E’morto oggi, 16 aprile, a Oviedo, in Spagna, Luis Sepulveda, scrittore cileno naturalizzato francese che, lo scorso ottobre, aveva festeggiato i suoi 70 anni nella sua amatissima Italia, a Milano.
E’ stato proprio il Coronavirus a portarselo via. Egli è stato, oltretutto, il primo paziente celebre contagiato dal Covid-19 , e dal 29 febbraio si trovava ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’Hospital Universitario Central de Asturias di Oviedo, dopo aver fatto ritorno da un viaggio in Portogallo, dove aveva partecipato ad un festival letterario.
Sepulveda si è spento dopo una vita di impegno politico contro la dittatura e battaglie ambientaliste.
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La vita di Luis Sepulveda
Nato a Ovalle, in Cile, il 4 ottobre 1949, Sepulveda crebbe con suo nonno Gerardo Sepulveda Tapia e suo zio, anch’egli anarchico. Furono loro a trasmettergli la passione per la politica e per i libri d’avventura.
Da piccolo si appassionò a Salgari, Conrad, Melville, scrivendo racconti per il giornalino scolastico e, a soli 15 anni, si iscrisse alla Gioventù Comunista Cilena per poi iniziare a lavorare in radio e per svariati quotidiani.
Nel 1969 vinse una borsa di studio per l’Università Lomosov di Mosca, dalla quale venne espulso dopo pochi mesi, forse a causa di contatti con dei dissidenti o, alcuni dicono, per aver intrapreso una relazione amorosa con una sua professoressa.
Rientrato in Cile, si iscrisse al Partito Socialista, unendosi alla guardia personale del presidente Salvador Allende.
Nel 1973, a seguito del colpo di stato militare di Pinochet, venne imprigionato, subendo torture e fu liberato 7 mesi dopo grazie alle pressioni di Amnesty International.
Nel 1977 lasciò il Cile, fuggendo a Buenos Aires, poi in Paraguay ed in Ecuador, dove fondò una compagnia teatrale, entrando a far parte di una spedizione UNESCO per studiare l’impatto della civiltà sugli Indios Shuar, con i quali visse sette mesi nella selva amazzonica, scoprendone abitudini e ritmi di vita improntati al profondo rispetto della natura.
Nel 1978 di unì alle Brigate Internazionali Simon Bolivar in Nicaragua e dopo la vittoria, iniziò a lavorare come giornalista nel 79, trasferendosi in Europa.
Nel 1982 scoprì Greeenpeace e decise di restare con uno degli equipaggi delle loro navi fino al 1987.
Tornato in Cile nel 1989, si spostò in Spagna nel 1996, dove ha vissuto sino ad oggi, data della sua morte.
Libri e favole di Luis Sepulveda
Tra i libri: Il mondo alla fine del mondo; Un nome da torero; Incontro d’amore in un paese in guerra; La frontiera scomparsa, Diario di un killer sentimentale; Jacarà; Patagonia Express; Le rose di Atacama; Raccontare, resistere; Il generale e il giudice; Una sporca storia; I peggiori racconti dei fratelli Grim, Il potere dei sogni; Cronache dal Cono Sud; La lampada di Aladino, L’ombra di quel che eravamo; Ritratto di gruppo con assenza; Ultime notizie dal Sud; Tutti i racconti; Ingredienti per una vita di formidabili passioni; Un’idea di felicità;L’avventurosa storia dell’Uzbeko Muto; la fin della storia; Vivere per qualcosa; Storie ribelli.
Tra le favole: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico; Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza; Trilogia dell’amicizia; Storia di un cane che insegnò a un bambino la felicità; Le favole di Sepulveda da colorare; Tutte le favole; Storia di una balena raccontata da lei stessa.
Perché Sepulveda è così amato
Oggi è andato via lo scrittore sognatore, morto a causa del Coronavirus proprio nei giorni della distanza, degli abbracci negati… lo scrittore che parlava a tutti, a bambini, alle donne innamorate, agli uomini avventurosi, agli ecologisti.
Versatile, combattente, Sepulveda si sentiva innanzitutto e soprattutto cittadino e poi anche uno scrittore; era una penna al servizio della morale e dei diritti civili ma non si limitava a combattere perso tra le pagine dei suoi libri.
Coraggioso, empatico, si batteva in favore dell’ambiente, in favore della vita, col suo stile inconfondibile.
Se c’è un segno che ha contraddistinto l’opera e le parole di Luis Sepulveda è la sua fedeltà nella difesa dei diritti dell’uomo, nella capacità di credere che sia necessario essere consapevoli del proprio essere individuo, non isolato, ma responsabile di un vivere civile al quale la nostra socialità richiama.
Ne è stato fortemente convinto e lo ha raccontato nella sua opera letteraria, così variegata, come scelta di generi, ma unificata proprio da questo valore che unisce i romanzi e le favole, raccontate non solo ai ragazzi, ma a tutti i suoi lettori, come forma “antica” e immediata per riportare l’attenzione su tutti quegli aspetti che portano un uomo a condividere il suo essere all’interno della collettività in modo consapevole.
Mi piace ricordarlo così, nel giorno della sua dipartita, con una frase celebre della gabbianella: “vola solo chi sa farlo”, in riferimento al momento cruciale in cui, finalmente, la gabbianella spicca il volo, dimostrando a se stessa e al mondo che il vero segreto per volare risiede nel coraggio, librandosi nell’aria, alla scoperta di una dimensione ancora ignota.