E’ un dato di fatto conosciuto ai più, e sempre negato dai proibizionisti: la cannabis terapeutica è una realtà, alla luce dei numerosi studi fatti nel 2018 anche sul CBD, è necessario riqualificarla. Sono proprio queste le raccomandazioni che l’ Organizzazione mondiale della sanità ha provveduto ad inviare ai governi con questa finalità: eliminare la cannabis dall’elenco IV della Convenzione unica sugli stupefacenti.
E’ questa una novità sostanziale, dopo più di mezzo secolo in cui l’Oms faceva rientrare la cannabis tra gli stupefacenti considerati pericolosi e senza alcun valore terapeutico.
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Perchè la Cannabis era considerato uno stupefacente
Come ci dice l’Associazione Luca Coscioni, l’inserimento della cannabis nelle Tabelle I e IV della Convenzione del 1961 non avvenne e seguito di una valutazione scientifica da parte dell’Oms; oggi, dato il diffuso uso medico della sostanza e dei suoi derivati, l’inclusione nella tabella IV risulterebbe ancor meno giustificabile di 57 anni fa.
Le definizioni ambigue delle sostanze legate alla cannabis e poste sotto controllo internazionale, oltre che la classificazione delle sue infiorescenze, resine ed estratti come “stupefacenti” e i suoi composti attivi come “sostanze psicotrope” sono state stigmatizzate in passato tanto dal Comitato di esperti dell’Oms quanto la giunta internazionale sugli stupefacenti.
La situazione censoria da parte dell’OMS ha portato a generare meccanismi davvero perversi, come ci spiega Marco Perduca, ex Senatore dei Radicali: “Se il mondo ricco può usare terapie a base di cannabis, non si capisce perché i paesi vittime del proibizionismo Occidentale non possano coltivare la cannabis, spesso pianta tradizionale, e aiutare i propri cittadini proprio come quelli dei Paesi che, dal dopoguerra a oggi, han imposto leggi draconiane contro produzione e uso terapeutico della pianta medica”.
Per chiarire la situazione paradossale sulla cultura e la comunicazione nel nostro paese e l’invasività del pensiero proibizionista, ricordiamo che recentemente anche Facebook ha utilizzato la spada della censura, addirittura chiudendo gruppi tematici sul CBD, dove ad esempio malati si lamentavano dell’impossibilità di reperire medicinali per curare le proprie specifiche patologie. E questo, in uno Stato di Diritto, è, e socialmente immorale, e francamente, inaccettabile.
Rapporto OMS sul CBD
Secondo il resoconto finale redatto degli esperti dell’OMS sulla base della letteratura scientifica che era stata utilizzata per la sessione sulla cannabis, “è stato dimostrato che il CBD, in alcuni casi, cura l’epilessia. Negli Stati Uniti, un prodotto a base di CBD, l’Epidiolex, è stato recentemente approvato dalla FDA ”. Le persone usano anche prodotti CBD – oli, integratori, gomme ed estratti – per curare da soli molti disturbi minori, afferma il rapporto.
Rapporto OMS sul THC
E’ quasi impossibile che si possa verificare un’overdose da THC. Una persona del peso di 70 kili, ad esempio, avrebbe bisogno di consumare circa 4 grammi di THC, l’equivalente di 260 spinelli contemporaneamente, per avere un’overdose. (Dati confermati a più riprese anche dalla DEA americana). Il THC può provocare “disorganizzazione concettuale, pensiero frammentato, sospettosità, delusioni paranoiche e grandiose e distorsioni percettive” sebbene tutte temporanee.
Si stima che a livello mondiale siano 183 milioni gli adulti abbiano usato cannabis nel 2015. La pianta è cresciuta in 135 paesi ed è la “sostanza psicotropa” più prodotta al mondo.
Sebbene la cannabis sia una sostanza relativamente sicura, il disturbo dell’uso di cannabis, noto anche come dipendenza dalla cannabis, è abbastanza comune. Circa un consumatore di cannabis su otto è considerato “dipendente”;
Le donne incinte non dovrebbero utilizzare la Cannabis con THC. Esistono forti prove del fatto che fumare durante la gravidanza può ridurre il peso alla nascita dei neonati.
I bambini/ adolescenti possono essere vulnerabili agli effetti negativi della cannabis. Rapporti recenti indicano che i bambini che la consumano accidentalmente possono sperimentare depressione respiratoria, battito cardiaco accelerato o, in casi gravi, coma temporaneo.
Il THC viene utilizzato per una serie di usi medici, per alleviare i sintomi e per curare patologie anche gravi e complesse da affrontare con la farmacologia tradizionale. L’Italia lo scorso anno ha dovuto acquistare Marijuana al THC dall’Olanda per un valore di oltre 500 milioni di euro per curare i propri malati!
La Cannabis terapeutica riconosciuta dal diritto internazionale
Si avvia a rompersi, così, uno dei tabù che duravano dal 1961, anno in cui questo tipo di sostanze furono inserite nella Tabella IV della Convenzione Unica che racchiude gli stupefacenti considerati particolarmente pericolosi e senza alcuna importanza terapeutica; come abbiamo scritto sopra, senza nessuna evidenza scientifica, ma spinta dalla deriva proibizionista ( creata dalle varie lobbies farmaco/industriali )
L’Oms si appresta a chiarire che i preparati a base di cannabidiolo e concentrati sul CBD contenenti non più dello 0,2% di THC sono “non sotto controllo internazionale”, anche se, in precedenza, l’Oms aveva già sottolineato che il CBD non va incluso nelle convenzioni internazionali. Estratti di cannabis e tinture saranno quindi rimossi dalla Tabella I della Convenzione unica sugli stupefacenti e composti farmaceutici contenenti THC dovrebbero essere inseriti nell’Allegato III di quella convenzione.
Dopo un parere favorevole risalente già a due anni fa, per la prima volta dal 1961, insomma, lo status della cannabis nel diritto internazionale sta cambiando. Le raccomandazioni scientifiche dell’Oms sul valore terapeutico e sui danni correlati alla Cannabis sativa L., che abrogano il divieto di cannabis medica del 1950, potrebbero cambiare le politiche a livello globale e le riforme a livello nazionale.
Nel marzo del 2016, il gruppo di esperti di cannabis di fama mondiale convocati dall’organizzazione dei pazienti “Americans for Safe Access” presentò all’Oms un documento che dimostrava l’utilità medica della cannabis e, nel novembre 2016, la stessa Oms accettò di effettuare una revisione che si è poi svolta in più fasi ed è arrivata all’emissione di queste raccomandazioni al Comitato delle Nazioni Unite sugli stupefacenti.
Nello specifico, l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede ora la rimozione della pianta intera di marijuana e della resina di cannabis dall’elenco IV, la categoria più restrittiva della convenzione sulla droga del 1961, e che il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e i suoi isomeri siano completamente rimossi da un trattato di droga del 1971 separato e aggiunti alla Tabella I della convenzione del 1961.
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