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Birra al glifosato. Un’analisi dell’Istituto per l’ambiente di Monaco ha riscontrato la presenza del pesticida in diversi campioni esaminati, tra cui Beck’s e Paulaner
Dalla Beck’s alla Paulaner, passando anche per la Franziskaner, sono diverse le marche di birra tedesche passate sotto la lente d’ingrandimento per la presenza di glifosato.
Il pesticida trovato nella Paulaner e altre marche di birra
Nei giorni scorsi, un’analisi dell’Istituto per l’ambiente di Monaco ha infatti riscontrato la presenza del pesticida in diversi campioni esaminati.
Il test ha coinvolto 14 marche fra le più note in Germania. Si tratta di: Beck’s, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever.
I livelli registrati oscillano fra 0,46 e 29,74 microgrammi per litro, nei casi più estremi quasi 300 volte superiori a 0,1 microgrammi, il limite consentito dalla legge per l’acqua potabile. Per la birra non esiste un limite stabilito dalla legge.
Le reazioni degli esperti
A riguardo, le reazioni e i giudizi degli esperti sono stati vari e contrastanti. Così come contrastanti sono i pareri dei diversi organi preposti sulla pericolosità o meno di questa sostanza.
Ricordiamo che lo scorso anno, lo Iar, (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), l’organismo scientifico collegato all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha introdotto la sostanza chimica tra quelle pesantemente sospettate di provocare tumori e danni al Dna.
A novembre dello stesso anno, l’EFSA ne ha invece decretato la non cancerogenicità. Una decisione che ha scatenato le ire e le reazioni di diverse associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica.
Come dicevamo, la notizia del ritrovamento di tracce di glifosato nelle birre tedesche ha suscitato pareri contrastanti.
Secondo l’Istituto federale per la valutazione del rischio (Bfr) residui di glifosato nella birra sono “dal punto di vista scientifico plausibili“, ma non sarebbero pericolosi, visto che “un adulto dovrebbe bere intorno ai mille litri di birra al giorno per assumere una quantità di glifosato preoccupante per la salute“.
Secondo l’Unione dei birrai tedeschi lo studio “non è credibile”. Esisterebbe, infatti, un sistema di controllo per il malto d’orzo che non avrebbe mai fatto riscontrare superamenti dei limiti massimi permessi per i residui di glifosato.
L’Unione dei coltivatori tedeschi (Dbv) ritiene invece che la colpa della presenza del glifosato possa venire dall’importazione delle materie prime. “In Germania abbiamo la più ferrea regolamentazione per la tutela delle piante“, ha detto un portavoce dell’associazione a Berlino. È invece plausibile che tracce di glifosato siano finite nella catena di produzione con l’importazione di malto d’orzo, ha aggiunto.
Nonostante le dichiarazioni, il dubbio su come il pesticida sia entrato nei prodotti rimangono.
Il problema glifosato
Nei prossimi giorni, la Commissione UE discuterà con gli Stati Membri del rinnovo dell’autorizzazione per l’utilizzo in Europa del glifosato, usato tra l’altro per produrre l’erbicida “Roundup” di Monsanto (e altri 750 formulati). Secondo indiscrezioni, la Commissione sarebbe orientata ad autorizzare il glifosato purché non in combinazione con le tallowamine.
A tal proposito, un tavolo di 32 associazioni ha scritto al governo italiano per assumere posizione contraria in merito. La richiesta è mettere al bando la produzione, commercializzazione ed uso di questo pesticida in Europa.
Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo, con 8,6 miliardi di chilogrammi spruzzati nel 2014.
La sostanza è usata, tra gli altri, dalla Monsanto per il suo “Roundup”. Si tratta del diserbante associato alle sementi geneticamente modificate “Roundup Ready”.
A gennaio 2016, la Monsanto ha fatto causa allo stato della California che aveva proposto di inserire il glifosato nella sua lista delle sostanze cancerogene.
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Bravi bravi bravi tutti! Non mollate!