntarsi” nella mente le cose da fare in futuro.
I risultati migliori sono stati registrati nelle persone che utilizzavano tutti i tre metodi. Nel 17% dei casi, i soggetti sono diventati degli onironauti. In particolare, sembra che la tecnica MILD sia risultata la più efficace: la probabilità di fare sogni lucidi aumentava in questi casi del 46%.
Ecco un video che approfondisce l’induzione dei sogni lucidi:
I sogni lucidi come terapia?
Perché tutto questo interesse da parte degli scienziati sull’induzione dei sogni lucidi? La speranza è che queste tecniche possano aiutare in futuro le persone che hanno incubi, per esempio, e quindi un sonno disturbato. Comprendere come funzionano i sogni, poi, potrebbe aiutarci a capire meglio anche i disturbi psichici.
In particolare, chi soffre di disturbo post-traumatico da stress rivive spesso nei sogni l’esperienza traumatica. Indurre sogni lucidi potrebbe quindi aiutarli a dormire più tranquillamente.
da giovane facevo spesso sogni lucidi. es: sognavo di volare ma ad un certo punto perdevo quota, ma mi ripetevo che tanto era un sogno e quindi risalivo. oppure ero protagonista di una battaglia e appena sveglia “sapevo” che quella battaglia mi avrebbe uccisa. ed altro ancora. ormai vecchia quando mi sveglio raramente ho ricordo di quello che ho sognato.