Una foto scattata da Steffen Olsen del Centro di Oceano e Ghiaccio presso l’Istituto meteorologico danese, che crea molto sconcerto sul rapido scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia, ci fornisce un’idea precisa di cosa sta succedendo.
Un team di ricercatori che recuperano i loro ormeggi oceanografici e le attrezzature delle stazioni meteorologiche, con cani da slitta che si muovono con l’acqua alle caviglie sulla cima di una lastra di ghiaccio a nord-ovest della Groenlandia.
Non è insolito lo scioglimento dei ghiacciai, solo che questa volta vi è un anomalia dettata dalla precocità della cosa, eventi di questo tipo solitamente si verificano alla fine dell’estate.
Olsen, attraverso il Guardian, ha detto che le condizioni climatiche del periodo hanno permesso uno scioglimento rapido dei ghiaccia. La stazione meteorologica DMI vicina all’aeroporto di Qaanaaq ha registrato un picco di 17,3C lo scorso mercoledì e 15C lo scorso giovedì, che è alto per la Groenlandia settentrionale, anche in estate. Il 40 per cento della superficie è andata in fusione, e 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio si sono sciolte in un solo giorno. Questo è strettamente legato all’innalzamento delle temperature e al cambiamento climatico.
Il gruppo era partito questa estate alla volta del Circolo Polare, con l’obiettivo di rilevare e documentare l’allargamento dei ghiacci in Groenlandia. A gran sorpresa, invece, si è imbattuto in un’area, decisamente estesa, completamente ricoperta da neve scura. Tanta, troppa, ha affermato Jason Box che si è detto davvero sorpreso e preoccupato dalla scoperta.
Box fa parte del Servizio Geologico della Danimarca e della Groenlandia. Grazie a un’indagine scientifica chiamata Dark Snow, finanziata attraverso il crowdfounding, si è spostato da Copenaghen nel tentativo di rintracciare la fonte dello smog e della fuliggine che sta accelerando la scomparsa dei ghiacciai.
Secondo quanto riportato dalle agenzie stampa, gli scienziati, durante le loro ricerche, avrebbero scoperto che l’area che doveva essere studiata, situata a 67 gradi latitudine nord, a 1.010 metri sul livello del mare, aveva buche profonde da mezzo metro fino a un metro con polvere e detriti scuri, chiamati crioconite. Questi detriti sembra siano trasportati dal vento, da altre zone in cui sono presenti deserti, incendi, centrali a carbone e motori diesel. Un fenomeno non del tutto sconosciuto in Groenlandia, ma che quest’anno ha assunto connotati allarmanti.
Box stesso ha commentato “il ghiaccio quest’anno non era un po’ scuro, era decisamente scuro”.
Scioglimento dei ghiacciai più veloce con la neve nera
Il fatto preoccupante di questa scoperta è che sembra che lo strato scuro di fuliggine possa rappresentare una nuova minaccia per l’Artico. Riducendo la capacità riflettente del ghiaccio, infatti, contribuirebbe a farlo sciogliere più velocemente.
A quanto pare, potrebbero esserci diverse spiegazioni alla base di questo fenomeno.
La più probabile, spiegano su Slate.com, “è che una qualche combinazione di tempeste di neve sempre più frequenti d’estate, polvere trasportata dal vento, attività microbica e fuliggine degli incendi boschivi abbiano portato ad avere un ghiaccio eccezionalmente scuro quest’anno. Una possibilità più inquietante è che quello che stiamo vedendo sia l’inizio di un ciclo di feedback a cascata legati al global warming”.
Inoltre, sembra che Box abbia parlato anche della presenza di misteriosi buchi siberiani e di bolle di metano in mare aperto, come prova che l’Artico può cambiare rapidamente in modi imprevedibili.
Di sicuro è che, quest’anno, la calotta glaciale che ricopre la Groenlandia è la più scura che sia mai stata vista o misurata in qualsiasi spedizione scientifica, anche di quelle effettuate dallo stesso Box.
Secondo l’esperto: “Nel 2014 lo strato di ghiaccio è precisamente del 5,6% più scuro, producendo un ulteriore assorbimento di energia equivalente a circa due volte il consumo annuo di energia elettrica degli Stati Uniti”.
Forse è una coincidenza, ma il 2014 è stato anche l’anno con il maggior numero di incendi boschivi mai registrati nell’Artico.
La vera sfida è quella di classificare quale parte della fuliggine trovata sui ghiacciai della Groenlandia provenga da incendi boschivi e quale invece da altre fonti, come le industrie.
La scoperta fatta è preoccupante. Per questo, Box ha confermato di voler presentare formalmente questi e altri recenti risultati su una delle maggiori riviste di pubblicazioni scientifiche.
(Foto: Henrik Egede Lassen/Alpha Film)
Un fenomeno uguale si verifica pure, da qualche anno, nei ghiacci dell’Himalaya. Sarebbe fondamentale determinare quanto esso sia legato a cause naturali e quanto per le attività umane ma sappiamo che la cooperazione internazionale, almeno su certi temi, non sia particolarmente compatta e “Mentre il medico studia l’ammalato…”
La spiegazione e forse più semplice di come appare , ricordate gli aerei che rilasciano le famose scie chimiche , e voi dite che sono scie di condensa ? La polvere di alluminio quando si ossida diventa nera , Capito ? Scienziati dei miei coglioni ?