Il 5 maggio Mike Pence ha confermato la chiusura tra fine maggio e inizio giugno della task force della Casa Bianca contro il Coronavirus, di cui era responsabile, col conseguente licenziamento di consulenti scientifici di grandissima fama tra cui il virologo Anthony Fauci e l’immunologa Deborah Birx.
Ma ad un giorno di distanza da quella dichiarazione, Trump, in un tweet si è così espresso sulla task force: “ha fatto un lavoro fantastico, continuerà a lavorare indefinitamente avendo come focus la sicurezza e la riapertura del nostro Paese, ma anche i vaccini e le terapie, precisando che ad essa potrebbero essere aggiunte o sottratte nuove persone, ove opportuno”.
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I rapporti di Trump con la task force
Il rapporto di Trump con gli scienziati della task force è stato complicato, perché spesso il Presidente si era avventurato in giudizi medici su cui non è competete, come la promozione della clorochina come terapia.
In alcuni casi, i consulenti lo hanno contrariato apertamente;in altri hanno cercato di bilanciare le sue dichiarazioni.
Fino a quando Fauci, intervistato dal National Geographic, ha smentito che il virus sia stato modificato dagli esseri umani o sfuggito dal laboratorio di Wuhan che lo stava studiando; punto fondamentale, usato da Trump per scaricare la responsabilità della pandemia sulla Cina.
I dietrofront e le contraddizioni di Fauci
Anthony Fauci è una figura contraddittoria agli occhi attenti di chi lo segue da tanti anni. Sin dai tempi dell’HIV e della prima SARS, è stato coinvolto in degli intrecci di potere e business farmaceutico che hanno gettato non poche ombre sulla sua reputazione.
Dopo aver messo in guardia sul ” vaccino per il Covid non darebbe nessuna garanzia“, ma considerandolo sempre uno strumento fondamentale per la lotta al virus, recentemente ha espresso altre sue opinioni che fanno discutere:
Ora afferma che una seconda ondata di COVID-19 potrebbe anche non accadere, dopo che ha spinto tutti i media a parlare in termini assoluti per questa eventualità, e che indossare la mascherina è in gran parte simbolico o inutile.
E la seconda ondata?
In un’intervista di mercoledì alla ” Sala stampa ” della CNN , ha affermato che una seconda ondata di COVID-19 non è necessariamente inevitabile.
“Parliamo spesso della possibilità di una seconda ondata, o di uno scoppio quando si riapre”, ha spiegato Fauci. “Non dobbiamo accettarlo come inevitabilità”.
Intanto il numero dei decessi negli Usa continua a crescere
Mentre il Presidente ed il suo vice dicono di voler chiudere la task force anti-Coronavirus e passarla alle agenzie federali, per poi ripensarci pr via del suo alto indice di gradimento (il tutto nell’arco di 24 ore), negli Usa sono stati superati i 100 mila morti per Covid-19, come emerge dai dati della Johns Hopkins University.
Il triste traguardo statunitense è stato raggiunto in soli 3 mesi ed i contagi complessivi sono oltre 1,7 milioni anche se il numero, a detta degli esperti, è molto più elevato.