L’Italia è un Paese con una ricchissima biodiversità. Anche se non può primeggiare con luoghi eccezionali come l’Amazzonia (dove vengono scoperte nuove specie animali ogni 2 giorni), il nostro patrimonio naturalistico è immenso. E andrebbe maggiormente tutelato.
Già perché quando arriva l’annuncio per una nuova specie scoperta e catalogata dagli scienziati, spesso si aggiunge la notizia del fatto che quella stessa specie è già a rischio estinzione.
Raccogliamo qui alcune delle nuove scoperte degli ultimi mesi, per gli appassionati di animali. Ma soprattutto per sensibilizzare tante e tanti a preservare questo ricchissimo scrigno naturale che chiamiamo Italia.
Giornata Mondiale della biodiversità: allarme ONU per le specie a rischio di estinzione
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Nuove specie animali: il Boa delle sabbie
Qui parliamo in realtà di un animale antichissimo. A quanto pare, gli antichi greci lo utilizzavano come arma durante le battaglie in mare: li lanciavano sulle imbarcazioni dei nemici per gettarli nel panico. Quella degli zoologi italiani, guidati da Gianni Insacco, direttore scientifico del Museo di Storia Naturale di Comiso, può essere quindi considerata come una “ri-scoperta”, dal momento che si tratta di una specie di rettili estremamente rara e ancora più raramente osservata.
Il nome scientifico è Eryx jaculus, ma il serpente è meglio noto come Boa delle Sabbie. I ricercatori ne hanno scoperto 6 esemplari nei pressi di Licata, nella provincia di Agrigento. Tre di loro erano morti. Altri tre, invece, sono stati catturati e studiati, prima di essere nuovamente liberati nel loro habitat, in Sicilia.
Secondo gli zoologi, la specie sarebbe presente nel sud della regione da secoli. Non sarebbe però mai stata individuata prima per via del suo comportamento. Si tratta infatti di un animale notturno, che trascorre le giornate nascosto sotto terra. Innocuo per l’uomo, il Boa delle Sabbie può raggiungere una lunghezza anche di 80 centimetri, anche se questo accade in casi molto rari: prevalentemente la lunghezza si attesta sui 50 cm.
Nuove specie animali: la Vipera walser
Dall’estremo sud della penisola, ci spostiamo al nord, con una scoperta arrivata ai piedi del Monte Rosa. Qui, un team di ricerca internazionale, che ha potuto contare sull’apporto degli esperti del Muse di Trento e della Società di Scienze Naturali del Verbano-Cusio-Ossola, hanno scoperta una nuova specie di vipera. Si chiama Vipera dei Walser (nome scientifico completo: Vipera walser Ghielmi, Menegon, Marsden, Laddaga, Ursenbacher) e in questo caso si tratta di una specie prima davvero sconosciuta.
Al punto che Michele Menegon, ricercatore del MUSE che ha contribuito alla scoperta, ha dichiarato:
«Il fatto che ancora si possano scoprire nuove specie nella conosciutissima Europa è un evento eccezionale e, dal punto di vista scientifico, entusiasmante».
Il rettile somiglia vagamente al marasso, ma ha una differenza fondamentale nel numero e nell’organizzazione delle squame presenti sul corpo. Una differenza che si nota soprattutto sulla testa, ma che potrebbe ingannare l’osservatore poco esperto.
Secondo i ricercatori, “dovrebbe rapidamente diventare oggetto di tutela”, perché è già minacciata. Il suo habitat, infatti, sarebbe estremamente ristretto. Il declino della specie sarebbe causato da un lato dal calo delle attività agropastorali registrato nell’ultimo secolo e la riforestazione spontanea che ne è seguita: la vipera di Walser, infatti, predilige gli spazi aperti, con affioramenti rocciosi, mentre non tollera le formazioni boschive.
Nuove specie animali: lo scoiattolo nero calabrese
Fin qui i rettili, ora passiamo ai roditori, che si arricchiscono di una nuova specie. È stato chiamato lo scoiattolo nero calabrese o scoiattolo meridionale (nome scientifico: Sciuris meridionalis). A renderlo differente dallo scoiattolo comune è la differenza di colore, come suggerisce il nome: è nero e non rossiccio.
Anche in questo caso non si tratta di una specie animale del tutto ‘nuova’. Finora, però, veniva considerato come una sottospecie della più comune variante ‘rossa’.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Hystrix, ha fugato ogni dubbio. Il gruppo di lavoro, composto da ricercatori di diverse università italiane, coordinate da Adriano Martinoli dell’Università dell’Insurbia, ha stabilito che si tratta di una specie a sé, dopo analisi che hanno impiegato metodi moderni (studio genetico e morfologico). Rispetto allo scoiattolo rosso, quello nero calabrese è in effetti più grande e pesante. Ha inoltre una livrea molto diversa dal suo ‘cugino’ più comune.
La scoperta è importante, anche perché si tratta di una specie ‘endemica’ del nostro Paese: è cioè presente solo in Italia. E in particolare, il suo habitat è tra la Calabria e la Basilicata, dove vive sul Pollino, sulla Sila e sulla catena costiera. Il suo habitat sono i boschi di conifere.