Il movimento “Fridays For Future“ nasce con l’intenzione di informare e sensibilizzare i cittadini e le cittadine sul tema dell’emergenza dei nostri giorni riguardante l’ambiente e i nuovi cambiamenti della biosfera: una protesta globale per il clima che si svolge di venerdì.
Consapevole che solo una mobilitazione collettiva e dal basso possa finalmente vincere l’inerzia a cui si è assistito in questi anni, si vuole convincere gli organi decisionali mondiali ad agire concretamente e rapidamente per scongiurare il disastro ambientale dovuto al surriscaldamento globale.
La lezione di Greta per il movimento globale
Un movimento che si è affermato in a livello studentesco, nel mese di marzo 2019, con la proposta a Nobel per Greta Thunberg, la giovane svedese che ha portato per l’ennesima volta nella storia alla ribalta il tema di una speranza per l’ambiente e la salvaguardia di Madre Natura.
Questi scioperi sono tornati a portare anche per le strade e nelle piazze una protesta pacifica e colorata che vuole mettere un punto di ripartenza nella storia di questa società, invocando una critica alla base di questo modello di sviluppo basato sul mero calcolo economico e finanziario.
L’Italia, con 235 raduni organizzati, è il Paese più attivo, prima di Francia (216), Germania (199), Stati Uniti (168), Svezia (129) e Gran Bretagna (111). In Europa la manifestazione coinvolge gli studenti anche in Spagna (65), Portogallo (36), Belgio (31), Irlanda (31) e Finlandia (26).
Protesta globale per il clima: si dichiari lo stato di emergenza
Cosi anche ieri 24 maggio in moltissime località italiane tanti gruppi di studenti hanno lanciato un altro drammatico appello alle istituzioni e ai governanti di oggi: si dichiari lo stato di emergenza.
Tutti infatti abbiamo la tremenda sensazione che sia già troppo tardi, che l’equilibrio della natura sia già compromesso definitivamente, da una parte con le emissioni di gas serra inquinanti che tendono a far aumentare la temperatura del globo, dall’altro con un inquinamento sempre più invasivo tra plastiche e derivati del petrolio, che sa facendo morire grandi parti dei nostri oceani, contaminandone la flora e la fauna per sempre, ad esempio con i fenomeno delle microplastiche.
I piccoli passi avanti che si stanno facendo a livello europeo, ad esempio con la messa al bando delle plastiche usa e getta e monouso con la recente disposizione di legge, non si ritengono ancora sufficienti per un vero e proprio cambio di passo.
‘No time left’ recita il cartello appeso ad un ecologico risciò che ha aperto il corteo di giovani, mentre i tamburi scandivano il tempo di quel futuro che le nuove generazioni si vedono “rubato”.
Le nuove generazioni e l’idea di futuro
Questa seconda volta la protesta prende corpo alla vigilia del voto europeo per molti Paesi, mentre per altri persino in concomitanza con la chiamata alle urne. I primi a scendere in strada, per il fuso orario, sono stati i giovani di Australia e Nuova Zelanda, e a seguire le manifestazioni sono partite in moltissimi paesi del mondo.
In Italia la protesta è andata in scena in diverse città. A Milano circa 30mila persone hanno partecipato al corteo partito da piazza Cairoli verso piazza Duca d’Aosta. Tra gli slogan scritti sui cartelli: ”Ci siamo rotti i polmoni”. Con una richiesta precisa da parte del movimento: “che, dopo il Comune di Milano, anche la Regione Lombardia dichiari l’emergenza climatica e ambientale. Vogliamo risposte reali, basta promesse”.
A Roma una partecipazione più bassa con più di 10mila manifestanti: “Siamo qui in oltre 10mila persone, siamo noi, i giovani, la generazione a cui avete chiesto di sopportare con pazienza, ma non c’è più pazienza, perché non c’è più tempo.
Noi non ci fidiamo più degli adulti, è per questo che abbiamo preso in mano la nostra vita e siamo qui a dirvi che non vi crediamo più”, hanno detto i giovani romani dei Fridays for future di Roma. Anche a Firenze circa tremila persone, in gran parte giovani e giovanissimi, hanno manifestato da piazza Santa Maria Novella al parco delle Cascine. ”Se ci rubate il futuro noi blocchiamo la città”, uno degli slogan.
Lo scenario prefigurato da alcuni studiosi più ottimisti: il raggiungimento di zero emissioni nel 2040
L’appuntamento per tutti è il 20 settembre 2019, secondo le stesse parole di Greta Thunberg e Luisa Neubauer: “Questo è un compito per tutta l’umanità: venerdì 20 settembre inizieremo una settimana d’azione per il clima con uno sciopero mondiale. Ti chiediamo di unirti a noi: facciamo di questo appuntamento un punto di svolta nella storia”.