Lo iodio è un elemento essenziale per il buon funzionamento del nostro organismo, in particolare della tiroide. Peccato però che il nostro organismo non lo sintetizzi! Ecco perché è importante assumerlo attraverso l’alimentazione. Vediamo come possiamo integrarlo con il sale iodato.
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Sale iodato e sale da cucina: le differenze
La differenza principale tra sale iodato e comune sale da cucina è, com’è ovvio, l’aggiunta di iodio. Il sale iodato è infatti identico a quello che usiamo tutti i giorni per condire i nostri piatti. È ricavato dall’acqua di mare o dalle miniere di salgemma.
La differenza è che successivamente alla “raccolta”, a questo tipo di sale viene aggiunto dello iodio, attraverso un processo artificiale. Generalmente, per effettuare l’aggiunta vengono impiegati ioduro o iodato di potassio.
Quanto iodio viene addizionato?
La risposta è: dipende. In genere, ogni Stato ha una propria norma per standardizzare il processo: il valore dipende infatti dallo stato nutrizionale della popolazione.
In Italia, in ogni chilogrammo di sale iodato troviamo generalmente circa 30 milligrammi di iodio, con una tolleranza che può andare dal -20% al +40%.
Il valore è stato stabilito in base al fabbisogno nutrizionale di iodio per l’adulto, che in Italia è stato fissato a 150 microgrammi al giorno.
Sale iodato: perché sì
Perché è importante scegliere il sale iodato? La ragione principale è che lo iodio è una sostanza molto importante per il nostro benessere, ma non è sintetizzato dal nostro organismo. Possiamo quindi assumerlo esclusivamente con la dieta.
Abbiamo visto il fabbisogno medio di iodio per una persona adulta. Esistono però delle categorie particolari che devono fare ancora più attenzione. Scopriamo quali sono:
- Donne in gravidanza e allattamento: per assicurare il normale sviluppo del bambino, dovrebbero aggiungere tra i 50 e i 100 microgrammi di iodio al giorno in più rispetto ai valori medi;
- Vegetariani: pesci di mare e crostacei sono gli alimenti più ricchi di iodio. Visto che i vegetariani non ne mangiano, è importante aggiungere del sale iodato alla dieta. Anche uova e latte possono essere una fonte di iodio, mentre sono molto basse le concentrazioni in alcuni vegetali e nella frutta;
- Vegani: per chi non mangia derivati animali, il discorso è ancora più delicato. L’unica fonte di iodio per queste persone diventa infatti proprio il sale iodato.
Per tutti, e in particolare per queste categorie, assumere sale con aggiunta di iodio diventa quindi un’importante integrazione alimentare. Ricordando comunque di non abusarne: si tratta in ogni caso di sale e sappiamo bene che l’eccesso può rivelarsi dannoso.
Approfondisci: Non utilizzare troppo sale: ecco perché
Sale iodato e tiroide
Perché lo iodio è così importante per il nostro organismo? La sua funzione principale è di contribuire allo sviluppo e al funzionamento della tiroide. Questa ghiandola è essenziale per molti aspetti della nostra vita quotidiana: aiuta l’acutezza mentale, stimola la parola ed è fondamentale per lo stato di salute di capelli, unghie, pelle e denti.
Inoltre, lo iodio ha altri compiti molto importanti:
- Regola la produzione di energia nell’organismo;
- Favorisce la crescita e lo sviluppo;
- Stimola il metabolismo basale;
- Aiuta a bruciare i grassi in eccesso.
Ma è consigliabile assumere sale iodato in caso di problemi alla tiroide già riscontrati? Risponde Augusto Taccaliti, ricercatore di endocrinologia presso l’Università di Ancona:
«Un uso appropriato di sale iodato, stando nei limiti dei 4-5 grammi al giorno indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), non comporta particolari problemi per pazienti con una patologia tiroidea in atto».
Secondo Taccaliti, è necessario però distinguere alcuni casi particolari:
- Cancro alla tiroide: in questi casi, l’assunzione di iodio va evitata;
- Ipertiroidismo: in questo caso, ai pazienti si sconsiglia il sale iodato, anche se in realtà si tratta solo di una misura precauzionale, perché “nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono rischi”.
Il benessere della tiroide
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Iodio e gozzo
Il problema principale legato alla scarsa assunzione di iodio è il gozzo, ovvero un aumento di volume della tiroide. Come si presenta questa malattia?
Il primo sintomo è il semplice ingrossamento della ghiandola tiroidea. Questo avviene perché c’è una riduzione della produzione degli ormoni tiroidei, che a sua volta provoca un aumento della stimolazione tireotropinica.
Quando il gozzo non viene accuratamente considerato, possono presentarsi dei noduli. Si parla in questi casi di:
- Gozzo uninodulare, quando l’aumento di volume interessa solo una zona della ghiandola;
- Gozzo multinodulare, quando invece l’ingrossamento interessa più aree.
Il gozzo è sempre da tenere sotto controllo. Se è vero infatti che nel 95% dei casi i noduli sono benigni, c’è la possibilità che si presenti un nodulo che in realtà è un tumore maligno.
Controindicazioni del sale iodato
Come abbiamo visto, il sale iodato può essere assunto da tutti – a parte alcuni casi di malattia alla tiroide – a patto di non abusarne.
Negli individui con una predisposizione particolare, infatti, il consumo eccessivo di qualunque tipo di sale può portare a:
- Ipertensione;
- Malattie cardiocircolatorie;
- Disturbi renali;
- Osteoporosi;
- Tumore allo stomaco.
Facciamo attenzione quindi a rispettare i limiti suggeriti dalle autorità sanitarie per l’assunzione di sale, iodato e non.