La raccolta differenziata, e l’adeguato smaltimento dei rifiuti, sono di fondamentale importanza per la
tutela dell’ambiente, a partire dalle soluzioni individuate per i RAEE. I RAEE, acronimo di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, prodotti ogni anno in Italia superano le 800mila tonnellate, ma sono destinati ad aumentare vertiginosamente, visto l’uso crescente
delle nuove tecnologie che li generano. A chi si chiede i rifiuti RAEE quali sono, non resta che identificarli grazie alla loro suddivisione in sei specifiche categorie, ovvero:
apparecchiature per lo scambio di temperatura;
schermi, monitor e apparecchiature dotate di schermi con una superficie superiore a 100 cm2
lampade;
apparecchiature di grandi dimensioni (con almeno una dimensione esterna superiore a 50 cm;
apparecchiature di piccole dimensioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm);
piccole apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni (con nessuna dimensione esterna
superiore a 50 cm).
E ai cinque raggruppamenti, utili per trattare la gestione nei centri di raccolta:
R1 – Apparecchiature refrigeranti /Frigoriferi, congelatori, apparecchi per il condizionamento);
R2 – Grandi bianchi (lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, cucine economiche, ecc.);
R3 – TV e monitor (televisori, monitor di computer);
R4 – PED CE ITC, apparecchiature illuminanti e altro (aspirapolvere, macchine per cucire, ferri da stiro, friggitrici, frullatori), computer (unità centrale, mouse, tastiera), stampanti, fax, telefoni cellulari, videoregistratori, apparecchi radio, plafoniere
R5 – Sorgenti luminose (neon, lampade a risparmio, a vapori di mercurio, sodio, ioduri).
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La corretta gestione dello smaltimento e riciclo dei RAEE
Le norme che regolano smaltimento e riciclo dei RAEE, vengono aggiornate costantemente per tutelare l’ambiente. Si tratta di scelte fondamentali, che incoraggiano il riutilizzo e le fasi di riciclaggio e recupero, e consentono di ridurre l’impatto, a partire dalla fase di produzione dei supporti elettrici ed elettronici, ma non solo. Grazie alla vigente normativa i produttori e i distributori di RAEE sono obbligati a finanziare il ciclo di recupero.
Fra le normative di riferimento ha avuto un peso sostanziale la direttiva 2012/19/EU, recepita dall’Italia con il D. Lgs. 49 del 14 marzo 2014, ed entrata in vigore il 12 aprile 2014, quale aggiornamento del D. Lgs. 151/2005.
Oggi alcuni aspetti del D. Lgs. 49/2014 sono stati rivisti dal Decreto Legislativo n.118 del 2020, che accoglie la Direttiva europea 2018/849, incentrata su pile e accumulatori, e la Direttiva 2012/19/UE dedicata espressamente ai RAEE.
Il D. Lgs. 118, entrato in vigore il 27 settembre del 2020, inserisce nuove disposizioni sulla responsabilità e gli obblighi dei produttori, inerenti la comunicazione dei dati, e le novità dedicate ai RAEE da impianti fotovoltaici.
L’importanza di smaltire i RAEE
Abbandonare i RAEE, senza seguire il corretto percorso di smaltimento, può essere pericoloso per l’ambiente, perché alcuni presentano sostanze nocive e gas inquinanti. È sufficiente pensare alla presenza di metalli pesanti come piombo, mercurio e rame, e a quella dei gas, contenuti ad esempio nei frigoriferi, per intuire la portata del disastro che possono produrre se dispersi nell’ambiente, avvelenando le falde acquifere, i terreni o l’aria.
La riduzione della produzione dei RAEE, così come l’aumento della percentuale di quelli riciclati, rappresentano solo alcuni degli obiettivi stabiliti dal “Green New Deal”, il programma voluto dall’Unione Europea a cui tutti gli stati membri devono partecipare con azioni concrete, da raggiungersi entro il 2050.
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