La tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi fa parte dello strato sedimentario fondamentale della Costituzione della Repubblica italiana. Proprio per la sua importanza, anche una sua modifica ha richiesto molto tempo (forse troppo…). In queste ore la camera quasi all’unanimità ha approvato in via definitiva la riforma che introduce finalmente in Costituzione il tema della tutela ambientale. Nel dettaglio, sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 in un testo unificato in prima delibera dal Senato e dalla Camera e approvato, in seconda delibera, con la maggioranza dei due terzi, dal Senato. Infine, con il raggiungimento della maggioranza, grazie all’articolo 138 il provvedimento entrerà subito in vigore senza la necessità di un eventuale referendum confermativo.
Il provvedimento fu presentato a inizio legislatura dal M5s (a firma del senatore Gianluca Perilli) e fu proprio sulla garanzia di Mario Draghi che si sarebbe andati avanti sul tema, questa una tra le condizioni poste dai 5 stelle per sostenere il governo.
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I due articoli fondamentali per la tutela ambientale della Penisola
L’importanza di questi due articoli per il nostro Paese non può essere sottostimata, essendo l’Italia un patrimonio dell’umanità non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto ambientale! Ecco in sintesi le modifiche apportate ai due articoli in questione.
Articolo 9
L’articolo 9, parte degli articoli fondamentali della nostra Costituzione, conteneva già in potenza la tutela del patrimonio paesaggistico, storico e artistico italiano ma grazie alla riforma gli si attribuisce anche la tutela ambientale, della biodiversità e degli ecosistemi. In particolare, l’articolo 9 recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Ora al testo si aggiunge la ” tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi “, anche nell’interesse delle future generazioni e disciplinando i ” modi e le forme di tutela degli animali”.
Articolo 41
L’articolo 41, ora modificato, stabilisce in sintesi che la salute e l’ambiente sono i principi da tutelare da parte dell’economia, al pari di sicurezza, libertà e dignità umana. Inoltre, stabilisce che le istituzioni, attraverso leggi, programmi e controlli possano agire non soltanto sul settore sociale ma anche su quello ambientale. Nel dettaglio l’articolo stabilisce che “l’iniziativa economica privata è libera”, specificando che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Da ora vi si aggiunge anche il divieto di recare danno “alla salute” e “all’ambiente”.
Le reazioni di politica e associazioni ambientali
Le reazioni sono state molte, da parte dei politici tendenzialmente entusiaste, da parte delle associazioni ambientali (che forse conoscono un pochino meglio il problema) di approvazione ma con riserva. Dal governo, visti i tempi che corrono, ci si aspetta decisamente di più e anche più in fretta. Ricordiamo che sono decenni che alcune associazioni evidenziano i problemi della mancanza di tutela ambientale in Italia invano, ma come sappiamo la speranza è l’ultima a morire.
Ecco alcune delle dichiarazioni:
È una giornata storica per il Paese che sceglie la via della sostenibilità e della resilienza nell’interesse delle future generazioni”, questo il messaggio twittato dell’account di Palazzo Chigi.
Per il ministro Cingolani si tratta di “un passaggio imprescindibile per un Paese come l’Italia che sta affrontando la propria transizione ecologica. Per le azioni che facciamo oggi e per le conseguenze che ci saranno in futuro sulle prossime generazioni questa conquista è fondamentale e ci permette di avere regole ben definite per proteggere il nostro pianeta”.
“Si tratta di un passaggio storico. Un segnale chiaro del Parlamento che dovrà essere un faro per il presente e il futuro del nostro Paese” ha commentato il presidente della Camera, Roberto Fico.
“Sono passati 24 anni dalla prima proposta che abbiamo fatto presentare per l’inserimento degli animali in Costituzione aprendo la strada che ci avrebbe condotto alla grande conquista di civiltà ottenuta oggi, con il riconoscimento di Animali e Ambiente nella Legge fondamentale dello Stato” ha ricordato Gianluca Felicetti, presidente Lav (Lega Antivivisezione), approfittandone per ricordare che “siamo il quinto Paese al mondo” a inserire la tutela degli animali in Costituzione.
“Una giornata ambigua: il Parlamento vota favorevolmente una riforma costituzionale sull’ambiente, mentre il Governo continua a produrre norme contro l’ambiente. Un’operazione di greenwashing che dimostra l’ipocrisia del governo Draghi e della maggioranza e, soprattutto, quanto sia inadatto Cingolani a ricoprire il ruolo di Ministro della Transizione Ecologica. Solo le sue dimissioni sarebbero l’unica vera buona notizia per l’ambiente” così si è espresso il deputato ex M5s ora esponente di Alternativa, Giovanni Vianello.
“Un’evoluzione in linea con le attese dei cittadini che ora vogliono fatti concreti: una vera transizione ecologica, la tutela della biodiversità (la protezione di almeno il 30% del territorio, mare compreso) e una migliore qualità dell’ambiente in cui viviamo. […] Adesso vanno garantiti questi diritti, visto che una maggioranza così ampia del Parlamento ha votato la modifica della Carta costituzionale. Molto importante poi a nostro avviso il riferimento alle generazioni future, quelle che vediamo scendere in piazza invocando a gran voce la tutela dell’ambiente. Si tratta di una formulazione assolutamente innovativa in Costituzione che riflette le nostre battaglie e le aspettative di milioni di cittadini, e in particolare delle generazioni più giovani, che hanno compreso l’incredibile sfida che abbiamo davanti dovuta a decenni di sfruttamento delle risorse del Pianeta” questo il messaggio cauto ma positivo contenuto nel comunicato di Greenpeace.
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