Abbiamo parlato spesso dell’olio di palma, di quanto sia presente all’interno del mercato alimentare, e non solo, e di come la sua produzione sia legata alla distruzione delle foreste pluviali e degli ecosistemi in cui vivono animali a rischio di estinzione, come in Malesia, in Indonesia e in Papua Nuova Guinea. Abbiamo anche accennato ad alcune direttive, diffuse dal Consiglio Superiore della Sanità belga, sulla necessità di limitarne il consumo alimentare, per evitare ripercussioni sulla salute.
In un futuro molto vicino, almeno nel mercato dei detergenti per la casa, potrebbe essere disponibile un valido sostituto all’olio di palma, altrettanto conveniente, ma molto più sostenibile.
Per chi non lo sapesse, infatti, anche i detersivi contengono olio di palma. In verità questo ingrediente è presente nella maggior parte dei detergenti che si trovano in commercio.
In questi giorni, Ecover, un’azienda produttrice di detersivi ecologici, ha annunciato che entro l’anno sarà capace di lanciare sui mercati europei un prodotto più sostenibile, frutto e testimonianza del proprio impegno per sostituire, e accantonare definitivamente, l’uso dell’olio di palma.
Sembra infatti che l’azienda abbia trovato un’alternativa caratterizzata da un liquido estratto dalle alghe marine che avrebbe superato brillantemente le prove “di collaudo” effettuate dai tecnici dell’azienda.
Dirk Develter, responsabile della Ricerca e Sviluppo della Ecover, ha dichiarato: “Attraverso la nostra ricerca per sostituire l’olio di palma, abbiamo scoperto che le alghe sono in grado di produrre uno dei più puri e puliti oli disponibili, gli oli algali hanno un’impronta ecologica molto più bassa rispetto alla maggior parte degli oli tropicali, come l’olio di palma, che li rende ideali per i prodotti per la casa”.
Come abbiamo già spiegato, infatti, l’olio di palma è un componente base dei detergenti, usati sia per l’igiene della casa che delle persone, di molti alimenti, anche bio. Un ingrediente molto economico per le aziende produttrici, ma che devasta le foreste pluviali, abbattute per dare spazio alle vaste piantagioni di palme e alle torbiere, presenti in particolare nel Sue Est asiatico. La distruzione di queste aree fa aumentare le emissioni di carbonio e minaccia la biodiversità.
All’inizio, della produzione, riferisce la Ecover, solo il 7% dell’olio di palma presente nei detersivi verrà sostituito con il liquido estratto dalle alghe. La percentuale sarà aumentata progressivamente, mano a mano che la gente si abituerà ad usarlo.
Ecover sta anche sperimentando l’utilizzo di batteri per convertire materiale organico in sostanze chimiche utili, nel 2013 la società si è impegnata sul fronte del recupero e del riciclo della plastica dal mare per produrre bottiglie sostenibili e riciclabili.
Le alghe stanno trovando un campo di applicazione sempre più vasto. Attualmente, sono oggetto di una serie di studi protesi alla produzione di biocarburanti per le aziende e i trasporti. Ricordiamo inoltre un progetto di bioedilizia con il quale è stato costruito un edificio, il Biq House, rivestito interamente di alghe, capaci di creare un sistema di coibentazione naturale e di generare energia per il fabbisogno energetico degli appartamenti, attraverso la fotosintesi clorofilliana.