La pratica dell’agricoltura biologica include il concetto della non-lavorazione e la crescita come da natura di erbe spontanee, senza l’utilizzo di alcun fertilizzante o di trattamento di alcun tipo, come il classico rame. Le piante godono di ottima salute senza l’utilizzo della chimica, e producono con rese maggiori.
L’importanza delle Erbe Spontanee in colture permanenti come Vigneti, Uliveti e Frutteti in generale, è per fortuna sempre più riconosciuta e molte aziende decidono di appendere la fresa “al chiodo” in favore di semplicissimi sfalci.
Indice dei contenuti
- 1 Interazione delle erbe spontanee con le colture agricole permanenti
- 2 Una nuova agricoltura che non inquina i terreni
- 2.0.1 Fertilizzanti chimici tra i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici
- 2.0.2 Meno fertilizzanti, maggiori raccolti e più soldi: l’innovazione agricola dalla Cina
- 2.0.3 5 sostanze confermate nel trattamento di piante e prodotti provenienti da agricoltura biologica
- 2.0.4 Pesticidi nel piatto: oltre 1.170 tonnellate usate in 2 anni in India
- 2.0.5 Come attirare gli insetti utili che proteggono il nostro orto
- 2.0.6 Cos’è il FOOD FOREST : come creare cibo da un orto selvatico
Interazione delle erbe spontanee con le colture agricole permanenti
1) Non competono con l’apparato radicale di alberi e arbusti in quanto operano a livelli differenti, inoltre la competizione avverrebbe solo nel brevissimo termine, mentre nel medio-lungo termine le spontanee apportano sali minerali ciclicamente grazie alla loro decomposizione in campo.
2) Le erbe spontanee permettono di non perdere minerali (che devono poi essere reintegrati tramite fertilizzanti esterni), poiché con le loro radici li assorbono durante le piogge. Senza di esse, con il terreno lavorato e vuoto, i sali minerali vengono portati via con le piogge (lisciviazione).
3) Permettono grazie alle loro radici una maggiore permeabilità dell’acqua, evitando i classici fenomeni di allagamento e ristagno dei suoli lavorati, soprattutto se argillosi, che formano uno strato impermeabile per poi diventare duro come cemento. L’esatto opposto di quanto viene propagandato nel mondo dell’agricoltura convenzionale.
4) Le erbe spontanee rilasciano nel suolo (come tutte le piante) essudati zuccherini tramite le loro radici, che vanno a nutrire la vita microbica del suolo in un equilibrio che rende più sane e resistenti le piante. Un po’ come accade nel nostro intestino, dove il sistema immunitario viene compromesso quando la flora batterica non è adeguata. Le lavorazioni del suolo distruggono questo equilibrio. Le piante sono meno sane e tendono ad ammalarsi più facilmente.
5) Le erbe spontanee permettono di mitigare eventuali infestazioni di parassiti. In un campo lavorato, dove non vi è altro che la coltura principale, i parassiti non possono che concentrarsi e prosperare sulle nostre colture. Con la presenza delle spontanee i parassiti tendono a distribuirsi maggiormente, inoltre possono arrivare e prosperare altri insetti predatori in grado di creare equilibri e non richiedere di intervenire con trattamenti specifici.
6) Erbe spontanee: aiutano a mantenere umido il terreno, rallentando l’evaporazione dell’acqua, fenomeno utilissimo in estate. Inoltre le spontanee di notte fungono da condensatori di vapore, permettendo l’infiltrazione di acqua nel suolo e diminuendo l’umidità dell’aria che può aiutare le classiche malattie fungine.
7) Le spontanee richiamano molti piccoli animali, uccelli, ricci, rospi, i quali apportano ulteriore sostanza organica nel nostro campo grazie alle loro deiezioni.
8) Spesso tra le spontanee troviamo leguminose, che fissano azoto nel terreno.
Una nuova agricoltura che non inquina i terreni
Quindi, perché perdere tempo, fatica, soldi, per di più inquinando, per fare qualcosa che addirittura danneggia le nostre colture?
Colture sane possono esistere solo su un suolo sano, altrimenti sarà necessario intervenire continuamente con interventi esterni quali fertilizzanti e trattamenti vari.
Un paio di sfalci l’anno potrebbero essere già più che sufficienti a gestire un vigneto o un frutteto qualsiasi. Anzi, nei casi di terreni devastati dalle lavorazioni, sarebbe utile seminare mix di spontanee tra cui leguminose perenni quali trifoglio nano o erba medica. Chi ci dice che il terreno va lavorato per forza, forse punta più a vendere macchinari e prodotti chimici che non ad una sana agricoltura.
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