In un mondo sempre più dominato dalla logica finanziaria, e non da quella industriale, tutto ciò che può portare guadagno viene messo in vendita sul mercato: anche l’acqua.
È questo quello che comporta la sua privatizzazione, in un mondo in cui la popolazione mondiale tenderà a 10 miliardi entro il 2050.
Vengono chiamati “Lords of Water” o “Signori dell’Acqua”, i loschi azionisti che stanno speculando sul preziosissimo Oro Blu. Comprano acqua, o meglio i diritti di fonti idriche private, per rimetterli in vendita. Il prezzo varia ogni giorno, regolato dalla domanda e dall’offerta.
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Perché la finanza si sta interessando all’acqua?
Per un semplice e banale ragionamento: se la popolazione mondiale cresce, le risorse diminuiscono. Minore è la quantità della risorsa, maggiore sarà il prezzo….ne consegue che avrà accesso all’acqua solo chi potrà permettersela.
Questo spinge i famelici appetiti delle multinazionali e delle grandi banche d’investimento, i quali vedono l’acqua solo come mera merce. Ma l’acqua è vita!
A tutto ciò si aggiunge il cambiamento climatico che sta svuotando le risorse idriche del pianeta, a favore di un clima più arido e secco. Risorse idriche dolci (ossia fiumi, laghi e falde acquifere) che costituiscono solo il 2,5 % dell’acqua del pianeta, a fronte del 97,5% che è costituito da acqua salata.
I paesi che speculano sull’Oro Blu
I paesi che ormai hanno aperto le porte a questa speculazione sono da tempo Gran Bretagna e Australia. Oggi l’80 % dei britannici vorrebbe tornare indietro a quando l’acqua era pubblica e disponibile per tutti. I consumatori britannici stanno pagando bollette molto salate, che in realtà sono volte a saldare il debito lasciato da una banca di investimento australiana che gestiva negli anni ’80 una delle compagnie idriche del Paese.
Nell’ arida Australia le fattorie sono costrette a comprare acqua a prezzo di milioni di dollari l’anno, per poter abbeverare le loro mucche e far produrre a loro latte. Anche qui l’acqua è gestita da aziende private già da molto tempo.
Il risultato? Ricavati dimezzati sia in agricoltura che in allevamento, a discapito delle piccole imprese.
Privatizzazione dell’acqua: in cosa consiste?
Come riferisce AGI entro quest’anno l’acqua diventerà un contratto future, simile a quelli che esistono per altre commodity come l’oro o il petrolio. Il Cme Group, la più grande piazza finanziaria dei contratti a termine del mondo, in collaborazione con il Nasdaq, ha annunciato la creazione del primo future al mondo sull’acqua. Anche Wall Street quindi si presta ad essere il competitore del mercato finanziario australiano.
Il contratto, che debutterà nel quarto trimestre, sulla piattaforma Globex, impiegherà come sottostante il Nasdaq Veles California Water Index, che a sua volta rispecchia il prezzo dei diritti sull’acqua in California: un mercato da 1,1 miliardi.
La California che come ricorderemo, è stata imperversata da terribili incendi, e tutto ciò ha fatto crescere il prezzo dell’acqua.
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Chi resiste alla privatizzazione dell’acqua?
Fin da subito c’è stato un netto NO in merito alla privatizzazione dell’Oro Blu, ma molta strada c’è da fare.
Mike Young, economista dell’ Università di Adelaide, ha scritto molto su questa tematica bollente, ed è stato la miccia che ha illuminato il mondo su questa minaccia.
L’attivista canadese Made Barlow nel 2010 ha ottenuto un grande risultato. Nel giorno 28 Luglio alle Nazioni Unite è stato riconosciuto grazie a lei l’accesso all’acqua come diritto universale. Una risoluzione passata con 122 Sì, 0 No e 41 astenuti.
Di fatto tra gli astenuti ci sono proprio i Paesi prima citati (Australia e Gran Bretagna) che a parole difendono l’acqua come diritto umano, ma con i fatti vedono la maggior parte degli azionisti specularci sopra.
In Europa il contrasto alla privatizzazione dell’acqua è di fatto dovuto al rifiuto del pagamento di altre risorse. I cittadini quindi diventano l’avanguardia della resistenza alla privatizzazione dell’oro blu. Ma la battaglia è appena iniziata!
In conclusione…
In un’era di cambiamenti climatici, l’unica risorsa libera che non era stata intaccata dal mercato, sta diventando a pagamento. Così quindi si arricchiscono gli avidi azionisti delle banche di investimento che vedono l’acqua come il nuovo petrolio.
L’acqua, la risorsa più importante del pianeta, sta per diventare l’oggetto della nuova contesa del futuro. Sta a noi diventare i primi protagonisti della sua strenua difesa.