L’arnica montana è una preziosa pianta dalle spiccate proprietà antisettiche, antinfiammatorie e antidolorifiche. Abbiamo imparato ad apprezzarne l’utilità, quando abbiamo affiancato il suo uso a quello dell’artiglio del diavolo nel trattamento del dolore.
I vantaggi dell’uso di questa preziosa pianta a livello topico sono ben chiari a molti. Meno chiaro invece è il meccanismo d’azione a livello cellulare. O almeno lo era, prima che divenisse oggetto di studio di un gruppo di ricerca italiano.
Alcuni studiosi italiani appartenenti all’Università di Verona e all’Università di Milano-Bicocca hanno infatti provato a dimostrare in laboratorio la sua efficacia. I risultati dello studio sono stati poi pubblicati sulla rivista PlosOne.
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Arnica: Lo studio italiano
La ricerca, che prende il titolo di “Arnica montana stimulates extracellular matrix gene expression in a macrophage cell line differentiated to wound-healing phenotype”, aveva lo scopo di indagare l’azione dell’Arnica montana a basso dosaggio sull’espressione genica nei macrofagi umani. I risultati sono stati sorprendenti.
Gli studiosi italiani hanno sottoposto una coltura di macrofagi a dei trattamenti con Arnica a diverse diluizioni omeopatiche per 24 ore. Le cellule sono state differenziate con interleuchina-4, in modo da somigliare a quelle che si trovano nelle ferite umane.
I ricercatori hanno proceduto così all’analisi della totalità dei geni espressi dai macrofagi con una tecnica chiamata “Next-generation sequencing”.
Durante i test, è stato evidenziato l’aumento statisticamente significativo di 7 geni di cui 3 collegati alla matrice extracellulare del tessuto connettivo. L’esame delle proteine ha confermato un incremento statisticamente significativo della produzione di fibronectina.
Gli stessi gruppi di geni sono stati trattati incrementando le diluzioni di Arnica m. (3c, 5c, 9c, 15c), sebbene con effetti di minore entità.
I risultati della ricerca
In conclusione, affermano i ricercatori, i risultati di questo lavoro, considerati nel loro insieme, forniscono nuove e importanti informazioni sull’azione guaritrice e riparatrice dei tessuti attraverso l’utilizzo dell’Arnica montana, individuando allo stesso tempo nella regolazione a matrice extracellulare da parte dei macrofagi un obiettivo terapeutico.
“L’importanza funzionale dell’effetto di Arnica – proseguono gli studiosi – è sottolineata anche dalla scoperta che se si opera artificialmente un graffio dello strato cellulare, i macrofagi lo riparano più velocemente: in sintesi, le cellule sono dotate di un’altissima sensibilità a livello della regolazione dell’espressione genica ed è suggestivo sapere che il DNA dei macrofagi umani è ultra-sensibile a tale tipo di regolazione da parte di una pianta conosciuta da secoli per le sue proprietà medicinali”.
Il potere omeopatico dell’Arnica montana
L’Arnica montana è spesso adoperata come rimedio naturale e omeopatico nella cura di acne, contusioni, eruzioni cutanee, ferite e dolori muscolari.
Disponibile sotto forma di compresse, unguento, crema e gel, può essere assunta sia oralmente che adoperata per uso topico. Importantissimo, comunque, è evitare il fai da te, affidandosi invece alle indicazioni di un erborista o un esperto di fiducia che vi saprà indicare come adoperare al meglio questo rimedio, in totale sicurezza.
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Foto: Joan Simon