Sarà capitato a molti genitori di vedere i figli scatenarsi silenziosamente davanti allo scherno di uno smartphone senza sapere cosa stessero facendo ma molto probabilmente, in molti erano alle prese con Tik Tok, l’app che sta spopolando tra bambini e adolescenti, tanto da essere definita la nuova frontiera dei social.
Tik Tok non è altro che il vecchio Musica.ly, nato nel 2014 e acquistato nel 2017, per poco meno di un miliardo di dollari, dalla cinese ByteDance, che lo ha lanciato con il nuovo nome ad agosto del 2018.
Se inizialmente l’app era utilizzata soprattutto per ballare e cantare in playback, tecnicamente lip-sync, la propria canzone preferita, le cose adesso stanno cambiando e non certo in meglio.
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Come tutelare i nostri figli dai rischi di Tik Tok
Gli utenti di Tik Tok, come noto, possono realizzare brevi clip musicali della durata tra i 15 e i 10 secondi, modificando la velocità di riproduzione, aggiungendo filtri ed effetti particolari. Insomma, l’app fra proseliti anche in Italia, facendo diventare famosi ragazzini e ragazzine in brevissimo tempo.
Ma è sicura? Crea problemi ai nostri figli? Come tutelarli dai suoi rischi? Ecco alcuni consigli:
- è importante che i genitori, in primis, conoscano i rischi di questa app in quanto i bambini, sin da piccoli, necessitano di una guida che possa fungere da filtro rispetto ai contenuti che si incontrano in rete
- per registrarsi bisogna avere 13 anni
- è consigliabile prediligere un profilo privato, in modo che a vedere i video siano solo gli amici a cui sia stata concessa la possibilità di visualizzazione del profilo
- nell’attivazione dell’account, non vanno mai condivise informazioni private per non essere facilmente rintracciabili. Utilizzate nomi di fantasia, disabilitate la geo-localizzazione e non fate mai sapere dove si abita e il proprio numero di telefono
- la password, in fase di registrazione deve essere sicura, difficile da comunicare e soprattutto non deve essere condivisa con altri
- per filmare i minori e pubblicarne il contenuto in rete serve il consenso dei genitori, regola che serve a tutelare la loro immagine in rete
- essenziale è avere un dialogo aperto con i propri figli, senza tabù, sin da quando sono piccoli, mettendoli bene in guardia sui pericoli della rete, in modo che questi ultimi parlino con i genitori affinché possano intervenire in caso di bisogno
- è importante riflettere con i figli sul fatto che quando un filmato finisce in rete, se ne perde il controllo ed esso può rimbalzare all’infinito tra i vari siti ed essere visualizzato da milioni di persone
- prima di pubblicare, quindi, è doveroso riflettere sul fatto che quel contenuto possa ledere, anche in futuro, la reputazione propria o quella delle persone vicine.
Tik Tok e il pericolo pedofilia
Se una volta il giardinetto, il campetto, l’uscita dalla scuola erano i luoghi di ritrovo, oggi tutto ciò è solo un vecchio ricordo in quanto Tik Tok, come altre applicazioni, è un mare pescoso per i pedofili 2.0.
I cacciatori di ragazzini qui ci sguazzano, quasi mai con le loro vere sembianze, creando un profilo falso o più di uno e tendendo la rete.
Come? Fingendo di essere un pischello smaliziato, un’adolescente disinibita pur di adescare la loro vittima.
Si parla a riguardo di reato di adescamento di minorenni; un reato introdotto nel nostro codice penale nel 2012, all’art 609 undecies e punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da 1 a 3 anni.
Per adescamento si intende qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce, posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione.
Non solo pedofilia, ecco gli altri reati
Ma le denunce dei genitori vanno ben oltre la pedofilia. A spaventarli è che spesso, dietro sketch divertenti si celino:
- video a sfondo sessuale
- autolesionismo
- riferimenti espliciti al suicidio
- cyberbullismo
- pornografia
Ma non si può sottovalutare la gravità dell’ultima violenta sfida di Tik Tok: si chiama Skullbreaker Challenge e si sta espandendo a macchia d’olio, coinvolgendo bambini e adolescenti ignari di quanto sta per accadere loro.
La dinamica è questa:
- due dei partecipanti, che sanno di cosa si tratta. coinvolgono una vittima
- i 3, allineati orizzontalmente, saltano alternativamente mentre la scena viene ripresa da uno smartphone
- quando arriva il turno del ragazzo al centro, i due ai lati gli fanno uno specie di sgambetto, spingendo in avanti le gambe della povera vittima
- il malcapitato cade violentemente di schiena a terra col rischio di sviluppare fratture, emorragie, perdita di coscienza, convulsioni sino alla morte.
La Polizia di stato raccomanda estrema attenzione e mette in guardia le famiglie riguardo i numerosi rischi di questa sconcertante pratica, definita in America Latina Rompe Craneo o Craneo roto, nonostante il concetto non cambi.
I genitori devono far comprendere ai loro figli la gravità dell’emulazione e dell’accettazione di sfide come questa, segnalando alla Polizia Postale il ricevimento, da parte dei loro piccoli, di video riguardanti la Skullbreaker Challenge .
Intanto l’allarme rosso su Tik Tok è stato lanciato dal Garante per la protezione dei dati personali che ha chiesto al Comitato europeo per la protezione dei dati personali di attivare una specifica task force.
Il Garante, in considerazione della delicatezza e rilevanza di questo tipo di piattaforma, segnala la necessità di procedere in maniera forte e coordinata.