La violenza psicologica è una delle peggiori forme di abuso nei confronti delle altre persone. Soprattutto perché è un modo più subdolo, ma non meno pericoloso, di controllare gli altri.
Tra le peggiori forme di abuso nei confronti dei più deboli e fragili tra noi, c’è sicuramente la violenza psicologica. Essa può avere conseguenze anche più nefaste di quella fisica. Perché è più sottile e insidiosa, più perversa. Può essere anche molto difficile da individuare. E per questa ragione la vittima può essere addirittura portata a ignorarla e sottovalutarla. In realtà, è una delle forme di esercizio di potere e controllo sull’altro tra le più potenti e distruttive.
Quando è molto grave, la violenza psicologica porta a distruggere psicologicamente l’altro. Nei casi più “lievi” (ma comunque pericolosi), si tende a sottolineare l’inferiorità di chi ci sta accanto, in ogni momento. La vittima perde coscienza del proprio valore e si sente lesa nella propria integrità morale e psicologica.
Ci sono conseguenze anche molto gravi per chi subisce forme di abuso e violenza psicologica. Effetti che possono interessare anche il copro e non solo la mente. Le vittime hanno spesso disturbi dell’alimentazione, abusano di alcool e droghe, sono più inclini a essere inattivi e abulici. Si può arrivare a comportamenti autolesionisti anche molto gravi, fino a decidere il suicidio. Le vittime possono diventare a loro volta pericolose per gli altri. Rabbia, eccessiva irritabilità, addirittura violenza fisica sugli altri e persino omicidio, sono tra le conseguenze più nefaste.
Per quanto riguarda gli effetti psicologici, ricordiamo depressione e ansia, fobie e attacchi di panico. Ci si sente disperati, con pochissima stima di sé, distaccati emotivamente. Si arriva a soffrire di disturbo post-traumatico da stress (stati dissociativi, perdita del senso della realtà, incapacità di concentrazione, amnesia, manie di persecuzione, paranoie).
Si tratta di un fenomeno assolutamente da non sottovalutare. E quando si riconosce l’effetto di una violenza psicologica sulla propria esistenza, si deve necessariamente rivolgersi a uno specialista.
Cerchiamo di capire come riconoscerla.
Distacco emotivo
La vittima di violenza psicologica si sente molto spesso isolata. Vive in un mondo come un’osservatrice esterna, non come una persona partecipe. È tutto come sospeso nel vuoto, bloccato. Le persone affette da distacco emotivo non avvertono un malessere psicologico, ma neanche possono dire di star bene. Spesso non provano più emozioni. Quando “dovrebbero” sentirsi felici, in realtà non lo sono. Questo distacco ha spesso come conseguenza la disperazione e la sensazione di essere sbagliati. Queste persone si sentono danneggiate in maniera permanente, non in grado di provare più emozioni in maniera ‘normale’.
Costante bisogno di approvazione
È una delle conseguenze più insidiose, perché si manifesta sotto forma di comportamenti socialmente accettabili. È ‘obbligatorio’ essere belli, essere di successo. Ci si concentra tantissimo sul proprio aspetto fisico e su ciò che gli altri pensano di noi. In realtà, in sottofondo, una voce cerca di convincerci che non siamo abbastanza se gli altri non ci approvano sempre, costantemente. Questa è una bugia radicalmente impressa nel cuore di molte vittime di abusi. Il nostro valore come esseri umani non dipende dal nostro successo o dal nostro aspetto, né da quanto gli altri ci lodino.
Anche perché questa fame di approvazione non è mai placata. E si trasforma allora in senso di colpa, senso di fallimento, gelosia.
Risentimento
Il risentimento è come un sedimento che si accumula sul fondo di un fiume nel corso degli anni. È una generale sensazione di malessere nei confronti di chi ci circonda e della realtà. Le cose “non dovrebbero andare così”, la gente “non dovrebbe comportarsi in questo modo”. I segni più comuni di questo atteggiamento sono l’irritabilità, il senso di colpa, la frustrazione e la costante impazienza. Ci sono anche conseguenze fisiche: cambiamenti di pressione sanguigna, senso di oppressione al petto, al cuore.
Questa continua sensazione di risentimento è altamente tossica, anche se non è semplice liberarsene. Innanzitutto, non dobbiamo sentirci in colpa se proviamo risentimento: è una cosa naturale. Tra i metodi di guarigione più consigliati quando si ‘soffre’ di risentimento è cominciare a perdonare se stessi. Non concentrarsi, cioè, sulle cattiverie altrui, ma avere un po’ di compassione per se stessi e per le ferite che ci portiamo dentro.
Analisi continua dei comportamenti altrui
Lentamente, nelle persone vittime di violenza psicologica viene meno la fiducia negli altri. In tutti gli altri. Si analizza ossessivamente ciò che fanno le persone che ci circondano, ciò che dicono, ciò che pensano. E si cade in uno stato di paranoia evidente. Si tratta ovviamente di meccanismi di protezione: non si vuole apparire deboli o mancanti di fronte agli altri.
Ansia e depressione
Come abbiamo accennato, le vittime di abusi e violenza psicologica avvertono tutta una serie di disturbi, fisici, psicologici e psicosomatici. L’insonnia, per esempio. Disturbi dell’alimentazione e dell’appetito. Spesso si avverte paura costante, sensazioni di morte e disperazione. È il modo in cui il corpo e la mente cercano di dire ‘basta’ agli abusi.
Foto