L’omeopatia è una pratica medica nata in Germania a cavallo tra il 700 e l’800, sulla base di alcuni principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann.
Hanhemann si dedicò per anni alla medicina dell’epoca, per poi allontanarsi, accusando la stessa di superficialità, brutalità e scarsità di risultati terapeutici. Iniziò così a studiare una serie di pubblicazioni mediche e filosofiche, arrivando a formulare, attraverso esperimenti autocondotti, quello che oggi noi conosciamo con il nome di omeopatia.
Da 200 anni ad oggi, infatti, la medicina omeopatica si fonda sulla ricerca, sviluppandosi in maniera autonoma dalla medicina convenzionale e basandosi su sperimentazioni condotte sull’uomo sano.
Da circa una ventina d’anni, l’omeopatia ha visto un incremento di lavori di ricerca scientifica ad essa collegati e che sono entrati in pieno nelle riviste ufficiali del settore.
Esiste una differenza radicale di approccio terapeutico tra la medicina omeopatica e quella convenzionale. L’omeopatia, infatti, si basa sull’individualità, la medicina tradizionale, invece, sui sintomi comuni della malattia. L’omeopatia, in parole semplici, cerca di riconoscere le caratteristiche individuali dei pazienti, le loro reazioni, puntando a restituire una salute più duratura, curando non solo i sintomi di quella determinata patologia, ma rinforzando le difese dell’organismo, rendendo la persona indipendente dai farmaci. Il contrario di ciò che invece tende a fare la medicina tradizionale che, spesso, porta l’individuo ad assumere medicinali per tutta la vita, provocando inoltre l’insorgenza di numerosi altri effetti collaterali.
L’omeopatia nasce come una sorta di medicina preventiva, che ha come obiettivo quello di stimolare la capacità di reazione dell’organismo alle malattie, fisiche e psicologiche. All’organismo sano vengono somministrati i cosiddetti rimedi omeopatici, sostanze che, nelle sperimentazioni, hanno prodotto sull’organismo sintomi simili alla malattia che si intende curare. La prescrizione dei rimedi omeopatici avviene nel rispetto della similitudine tra il quadro sintomatologico del paziente e quello che il rimedio ha provocato durante la sperimentazione.
Il terapeuta omeopatico, quindi, deve osservare e ascoltare la descrizione dei disturbi del suo paziente, ma anche prestare attenzione ai caratteri fisici e psicologici della persona che ha dinanzi, all’altezza, al peso, alla costituzione, per intenderci. Tutto per prescrivere una terapia che sia “cucita addosso al paziente”, in base alle proprie caratteristiche e necessità.
Può capitare perciò che due persone che presentano la stessa diagnosi, si vedano prescrivere cure diverse.
In questo contesto, dunque, guarigione non significa “soppressione di alcuni disturbi”, ma predisporre le persone a un aumento del benessere globale, un aumento di consapevolezza e di equilibrio.
Le esperienze di molti medici omeopatici dimostrano che molte malattie, come l’asma, l’artrite, l’emicrania, possono essere curate con questo tipo di approccio. Un approccio che è maggiormente indicato per i disturbi di tipo cronico, dove spesso le terapie tradizionali hanno fallito o hanno creato una dipendenza a farmaci mal tollerati.
L’omeopatia può essere spesso usata come prima possibilità di scelta in determinati casi, mantenendo come ultima chance la cura più costosa e potenzialmente tossica.
I costi legati ai rimedi omeopatici, infatti, sono in genere abbastanza contenuti, sebbene in Italia ci sia una situazione alquanto controversa.
Nel nostro Paese, infatti, i farmaci costano di più rispetto al resto dell’Europa e spesso i cittadini italiani si vedono costretti ad acquistare i rimedi omeopatici su internet.
Medicina omeopatica: cos’è e perché in Italia costa così tanto
Nel 2014, le società scientifiche e le associazioni di pazienti sostenitori dell’omeopatia hanno inviato al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e all’Agenzia del Farmaco Italiana (Aifa) un documento in cui denunciano una situazione insostenibile. Questo perché, spiega la Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata, il decreto Balduzzi ha introdotto tariffe di registrazione dei rimedi omeopatici, con aumenti fino al 70.000% del costo originale.
Il documento contiene un appello al Governo, con cui viene chiesto “un tavolo tecnico tra produttori, medici e pazienti per fare un decreto giusto ed economicamente sostenibile, perché molte aziende stanno già dismettendo la produzione di farmaci omeopatici meno prescritti, che non potrebbero giustificare quei costi”. La conseguenza è di spingere molti a rifornirsi via internet, “comprando con qualità incontrollata” e “con danno al sistema produttivo italiano”. Una situazione di cui noi avevamo già parlato in un nostro precedente articolo. Chi fosse interessato ad approfondire, può farlo al link: https://www.ambientebio.it/come-stanno-distruggendo-lomeopatia/
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(Foto: mammeacrobate.com)
AGGIORNATO IL 20/11/2021