In piena pandemia Covid-19, a Chernobyl, in Ucraina, si sono registrate radiazioni 16 volte superiori alla norma.
Tutto è partito da un incendio, di origine dolosa, per il quale la polizia ucraina ha confermato l’arresto di un 27enne, con l’accusa di aver appiccato le fiamme nella zona di esclusione attorno all’ex centrale nucleare.
Il rogo, divampato sabato 4 aprile, ha devastato 20 ettari di terreno situato attorno alla centrale e complessivamente 100 ettari boschivi, tanto che per domarlo il governo ucraino ha mobilitato 2 aerei, 1 elicottero e 130 vigili del fuoco.
A pochi giorni dal 34° anniversario dal tragico disastro nucleare del 1986, che avvenne il 26 aprile, Chernobyl è nuovamente martoriata.
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Il parere delle autorità e quello di Firsov sull’incendio doloso
Contrastanti sono le informazioni fornite dalle autorità locali che, prima hanno riconosciuto di aver riscontrato “difficoltà” a intervenire, proprio a causa dell’aumentare delle radiazioni generate dalle fiamme e poi hanno provveduto a rassicurare, sostenendo di aver messo al sicuro le comunità che vivono nei dintorni e che non c’è nessun pericolo di radioattività.
Diversa, invece, è la posizione di Yegor Firsov, capo del servizio di ispezione ecologico ucraino che, domenica scorsa, sul suo profilo Facebook, mostrando un contatore Geiger, ha affermato: “Brutte notizie, visto che le radiazioni sono al di sopra della norma nel luogo dell’incendio. Come vedete nel video, gli indicatori segnano o,14 e 2,3”, mostrando quindi un livello di radioattività 16 volte superiore al normale.
Firsov ha denunciato, inoltre, la mancanza di sanzioni severe per gli incendi dolosi, dicendo: “Purtroppo di solito si raggiungono le riforme solo quando si verificano problemi. Il problema di bruciare la vegetazione da parte dei cittadini incoscienti, in primavera e in autunno, è stato a lungo molto grave nel nostro paese, tuttavia la multa per tale violazione è ancora di soli 175 grivnie(circa 6 euro). E oggi vediamo lo stesso schema: campi, canneti, foreste stanno bruciando in tutte le regioni”.
“Questa barbarie deve finalmente essere fermata. Nella prima seduta del parlamento, i deputati devono aumentare in modo significativo le sanzioni per incendio doloso. In assenza di una mascherina ( Firsov fa riferimento ai decreti sul Coronavirus) ora puoi essere multato per 17 mila grivnie (circa 600 euro), mentre per incendio doloso, che può essere mortale, la multa è trascurabile. La penalità per incendio doloso dovrebbe aumentare 50 o 100 volte”.
Gli incendi dolosi sono spesso legati alla vendita clandestina di legname
Gli incendi nelle foreste vicine a Chernobyl si verificano, purtroppo, regolarmente.
Già a giugno 2018, ad esempio, si ebbe un incendio doloso. L’allora capo della protezione civile ucraina, Mikola Chechotkin, organizzò un’indagine ufficiale, ritrovando alcune torce abbandonate nella zona ma non si registrò, come in questo caso, un picco delle radiazioni connesso alle fiamme.
Si ipotizza che alla base di diversi incendi dolosi ci sia il disboscamento illegale e la vendita clandestina di legname che alimenta un giro d’affari di decine di milioni all’anno.
Roman Bockala, capo di Stop Corruption, organizzazione no profit della capitale ucraina, in merito, si era pronunciato così: “Questi sono incendi provocati per far si che la foresta danneggiata possa essere abbattuta senza problemi e portata via come legname”.
La situazione attuale a Chernobyl
L’impianto è stato chiuso nel 2000 e dal 2016, come noto, è stata installata una gigantesca cupola protettiva nel quarto reattore, dove si verificò la terrificante esplosione nell’86’.
La popolazione non è autorizzata a risiedere nella zona per un raggio di 30 km.
Nonostante ciò, nel 2019 Chernobyl ha ricevuto un numero record di 100 mila turisti, desiderosi di visitare il luogo della sciagura che ha ispirato l’omonima serie evento Sky-Hbo.