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Watly è il progetto, tutto italiano che potrebbe risolvere i problemi di acqua potabile ed energia nei Paesi poveri. Ecco in cosa consiste questo incredibile computer.
L’acqua potabile è un bene essenziale per la sopravvivenza umana. Un bene che, spesso, tendiamo a sottovalutare, vista la facilità con la quale entra nelle nostre case. Eppure, esistono ancora diversi villaggi sperduti nei Paesi sottosviluppati in cui procacciare un po’ di acqua potabile è una sfida quotidiana per la sopravvivenza. E con i cambiamenti climatici in atto, questo problema potrebbe diventare concreto anche nel mondo cosiddetto sviluppato. Watly, ambizioso progetto italiano, vuole arginare proprio questa criticità.
Negli ultimi anni, un gruppo di italiani ha sviluppato questo progetto: se funzionerà, potrà dare un importante contributo al miglioramento delle condizioni di vita di tutti noi.
Watly è infatti un computer, capace di fornire acqua potabile, energia elettrica e connettività per il web, affidandosi semplicemente al sole. Il tutto in maniera assolutamente naturale, senza l’uso di filtri.
Come funziona Watly
Attraverso un’azione di distillazione e di termocompressione, il sistema purifica l’acqua (anche quella marina) da contaminazioni chimiche, fisiche e batteriologiche. L’acqua entra nel sistema automaticamente grazie a pompe solari, e poi viene stoccata in contenitori provvisti di lampade UV. Il liquido che scorre nel macchinario viene così vaporizzato e depurato.
Ad alimentare il meccanismo, dei pannelli fotovoltaici disposti nella parte centrale della struttura. Il sole non mette solo in moto tutto il meccanismo, ma consente anche di ricaricare i dispositivi elettronici. Ottanta pannelli fotovoltaici possono generare fino a 150 kWh al giorno, che vengono immagazzinati in batterie. In un giorno mediamente illuminato, potrebbe ricaricare 20mila cellulari.
Non solo: Watly è anche uno strumento di comunicazione che può assicurare la connessione internet e inviare immagini, testi, file audio.
Acqua potabile, elettricità e internet per tutto il Mondo
Com’è facile intuire, il progetto potrebbe suscitare, per motivi diversi, l’interesse di molti Paesi: dalla Nigeria alla California, passando per Mali, Emirati Arabi, Australia e Giordania. Sono tanti i governi che potrebbero desiderare la costruzione di un sistema alimentato da luce solare.
Per tale motivo, il team ideatore del progetto sta cercando di creare partnership internazionali e join venture, sia a livello produttivo che commerciale.
Certo, gli acquirenti naturali del dispositivo sono istituzioni nazionali e governi che, con un investimento di circa 500mila euro per unità di Watly possono creare ricavi stimabili in 300 mila euro l’anno. Ciò non toglie che, secondo il team udinese che ha ideato il progetto, anche i grandi gruppi come le aziende telefoniche dovrebbero puntare sul sistema. Per estendere il loro network telematico, per esempio, o per erogare servizi diversi da far pagare poi nella bolletta telefonica.
Il test di Watly
Watly è stato già testato sul campo lo scorso anno, in Ghana. A oggi, si può dire che una unità possa purificare fino a tre milioni di litri d’acqua l’anno e fornire energia elettrica e connettività a una comunità di circa tremila persone.
il progetto è stato presentato alla quarta edizione della European Maker Faire di Roma. Il modello esposto era composto da tre moduli, per una lunghezza complessiva di 25 metri. La struttura completa, però, sarà ultimata entro la fine dell’anno e raggiungerà una lunghezza di 40 metri.
La startup ha ricevuto nel 2015 l’European Pioneers, l’Horizon2020 e il Premio Corporate Gaetano Marzotto, ed entrerà a breve nel programma di accelerazione di ESA (European Space Agency).
“Crediamo fortemente nella possibilità di rendere il mondo migliore, dove non ci siano persone – e oggi sono un miliardo – che non hanno accesso ad acqua pulita, o peggio ancora uomini, donne e bambini che muoiono a causa della contaminazione da idrocarburi o da batteri”, spiega Marco Attisani, ideatore ed executive officer.
INFO: Watly – Sito Web Ufficiale
Foto: Watly Facebook Page