A volte il web può essere anche il volano di iniziative che aiutano l’ambiente e gli animali: in questo caso occorre nutrire le api che non trovano nettare nei fiori con questo mese di maggio così freddo, che ha portato anche neve al nord e temperature invernali altrove.
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Acqua e zucchero al posto del nettare dei fiori
Non è la prima volta che l’iniziativa viene proposta sul web e, complice la giornata mondiale delle api di lunedì 20 maggio e le pessime condizioni meteo che provocano la perdita di intere fioriture che mettono a dura prova il lavoro delle api, in questi giorni il tam tam su Internet torna a farsi sentire: la soluzione ci sarebbe ed è quella di mettere un cucchiaino di acqua e zucchero per nutrire e aiutare le api in difficoltà
Alla base di tutto, hanno spiegato gli esperti, il meteo di questa primavera che ha visto temperature inferiori alla media, inciso sulla fioritura delle piante e la produzione di nettare, quindi sulla produzione del miele. Addirittura Coldiretti ha spiegato che, per sopravvivere, le api sono costrette a mangiare il poco miele che riescono a produrre.
Diversi gli appelli comparsi in Rete a fare “ognuno nel suo piccolo, qualcosa per aiutare le api”. Come? Diluendo dello zucchero in acqua e lasciando la bevanda zuccherina su un balcone, un davanzale o in giardino. Un’attività che di certo attira gli insetti.
Il parere degli apicoltori su questo metodo fa da te
Ma funziona davvero? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Associazione apicoltori trentini Marco Facchinelli che precisa: “Parliamo di una soluzione di acqua e zucchero al limite della saturazione. Con questo metodo chiaramente non avviene l’impollinazione, ma si nutrono le api. In questo periodo per mancanza totale di nettare si nutrono lì e tornano all’alveare senza nettare”.
“Non è un comportamento dannoso – spiega Facchinelli – se qualcuno lo vuole fare, ma è meglio regalare dieci chili di zucchero a un apicoltore. Per evitare la morte delle api, infatti, in questo periodo noi continuiamo a nutrirle con taniche di sciroppo, così non producono miele, ma almeno ne impediamo la morte“.
Perché è meglio regalare lo zucchero agli apicoltori che metterlo sul balcone? “Non è detto che le api trovino il cucchiaino perché magari è lontano dall’alveare. Meglio aiutare gli apicoltori portando zucchero o sciroppo fatto di zucchero. Si conti che per una famiglia di api servono 3-4 chili di zucchero a settimana. Per chi ha 100 alveari parliamo di circa 300 chilogrammi di zucchero a settimana. Io, ad esempio, ne ho comperati 45 quintali“, dice il presidente degli apicoltori.
Salvare le api ma anche le aziende produttrici
“Nella giornata mondiale delle api si è fatto tanto parlare di api, ma bisogna anche parlare delle aziende perché se sopravvivono le aziende sopravvivono pure le api – prosegue Facchinelli – In questo periodo le stiamo nutrendo non perché facciano del miele, ma perché non muoiano.
Il miele che togliamo alle api è quello in eccesso, tanti chilogrammi se li mangiano. Se non ne producono muoiono. Per questo le nutriamo con lo zucchero, che trasformano in un composto simile al miele che serve per la loro sussistenza. Ma che è molto di meno di quanto produrrebbero con a disposizione il nettare”.
“Speriamo comunque che in qualche regione a breve venga dichiarato lo stato di calamità” conclude Facchinelli.
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Fonte: IlDolomiti
Buon giorno. Mi permetto di suggerire che lo zucchero bianco (saccarosio) non va bene. Lo saccarosio va invertito (invertasi) nei suoi due zuccheri base: fruttosio e glucosio; come: 1kg di zucchero, 1litro di acqua poi bollitura e 2 limoni spremuti. 12/14 ore di riposo ed avremo un ottimo alimento faciente digeribile per le api. Grazie da tutti noi apicoltori.
Meglio un cucchiaio di miele sul davanzale.