Si è ampiamente parlato della Xylella fastidiosa, il batterio killer degli ulivi che ha condannato a morte centinaia di ulivi nel Salento, minacciando anche il Nord della Puglia, senza contare gli ingenti danni sull’economia locale: circa 6 milioni gli ulivi infetti, 1,2 miliardi i danni stimati e 5 mila posti di lavoro persi.
A questo quadro sconcertante si aggiungono gli agricoltori in ginocchio e i frantoi, venduti pezzo per pezzo all’estero, in Tunisia e Marocco.
Dati allarmanti che hanno fatto paura anche all’Unione Europea, la quale ha chiesto l’abbattimento degli ulivi infetti, piantando varietà in grado di resistere al disseccamento rapido.
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La speranza deposta nell’innesto contro la Xylella fastidiosa
Una speranza, nella lotta alla Xylella fastidiosa sembra esser data dall’innesto; una pratica agronomica reversibile che consente agli agricoltori di avere una chance per la tutela dei loro alberi monumentali.
Parliamo dell’unione di due organismi vegetali, dell’unione di 2 rami affinché la parte aggiunta possa dar forza alla parte malata e più fragile.
Nelle campagne di Patù, in provincia di Lecce, nel giro di 1 anno dagli innesti, ben 80 alberi di ulivi su 100 sono tornati a vivere. Ne è felice Lucio Pisanello, olivicoltore e innestatore esperto di Alezio, piccolo centro abitato che sorge nell’entroterra gallipolino.
Egli afferma che gli alberi risultano rigogliosi e promettenti, pronti ad arrivare a produrre olive già dalla prossima stagione tramite il passaggio dalla varietà Ogliarola alla varietà Leccino, resistente alla Xylella fastidiosa, come appurato da ricerche scientifiche.
Altro segnale che fa ben sperare arriva da Gagliano del Capo, in provincia di Lecce; in particolare dall’azienda di Giovanni Melcarne che mostra, orgoglioso, un semenzale spontaneo innestato da lui stesso 3 anni fa, in azienda.
Si tratta di un ramo d’olivo pieno di drupe, con patrimonio genetico delle varietà autoctone Cellina e Ogliarola salentina…. un ramo molto produttivo, con pezzatura delle drupe tipo Leccino, inoculato con insetti vettori infetti da Xylella.
Come avviene la procedura di innesto
Le piante rimangono infette, ma, venendo innestate con varietà resistenti alla Xylella, la moltiplicazione del batterio viene limitata, impedendo la progressione della malattia e l’uccisione dell’ulivo.
Non si tratta di una cura definitiva e complet ma di un modo con cui l’olivicoltura può convivere con il batterio killer.
L’impatto di questa sperimentazione dà l’opportunità a chi oggi possiede piante monumentali suscettibili al batterio di innestarle preventivamente con varietà resistenti, quindi di continuare la produzione in caso di contagio.
Il fatto di aver individuato varietà resistenti, aiuterà la ricerca di nuove cultivar, provenienti da altre regioni o paesi oppure frutto di incrocio che potranno essere utilizzate dagli agricoltori per nuovi impianti.
Non solo buone notizie
E’ di poche ore fa l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, secondo il quale, purtroppo, continua l’inarrestabile avanzata del batterio che ha attaccato , oltre a 117 olivi, 2 mandorli e 1 oleandro nelle provincie di Brindisi e Taranto.