Sono Carla Cocco, cantautrice sarda di origine greca con un l’Africa nel sangue…lo Zambia in particolare! Sono fondatrice e Presidente della ODV Africa Sarda (la mia più sensata follia!!) che opera nel cuore del ghetto di Bauleni, a Lusaka, in Zambia da circa due anni. Vi racconto un po di me…
Il mio amore per il continente africano ha radici profonde. Sarà perché la Sardegna è più vicina all’Africa che all’ltalia, sarà perché il popolo sardo è un po’ come quello africano: orgoglioso, vivo, tenace, generoso e forte; un popolo che, seppur nella difficoltà, mantiene intatto il suo sorriso. Sarà anche per questo che mi sono sentita subito a casa quando, nell’ottobre del 2015, sono approdata per la prima volta a Lusaka (Zambia).
Qui ho l’occasione di visitare il compound di Bauleni e passare una giornata con gli abitanti del ghetto e con Diego Mwanza Cassinelli, il responsabile dell’associazione In&Out of the ghetto, un’ organizzazione non governativa e no-profit zambiana, pienamente inserita nel compound di Bauleni, alla periferia di Lusaka“.
Africa Sarda nasce dall’esigenza di dare un’identità giuridica ad un sogno diventato realtà:
Natale 2017, un periodo particolare della mia vita, difficile, avevo bisogno di staccare, di voltare pagina e riprendere in mano la mia vita che era stata stravolta da incontri e persone sbagliate. Ho preso un aereo per Lusaka e ho raggiunto Diego e la sua famiglia. Ho passato il mio primo Natale al ghetto di Bauleni e questo si che mi ha cambiato la vita! Avevo con me la mia chitarra e buttata per terra con i ragazzi gli ho fatto ascoltare No potho reposare, una famosa canzone sarda. Dopo dieci minuti sapevano già cantarla.
Loro mi hanno fatto sentire canzoni a loro care in cynianja, e dopo 2-3 giorni abbiamo registrato un disco, Africa Sarda & is Amigus.
Il disco è stato registrato tra Africa, Brasile e Italia, io ho cantato nella loro lingua locale e i ragazzi del ghetto in sardo”.
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Indice dei contenuti
L’importanza del crowdfunding per i progetti di solidarietà
Tornata in Italia, ho avviato una campagna di crowdfunding, che ha permesso di raccogliere i soldi necessari a costruire una scuola di musica/studio di registrazione nel cuore del ghetto di Bauleni, all’interno del centro sociale Steve Biko Social Center (della sorella zambiana In&Out of the ghetto) e risponde al nome di Africa Sarda Studio.
La struttura, una volta fornita del materiale tecnico necessario, permetterà ai ragazzi di studiare, esercitarsi, incidere autonomamente la propria musica e portarla fuori dal ghetto, anche attraverso l’organizzazione di una serie di concerti, lontano da una realtà che noi tutti immaginiamo.
L’obiettivo è dunque fornire loro la strumentazione e le competenze necessarie per potersi esercitare e perfezionare nella loro attività musicale…come fanno ormai gran parte dei nostri ragazzi, soltanto che quello che sempre più spesso spinge loro in questa direzione è la visibilità, il successo, la fama (i talent insegnano!!!).
“Africa Sarda Studio” ha un obiettivo molto più profondo: permettere ai ragazzi di esprimere la loro creatività, il loro animo artistico e, altresì, di guadagnare, “fuori dal ghetto” (attraverso i concerti), dei soldi che verrebbero poi in parte reinvestiti “dentro il ghetto”.
Uno studio musicale come scuola di vita
In tal modo i ragazzi sarebbero i protagonisti attivi dello sviluppo della comunità in cui vivono e tutto ciò avverrebbe attraverso la musica.
Tra le varie attività Africa Sarda si occupa di promuovere la cultura sarda e africana attraverso la musica. Non ha scopo di lucro e si sostiene esclusivamente grazie alle donazioni delle persone che hanno sposato il progetto.
Lo spirito di Africa Sarda è dunque quello di promuovere e incentivare gli scambi tra la cultura sarda e zambiana, così apparentemente distanti ma assolutamente vicine.
Africa Sarda si sostiene esclusivamente con le purtroppo pochissime donazioni volontarie delle persone che seguono e condividono il progetto.
Con questo post chiedo agli iscritti un aiuto, delle “dritte” per far conoscere e crescere il progetto, per portare avanti le attività a Bauleni, scongiurando il rischio di doverle interrompere per mancanza di risorse.
Il mio intento (pre Covid!) era quello di trasferirmi in Zambia con la mia famiglia, così da poter seguire da vicino il progetto, farlo crescere e provare a costruirci un futuro vicino a quella che è la mia vita, Africa Sarda.
Qui in Italia cerco di organizzare il possibile e il più frequentemente possibile dei concerti di raccolta fondi, nel corso dei quali con la mia Africa sarda Band presento i brani dell’album. Trasmetto inoltre dei video esplicativi girati al ghetto, in modo che le persone possano avvicinarsi e conoscere la realtà e la bellezza di Bauleni, lontano dagli stereotipi che noi tutti immaginiamo.
Questo è quello che riesco a fare nel mio piccolo, avrei bisogno di far conoscere l’iniziativa, in Italia e nel mondo, anche attraverso i concerti. Ma da sola è difficile.
Il problema Covid e richiesta di aiuto: abbiamo bisogno di un forno!
L’emergenza COVID19 si è portata dietro una crisi economica preoccupante a livello mondiale. In un’economia già in crisi, come quella dello Zambia, questo significa fare i conti con lo spettro della fame, specialmente per la gente che abita le aree più densamente popolate del continente.
La NGO “In&Out of the Ghetto”, nostra partnership zambiana, combatte per e con la sua gente all’interno del ghetto, ma sta evidentemente attraversando un momento di profonda difficoltà. Bauleni, la nostra Bauleni, un ghetto di circa 80.000 persone sito alla periferia di Lusaka (Zambia), invece di soccombere alla Pandemia, ha tirato fuori tutta la sua creatività per combattere l’ennesimo mostro che ha cercato di spaventare l’Africa e, questa volta, il mondo intero.
Le donne del posto hanno iniziato a cucire mascherine coloratissime e meravigliose che se non ti salvano dal virus, quantomeno proteggono le altre persone nel caso fossi un contagiato “asintomatico”; lo Steve Biko Social Center (dove è ubicata Africa Sarda) è diventato un centro di sensibilizzazione e di informazione per il Coronavirus, sono stati attivati workshop sull’argomento, distribuiti depliant informativi, mascherine, guanti e sanitizzanti acquistati con le donazioni ricevute durante la quarantena.
Pertanto dopo aver scongiurato (si spera!) il rischio di una più grave pandemia, a Bauleni diventa indispensabile provare a ricostruirsi, a rimettersi in piedi dopo un congelamento delle attività e di quella seppur modesta economia che si era riusciti a mettere in piedi prima dell’emergenza. Allo Steve Biko Social Centre (dove è ubicata “Africa Sarda Studio”) è attiva una sorta di scuola materna, un progetto chiamato “Biko Kids Club” che conta circa 50 bambini, dai 3 ai 6 anni.
I bambini provengono tutti da famiglie vulnerabili, che non hanno la possibilità di far frequentare ai propri figli una scuola “normale”, perché troppo costosa. L’Associazione fornisce a questi bambini tutti gli strumenti necessari per accedere un’educazione scolastica senza rischiare di “rimanere indietro”, pena l’abbandono precoce della scuola.
I bambini frequentano il centro dalle 7:30 alle 15:30, dal Lunedì al Venerdì, pranzo incluso, che si basa su una dieta completa che comprende pesce, carne, legumi e verdure. Africa Sarda si fonda sul concetto di sostenibilità, partecipazione e responsabilità della comunità stessa: le famiglie che possono permetterselo offrono un piccolissimo contributo per la copertura delle spese, ma la maggior parte (com’è facile intuire) non può.
Il resto dei soldi viene da “La Bottega”, un ristorante italo/zambiano nonché progetto di sostenibilità nel quale sono impiegati i ragazzi del ghetto, ma che per via della pandemia è stato chiuso con conseguente annullamento dell’unica fonte di sostentamento economico dei progetti in essere. Nessuna famiglia può più dare il proprio contributo, “La Bottega” è inattiva e così il progetto che ospita questi 50 bambini, dovrà chiudere per mancanza di risorse.
L’emergenza diventa reperire le risorse economiche per “ritirare su” La Bottega, così da poter proseguire il progetto “Biko Kids Club”, per far si che questi 50 bambini non siano nuovamente lasciati allo sbando ma possano continuare a beneficiare di un’istruzione primaria, fondamentale per una crescita sana.
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Pizza italiana a Lusaka per creare posti di lavoro
L’emergenza diventa aiutare Africa Sarda a ripartire con i propri meravigliosi progetti a sostegno di una comunità che non vuole elemosina ma semplicemente poter attivare le proprie risorse per ripartire alla grande.
Come? Diventando gli unici produttori di pizza italiana a Lusaka. Abbiamo bisogno di un forno a legna e del materiale necessario alla produzione delle pizze alla Bottega, abbiamo bisogno di formare i ragazzi di Bauleni al mestiere di pizzaioli. Ma non solo. Insegneremo loro le principali ricette sarde e “La Bottega” diventerebbe l’unico ristorante sardo a Lusaka gestito da Africa Sarda insieme ai ragazzi di Bauleni.
Questo consentirebbe loro di guadagnare dei soldi da reinvestire nella propria comunità, facendola crescere e allontanandola sempre di più dall’idea “pietistica” e di puro assistenzialismo da sempre legata a luoghi come il ghetto di Bauleni nei quali si, “la gente muore di fame”, ma è pronta a faticare e a mettersi in gioco completamente per cambiare il proprio destino.
“La Bottega” diventerebbe un punto di riferimento per la gente di Lusaka e Africa Sarda, inoltre, si occuperebbe anche della direzione artistica della struttura, mantenendo vivo il legame con la nostra Sardegna attraverso la musica e la nostra cucina sarda che verrebbe esportata come mai è stato fatto.
Chiediamo a chiunque legga questo articolo ( privato o aziende ) e che può aiutare o reperire un forno per cucinare la pizza di scriverci o inviarci quello che può per aiutarci a realizzare questo grande sogno.
Insomma … ho bisogno di voi!!!
Se vi fa piacere date un occhiata al sito e alla pagina facebook, spero possiate aiutarci!
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