“C’era una volta la stagione fredda, chiamata inverno“, scriverebbe qualcuno, dato che questo inverno, finora, non è stato altro che una sorta di autunno prolungato, tanto che in molti parlano di inverno latitante.
Gennaio, dopo aver ereditato il dicembre più mite dal 1950, si è distinto per le sue temperature a tratti primaverili.
In molti si saranno resi conto di come, specie nelle ultime settimane, l’inverno sia alquanto deludente, con temperature spesso oltre le medie, l’assenza quasi totale di precipitazioni e gravi problemi di inquinamento a causa del ristagno dell’aria nei bassi strati.
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Cosa sta accadendo a questo inverno?
Ci sono alcuni segnali che consentono di comprendere l’origine della situazione attuale nella nostra area e che vengono esplicitati da indici climatici.
Uno di questi è il NAM, acronimo di North Annular Mode che tiene conto della differenza dei valori di pressione tra il Polo e le medie latitudini, consentendo di valutare quanto è forte il Vortice Polare, in particolare durante la stagione invernale.
Attualmente il NAM è in fase decisamente positiva, il che significa che il Vortice Polare è molto forte, molto compatto. Di conseguenza vengono inibiti gli scambi di masse d’aria da nord verso sud e, in particolare, l’irruzione di aria polare o artica verso il Mediterraneo.
Un altro indice da considerare è il QBO (Quasi-Biennal Oscillation). Durante le fasi con QBO positivo, come quella attuale, si rafforzano le correnti occidentali atlantiche, con conseguenti scarse probabilità di colate fredde da nord o da est verso l’Europa meridionale e l’Italia.
A ciò si aggiunge l’indebolimento dell’Anticiclone Russo-Siberiano che, al massimo della sua prestanza , potrebbe riuscire a espandersi verso l’Europa Orientale e l’Italia con il suo carico di gelo.
I disastrosi effetti di quest’inverno anomalo
A causa dei fattori summenzionati, quest’inverno anomalo sta portando effetti disastrosi.
La Coldiretti parla di fioriture anticipate di mimose in Liguria, di mandorli in Puglia, di piante da frutto che iniziano a sbocciare in Sicilia e Sardegna. In Abruzzo, in fase di risveglio, con un anticipo di circa un mese, sono gli alberi di susine e di pesche, mentre gli albicocchi in Emilia hanno già le gemme che si stanno addirittura aprendo nei noccioleti del Piemonte.
Vi è poi l’allarme siccità, specie in Puglia, Basilicata, in alcune zone del Molise e in Sardegna. In quest’ultima, il Consorzio di Bonifica di Oristano ha già predisposto impianti di irrigazione per garantire acqua ai distretti colpiti da grave siccità per mancanza di piogge, a seguito delle segnalazioni relative alle colture in sofferenza.
A tutto ciò si aggiunge il pericolo incendi e quello legato a specie aliene di insetti. Un esempio? L’arrivo della cimice asiatica che, nel 2019, da sola, ha causato danni per 740 milioni, distruggendo interi raccolti di 48 mila aziende agricole.
Le prossime evoluzioni meteo
Si parla sempre più spesso di fine dell’inverno, focalizzandosi, al massimo su febbraio dato che è l’ultimo mese della stagione invernale meteorologica poiché dal 1 marzo saremo in primavera…stagione fissata per convenzione internazionale 3 settimane circa prima di quella astronomica.
In realtà, stando alle ultime analisi, è a marzo che gli amanti del freddo dovrebbero guardare, con una remota possibilità di arrivo del Burian, relegata ai primissimi giorni marzolini, quando l’Europa potrebbe essere colpita dal freddo.
Il Burian, come noto, è un vento ghiacciato che soffia in inverno sulle sterminate lande siberiane e le steppe kazake verso gli Urali o le pianure sarmatiche della Russia Europea.
Quando fa il suo ingresso, le precipitazioni portate dalle nubi si possono trasformare in autentiche bufere di neve e le temperature possono scendere anche di 10 gradi in pochissimo tempo.
Sarà questo il “colpo di coda” dell’inverno, ossia una clamorosa rivincita della stagione invernale? E’ tutto ancora da vedere!