Una moria di pesci nel fiume Mara, lungo 395 km, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di oltre un milione di persone tra Kenya e Tanzania.
Il WWF lancia l’allarme sullo stato di salute del fiume, che è fonte di sopravvivenza per 1,1 milioni di persone. Ad essere in pericolo anche i grandi erbivori africani e il più comune predatore, il leone.
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Moria di pesci nel fiume Mara: oltre agli uomini altre specie viventi a rischio
La degradazione dell’habitat delimitato dal fiume Mara è in costante aumento. Questa area è nota per la più grande migrazione stagionale di zebre e gnu, che avviene nei pressi del fiume. Questo evento porta un indotto di milioni di dollari per il turismo africano.
Inoltre quest’area è anche nota in quanto ospita i leoni, che si nutrono di queste specie erbivore.
Se l’accesso al fiume da parte di zebre e gnu sarà limitato, ciò porterà all’estinzione dei leoni. Essi sono già nelle specie a rischio estinzione con l’ultima classificazione IUCN che stima un calo della popolazione dei leoni del 43% tra il 1993 e il 2014.
I leoni dell’ Africa ormai hanno perso già il 90% del loro storico areale e si sono estinti in 26 paesi del Continente.
Quali le cause di questo degrado ambientale?
Le cause della moria dei pesci e del degrado ambientale dell’habitat del fiume Mara sono le attività umane sempre più intensive, le quali sono aumentate del 203% tra il 1973 e il 2000. A questo si aggiunge la deforestazione, che degrada maggiormente gli areali idrici.
Secondo il WWF i primi a soffrire la fame saranno le popolazioni dedite alla pesca che a causa delle risorse ittiche in continua diminuzione rischiano la carestia alimentare.
“Quando l’ambiente viene danneggiato, sono le specie acquatiche a risentirne per prime, ma la distruzione di questo tipo di biodiversità ha un effetto negativo a cascata su tutto il resto dell’ecosistema“, dichiara William Ojwang, responsabile acque per il WWF nella Rift Valley.
Tutto è interconnesso…
A causa della diminuzione di una specie, si innescano meccanismi irreparabili nell’intero ecosistema. Le cause sono sempre le stesse: gestione insostenibile del territorio.
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Se non si ha un cambio di rotta, gli effetti sull’ecosistema cadranno a cascata su numerose altre specie. Il leone a breve sarà alla stregua di un animale mitologico. Con il passare degli anni ci dimenticheremo della sua esistenza?
Oggi più che mai c’è quindi bisogno di nuove figure professionali che gestiscano il territorio e le risorse.
Risorse che l’uomo, come un sconsiderato predatore, sta saccheggiando avidamente.