Scoperto un fungo resistente alle radiazioni: è questa la ricerca condotta dal team dell’Università di Stanford e pubblicata su New Scientist,come riferito da Daily Mail, che sarà la chiave per vivere su Marte.
Infatti si hanno dati che mostrano le potenzialità di un fungo che è resistente alle radiazioni di Marte. Il fungo ingloba le radiazioni e le utilizza come fonte di energia.
Fungo resistente alle radiazioni di Marte: quando è stato scoperto?
Il fungo è stato scoperto per la prima volta nel 1991, cinque anni dopo l’esplosione di Chernobyl: gli scienziati hanno notato la formazione di funghi neri sulle pareti del reattore.
I funghi hanno assorbito i raggi mortali trasformandoli in energia, dando vita per la prima volta alla cosiddetta radiosintesi.
Il fungo consentirà ai malati di cancro sottoposti a radioterapia, agli ingegneri delle centrali nucleari e ai piloti delle compagnie aeree di “operare senza il timore di assorbire una mortale dose di raggi”, come scrive la rivista Scientific America.
Una scoperta che verrà sicuramente utilizzata dagli scienziati nel campo della ricerca medica, ma che oggi assume un aspetto ancora più rivoluzionario. Secondo alcuni infatti, sarà capace infatti di portarci su Marte…
Perché l’uomo vuole andare su Marte?
I motivi per cui gli esperti adesso sognano di andare su Marte sono tra i più svariati:
- Seconda casa: in primis si prefigura la possibilità di un possibile pianeta B ( che come sappiamo, non esiste ). Il nostro pianeta Terra sta subendo delle conseguenze disastrose e irreversibili ad opera dei cambiamenti climatici; la naturale conseguenza delle emissioni di anidride carbonica e metano che scombussolano gli ecosistemi del pianeta. Se l’umanità non si impegna a fondo per conservare il pianeta Terra, Marte sarebbe una lontana e utopica seconda casa.
- Supermercato della Terra: altri pensano di ridurre Marte a semplice supermarket della Terra, coltivando lì piante e altri generi alimentari.
- Ammartaggio: la possibilità più concreta è almeno quella di atterrarci. Proprio come avvenne per la luna nel 1969, si prefigura un possibile ammartaggio.
Perché l’uomo non è ancora atterrato su Marte?
Inospitale
La temperatura registrata su Marte è all’incirca -60 C°, il che lo rende un pianeta inospitale. Un ambiente sterile, arido e polveroso è lo scenario in cui potrebbero imbattersi gli astronauti. A tutto questo si aggiunge un’atmosfera rarefatta con poco ossigeno disponibile. In questo quadro quando parliamo di pensiero utopico, ricordiamo ai “possibilisti” quanto sarebbe suggestivo andare a bere un bell’aperitivo su Marte!
Isolati
Gli astronauti vivrebbero isolati per circa 6 mesi su Marte. Dovrebbero quindi curare le loro condizioni igienico- sanitarie nonché alimentari. Ma considerando la distanza tra Terra e Marte di 12 mesi, in condizioni di emergenza nessuno riuscirebbe a salvarli.
Radiazioni
Infine Marte è un pianeta in cui è assente il campo magnetico che protegge la Terra. Il campo magnetico planetario è una specie di enorme scudo in grado di riflettere le particelle cariche del Sole e dei raggi cosmici, che possono persino distruggere il DNA e far ammalare l’uomo di cancro in percentuale maggiore rispetto alla Terra.
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Risolvere il problema delle radiazioni in oncologia
Grazie alla scoperta di questo fungo invece, almeno il problema delle radiazioni sarebbe risolto.
Uno strato di questo fungo di circa 21 centimetri di spessore potrebbe “negare ampiamente l’equivalente dose annuale dell’ambiente di radiazione sulla superficie di Marte“, ha spiegato Nils Averesch dell’università di Stanford a New Scientist.
Come detto in precedenza questo potenziale può essere anche sfruttato per i malati di cancro sottoposti a radioterapia, in modo che possano beneficiare della stessa senza le conseguenze delle radiazioni.
Il professor Clay Wang dell’Università della California del Sud aggiunge: “I progressi nell’uso dei poteri dei funghi per scopi medicinali sono stati graduali, ma sono stati potenziati negli ultimi anni da uno studio in corso che ne ha visto inviare campioni nello spazio“.
Si tratta infatti di funghi inviati sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale che accoglie gli astronauti di tutto il mondo.
Numerose scoperte avvengono ogni giorno e sono state fatte in passato (si pensi alla plastica, che oggi danneggia i mari, ma il cui inventore allora vinse il premio Nobel).
Tutto sta in come utilizzare queste scoperte e che uso farne. Confidiamo in studi di ricerca che mirino a sviluppare e attualizzare le proprietà benefiche del neonato fungo.