E se il mal di schiena fosse causato dal fatto che abbiamo dimenticato come si usa il nostro corpo? Secondo Esther Gokhale, un’esperta in termini di mal di schiena, con una laurea in biochimica alla Princeton University e studi anche alla Medical School di Stanford, sarebbe proprio questa la causa che porta tantissime persone a soffrire di questo disturbo. Non solo: la Gokhale avrebbe anche elaborato un metodo per recuperare la vecchia postura adoperata dai nostri antenati e dai popoli indigeni (che il mal di schiena non sanno cos’è!), necessaria per risolvere una delle problematiche più comuni al mondo.
Il suo metodo di lavoro non si basa, infatti, sull’utilizzo di sofisticate apparecchiature ma semplicemente sul recupero di quella che la studiosa definisce la “postura primaria”, un modo di mantenersi in piedi tipico dei bambini e addirittura dei nostri antenati prima che si diffondesse la postura dinoccolata.
Afflitta dal mal di schiena, la studiosa ha provato su di sé diversi metodi, basati anche sulle varie ricerche effettuate in Burkina Faso, India, Portogallo. Per scoprire le radici di questa problematica, l’autrice ha studiato presso l’Aplomb Institute di Parigi e condotto diverse ricerche viaggiando in parti del mondo in cui i dolori dorsali sono praticamente sconosciuti.
Le conclusioni a cui è giunta sembra abbiano rivoluzionato la vita di molte persone. Secondo Esther Gokhale, infatti, le persone che fanno parte di società più tradizionali (in un certo senso “meno evolute”) della nostra avrebbero conservato nei movimenti un’antica saggezza corporale, capace di prevenire il dolore fisico e mantenerci in salute.
Posture e movimenti dimenticati, ancora in uso in alcuni gruppi di indigeni, che possono aiutarci a liberarci dal mal di schiena, rieducando il nostro corpo.
Secondo l’esperta, ad esempio, “non è tanto il fatto di stare tante ore seduti a provocare dolori muscolari e alla schiena, quanto il modo in cui ci posizioniamo sulla sedia“. La posizione corretta da assumere in questo caso si otterrebbe ruotando la parte superiore del bacino in avanti, tirando indietro le spalle, allungando la colonna vertebrale e raddrizzando il collo. Diversa quindi dalla postura ad S davanti al computer, oppure dalla più frequente a C, cioè sprofondati nella poltrona.
Un metodo, quello del recupero della postura perduta, che ha reso Esther Gokhale abbastanza famosa, vista la nutrita schiera di clienti appartenenti alla Silicon Valley a Palo Alto, California, afflitti dai dolori più frequenti causati dall’avvento di internet, come mal di schiena, collo e spalle indolenziti.
Il suo metodo non è testato scientificamente ma sono sempre di più clienti soddisfatti dei suoi insegnamenti.
Ma non è solo Esther Gokhale ad affermare che alla base del mal di schiena c’è una postura sbagliata. Assieme a lei, ad esempio, ci sono gli esperti della Alexander technique, che negli Stati Uniti, Canada ed Inghilterra insegnano ai lavoratori come scaricare le tensioni del corpo e, a Parigi, l’Institut Superieur d’Aplomb, tempio dello yoga. Infine il noto metodo Pilates, i cui movimenti di base rinforzano e migliorano soprattutto la postura.
Il segreto del suo successo è che non si tratta di una soluzione temporanea, ma di una vera e propria tecnica di rieducazione che punta a risolvere il problema alla radice.
Durante i 90 minuti dei suoi corsi, l’esperta insegna come sedersi, come alzarsi, come camminare e persino come dormire.
Alcuni delle correzioni effettuate durante le “sessioni” sono, ad esempio:
- correggere la postura di chi ha la gabbia toracica che ondeggia troppo indietro, in modo che sia a filo con lo stomaco;
- raddrizzare le spalle curve portandole delicatamente indietro e verso il basso;
- rilassare la tensione nel collo;
- ri-centrare la testa sopra la colonna tirando leggermente verso l’alto l’attaccatura dei capelli sul collo.
Il tutto per garantire una colonna vertebrale più allungata e ben impilata su stessa che dona una sensazione generale di benessere perché non ci sono tensioni.
Da evitare, oltre alle posizioni C, troppo rilassata e accasciata quando siamo seduti, ed S, con la schiena inarcata, anche quella a “cucchiaio” col bacino appoggiato al sedile come accade quando si è seduti sul divano davanti alla tv. La postura corretta è quella che ci fa assumere la forma di una J, in cui il bacino è in contatto con lo schienale della sedia, la zona lombare è staccata in modo da mantenere la naturale curva lordotica che porta i muscoli lombari a rilassarsi. La zona dorsale di nuovo torna in contatto con lo schienale e la testa sta ben eretta favorendo la lordosi cervicale. Infine le gambe devono cadere perpendicolari.
Ecco alcuni consigli pratici forniti dall’esperta:
- gli occidentali tendono a tenere le spalle in avanti: non è la posizione corretta. Gli indigeni tengono le braccia ai lati del corpo, con i pollici che puntano verso l’esterno;
- la schiena deve essere allungata: si può fare praticando un semplice esercizio, quello di respirare e allungarsi verso l’alto, senza inarcare la schiena però;
- stringere i glutei mentre si cammina aiuta a supportare la parte bassa della schiena;
- meglio non tenere il mento in alto, ma rilassato, come se tenessimo un oggetto in equilibrio sulla testa;
- sedersi dritti non è la giusta soluzione, meglio seguire le indicazioni descritte più su.
(Foto: media.npr.org)