Fin dove arriva la libertà di organizzare eventi di spettacolo e dove inizia la difesa della sacralità della montagna e del suo ambiente naturale?E’ nata una dura polemica tra il cantante/rapper Jovanotti e lo storico alpinista Reinhold Messner, che ritiene l’iniziativa di dubbia opportunità, per l’invasività e l’inquinamento acustico in primis che può compromettere il favoloso equilibrio silenzioso della alti vette.
Indice dei contenuti
- 1 Il discorso di Jovanotti sul concerto ambientalista non convince
- 2 Le ragioni di Messner e dei veri alpinisti
- 2.0.1 Benefici delle foreste: L’Italia è la prima a certificare gli aspetti positivi su ambiente e società.
- 2.0.2 Everest, una montagna di spazzatura. 8,5 di tonnellate di rifiuti lasciate dai turisti.
- 2.0.3 Il benessere fisico e psichico che viene dalla montagna
- 2.0.4 Il cammino di Santiago in bicicletta: mappa e tappe imperdibili
- 2.0.5 Attento a come ti vesti: potrebbe inquinare la montagna!
Il discorso di Jovanotti sul concerto ambientalista non convince
Jovanotti ha risposto seccato a Messner, accusandolo di elitarismo ed evocando “il battito dei piedi che ballano sulla terra nuda stimolati a una giusta potenza di watt” a chi preferisce “il silenzio delle grandi altitudini in solitaria”.
Tra l’altro la cartina di tornasole dell’attacco del Jova si palesa con la sua affermazione: ” Le cose si possono fare anche bene, e la montagna non ha più diritti di un bel prato a Woodstock o di una spiaggia a Rimini o del Circo Massimo, gli ambienti vanno rispettati sempre, non solo il giardino intorno a casa propria”.
Forte dell’appoggio del WWF, ha confermato che: ” Si tratta di realizzare, “non solo grandi giornate di goduria collettiva, ma anche grandi aperture verso panorami di economia circolare, di comportamenti ecosostenibili e di equilibrio umanità/pianeta”.
Innanzitutto, parlando di diritti, dalla sua esposizione è chiaro che il diritto è un concetto che va ribaltato da come viene espresso. Con ” la montagna non ha più diritti di Rimini o del Circo Massimo ” viene espressa quella stessa arroganza di chi non rispetta certe norme non scritte, ma che sono anche più importanti delle altre. Il tempio della montagna vive di silenzi e di fragili equilibri che non possono essere dimenticati.
Così il Messner viene definito un elitario, come se difendesse la posizione di una sparuta schiera di vecchi e anacronistici businessman. Dopotutto, dei rapporti con le elites Lorenzo Jovanotti ne sa qualcosa: fece molta polemica con le sue dichiarazioni su Bilderberg e alcune altre perle, come l’enorme scritta “vaccini”apparsa nel maxischermo di un suo concerto e la sua difesa della “scienza ( di elite )” tra un ballo e l’altro, e come il fatto che sarebbe giusto che i ragazzi “lavorino gratis alle organizzazioni di grandi eventi come i concerti “, con un lieve sentore di lapsus da conflitto di interessi.
Inoltre, lo show rientra nel suo tour dei ” Beach Party “; un modello di divertimento universale da esportare ovunque anche se decontestualizzato in tal modo? Forse è un modo in un certo senso per rimanere davvero nella storia. Un mero ossimoro parlare di concetti ambientali e di sostenibilità, quando si è protagonisti assoluti della più totale mancanza di considerazione per le peculiarità e le specificità dei delicati equilibri naturali.
Le ragioni di Messner e dei veri alpinisti
Ecco le dichiarazioni di Messner: ” “Non giudico Jovanotti come artista, non lo conosco bene – dice Messner al quotidiano – ma mi sembra insensato fare un concerto in cima alla nostra montagna d’estate. Semplicemente perché non è una cosa necessaria. Se fossi l’unico proprietario di Plan de Corones, non autorizzerei mai né tantomeno organizzerei un concerto di questo tipo. Sto provvedendo a comunicare il mio disappunto alle funivie del comprensorio Kronplatz”.
“Il problema è che a Plan de Corones si vogliono copiare eventi simili che hanno avuto successo in altre località turistiche montane – insiste Messner – ma così la montagna viene snaturata. Come con la moda delle piattaforme di vetro che permettono di vedere l’abisso sotto i propri piedi.
Si è cominciato con la Skywalk nel Grand Canyon e si sono diffuse un po’ ovunque sulle montagne. L’abisso lo puoi capire solo quando sei esposto veramente, in quel modo invece si commercializza e si strumentalizza la montagna. Questo concerto porta inquinamento acustico e una presenza eccessivamente invadente. Non è necessario”
Le vere ragioni sono proprio queste: il carrozzone dello show business e della commercializzazione a tutti i costi delle bellezze naturali come quelle del paesaggio dolomitico, per un volta dovrebbe fermarsi dietro il muro della giusta opportunità.
Anche secondo lo scrittore Paolo Cognetti, “una massa di 20mila persone sul Plan De Corones avrebbero comunque un impatto devastante, e cosa conta se non usano posate di plastica o che ci sia un’app ecologica per i partecipanti”. E concerto è un evento sicuramente invasivo e non andrebbe fatto in luoghi fragili e da proteggere.
Lo scrittore-alpinista veneto, Mauro Corona, allo stesso modo non le ha mandate a dire sempre su ” Il Fatto Quotidiano”: “Jovanotti con i suoi tamburi, uno sberlone al nostro bosco”.
Il problema è che non si considera lo scenario globale: la Natura si sta definitivamente consumando, distrutta dal cambiamento climatico, dalla scelleratezza dei nostri comportamenti individuali e pubblici, da un modello economico che mette il consumo – anche culturale e musicale, sempre di consumo si tratta – ancora al primo posto quando non ci sono più le risorse perché questo consumo possa essere appagato.
Per una volta, “The show must go on“, cioè che lo spettacolo debba andare avanti sempre e a tutti i costi, ricordiamolo come un inno e concetto novecentesco, impresso a fuoco nella storia dal mito di Freddie Mercury.
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