Abbiamo considerato l’8 marzo come la Festa della donna anche se da festeggiare non ci sarebbe proprio nulla, anzi.
Non a caso anche l‘ONU ha messo la parità di genere tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da realizzare entro il 2030.
Prima di soffermarci su cosa è per davvero quella che, impropriamente, viene considerata una ricorrenza festosa, ripercorriamone le tappe storie.
Le tappe storiche salienti della Festa
Quali sono le tappe storiche cruciali che hanno portato alla Festa della donna?
- 18-24 agosto 1917: durante il VII Congresso della II Internazionale socialista a Stoccarda, si discute sulla questione legata al suffragio universale delle donne
- 26-27 agosto 1907: viene indetta la 1° Conferenza internazionale delle donne socialiste, in cui Clara Zetkin. delegata tedesca e esponente maxista, viene eletta segretaria del movimento
- 3 maggio 1908: l’americana Corinne Brown, nel corso di una conferenza del Partito Socialista di Chicago, porta all’attenzione dei presenti le condizioni lavorative delle operaie, esponendo le discriminazioni sessuali da parte dei capi e le discriminazioni economiche, in termini di orari, bassi salari, oltre al diritto di voto
- 28 febbraio 1909: viene celebrata la 1° Giornata Ufficiale della donna negli USA
- 27 febbraio 1910: nella sala da concerto del Carnegie Hall di New York, 3000 donne si riuniscono nuovamente per il Woman’s Day
- 8 marzo 1917: a San Pietroburgo le donne scendono in massa in piazza per reclamare la fine della guerra. E’ la prima di una serie di proteste che porterà alla fine dello Zarismo
- 14 giugno 1921: a Mosca si decide di indicare l’8 marzo come la Giornata internazionale dell’operaia che poi diventerà la famosa Festa della donna
- 12 marzo 1922: la prima manifestazione finalmente anche in Italia, anche se solo nel 1945, l’8 marzo verrà poi adottato come data ufficiale
- 16 dicembre 1977: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite chiede a ogni Paese di indicare una data per la celebrazione delle donne, riconoscendo loro il diritto a un pari trattamento e a essere parte attiva della politica. Molte Nazioni optano per l’8 marzo, in ricordo del contributo femminile alla Rivoluzione russa
Il falso storico dell’incendio di New York del 1908
Le origini di quella che, impropriamente, viene definita Festa della donna, sono, oltretutto, macchiate da un falso storico: quello dell’incendio che non è mai divampato a New York nel 1908 nei locali dell’industria tessile Cotton, dove 129 operaie protestavano (così si narra) sui propri turni lavorativi.
L’8 marzo, il proprietario della fabbrica, un certo Mr Johnson, bloccò tutte le porte per impedire loro di uscire e divampò un incendio che provocò la morte di tutte quelle donne rimaste intrappolate all’interno dell’industria.
La verità è un’altra ed è depositata nel Museum of the city of New York, che custodisce un’importante serie di foto che documentato fatti e avvenimenti che devastarono la città.
In questi archivi non sono presenti tracce dell’incendio della Cotton ma immagini sconvolgenti di un altro incendio, quello divampato il 25 marzo 1911, alla Triangle Shirtwaist Company, una fabbrica di camicie collocata agli ultimi 3 piani di un edificio di Wahington Place, in cui 500 donne, tra i 15 e i 25 anni, ed un centinaio di uomini, lavoravano in condizioni di totale sfruttamento 60 ore a settimana, oltre agli straordinari imposti dal proprietario.
Alle 16:40 del 25 marzo 1911, scoppiò un incendio all’ottavo piano che, progressivamente, raggiunse il nono e il decimo.
Alcune donne, nel disperato tentativo di salvarsi, fuggirono sulla scala antincendio che crollò, non reggendo il loro peso, mentre l’ascensore si schiantò. Alcune rimasero arse dalle fiamme al 10° piano, dove si erano rifugiate con la speranza di stare al sicuro, mentre 146 si lanciarono nel vuoto, sfracellandosi.
I dati aggiornati sui femminicidi in Italia e nel mondo
In tutto il mondo si consumano 137 femminicidi al giorno… un dato che, proiettato per i primi due mesi del 2020, parla di quasii 8 mila donne uccise.
In Italia sono già 15 le vittime di femminicidio da inizio 2020. I loro nomi? Carla Quattri Bossi, Concetta Di Pasquale, Fausta Forcina, Maria Stefania Kaszuba, Ambra Pregnolato, Francesca Fantoni, Rosalia Garofalo, Fatima Zeeshan, Rosalia Mifsud, Monica Diliberto, Speranza Ponti, Laureta Zyberi.
Ed ancora : Anna Sergeevina Marochkina, Zdenka Krejcikova, Larisa Smolyak.
Le forme di violenza hanno mille sfaccettature. Si parla di violenza fisica, sessuale (stupro o tentato stupro), subita dal partner o dall’ex, minacce, spintonate, strattonate, schiaffi, calci, pugni, morsi, minacce, uso di armi.
Si parla di donne toccate, abbracciate e baciate contro la propria volontà, vittime di rapporti indesiderati, vissuti come violenza ma anche di donne che, costantemente, subiscono violenze psicologiche ed economiche: umiliazioni, svalorizzazioni, controllo e intimidazione, nonché privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche della famiglia.
Non c’è nulla da festeggiare
Non c’è nulla da festeggiare perché siamo ancora ai tempi delle spose bambine, perché in Bangladesh, ad esempio, esiste una legge che rende normale lo stupro di una minorenne con conseguente matrimonio, perché abbiamo paura a rientrare in casa da sole la sera tardi; perché se abbiamo la minigonna e veniamo violentate è pure nostra la colpa; perché viviamo in una società che ti costringe al suicidio se viene diffuso in rete un video hard senza il consenso ovviamente dell’interessata.
Nulla da festeggiare se non si è libere di lasciare un uomo che questo ci cosparge di benzina e ci dà fuoco; perché quando la donna rimane incinta la maggior parte delle volte viene pure licenziata.
Cosa vuol dire festeggiare dobbiamo ancora dimostrare che il binomio bellezza-intelligenza esiste e che se si ricopre un ruolo di rilievo non è perché si è svenduto il proprio corpo a qualcuno?
Non c’è bisogno di una giornata per sentirsi valorizzate ma occorre lavorare per garantire a tutte una parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, ad un lavoro dignitoso, alla partecipazione ai processi decisionali e politici.
Ma soprattutto occorre lottare per la parità di genere, diritto fondamentale perché non è giusto, ad esempio, che a parità di competenze, la donna continui a percepire meno dell’uomo.
IO FESTEGGIO IL MASCHIO NON PERCHE’ MI PIACCIONO GLI ALTRI MASCHI MA PERCHE’ SONO CONTRO IL RAZZISMO DI GENERE. LA TELEVISIONE, E QUESTO UNO DEI MOTIVI PER CUI NON GUARDO I MASS-MEDIA, SALVO RECLAMI OCCASIONALI COME QUESTO CHE EVITO, QUANDO MUOIONO LE FEMMINE DICONO FEMMINICIDIO, QUANDO MUOIONO I MASCHI, COME IL GRANDE MASCHICIDIO MONDIALE DEL 1915-18, O IL MASCHICIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE O IL MASCHICIDIO DI SREBRENOVICA DICONO GUERRA O STRAGE. ALTRO CHE RAZZISMO DI GENERE! PERSONALMENTE, SEBBENE DIO, LA NATURA O L’EVOLUZIONE ABBIANO DATI I CAPELLI A TUTTI, A ME LI TAGLIAVANO SEMPRE ED ALLE MIE SORELLE MAI ( SE E’ SBAGLIATO LO E’ PER TUTTI), E SEBBENE NATI NUDI UGUALI LE COMPAGNE DI LICEO E LE COLLEGHE DI LAVORO ERANO MENO RIMPROVERATE PER LA FANTASIA D’ABBIGLIAMENTO. IO PURE SONO CONTRO AMMAZZARE CHI METTE LE CORNA, ALTRIMENTI OGNI LAVORATORE LICENZIATO POTREBBE AMMAZZARE IL DATORE DI LAVORO. PERO’, A PROPOSITO DELL’INCENDIO DI NEW YORK, ANCORA NON DICONO CHE LE ARMI AL NAPALM NON SONO PROIBITE CONTRO I MILITARI, BUONA PARTE DEI QUALI SONO DI LEVA, OSSIA MASCHI QUALUNQUE OBBLIGATI A STARE IN LUOGHI DI GUERRA. PERSONALMENTE, SONO CONTRO LA SOPPRESSIONE DI QUALSIASI FORMA DI VITA, E QUANDO FACCIO TREKKING ANCHE PER 20 KMS STO ATTENTO A NON CALPESTARE GLI INSETTI. MA SE SI DEVE AMMAZZARE QUALCUNO/A LA COSA PIU’ PRATICA E’ TAGLIARGLI LA GOLA, COSA CHE POSSONO FARE ANCHE LE FEMMINE, VISTO CHE ANCHE SE MENO FORZA FISICA DEI MASCHI, NON HANNO MENO AGILITA’. POI DICONO CHE I MASCHI SONO PIU’ PEDERASTI E PEDOFILI DELLE FEMMINE, COSA STUPIDA MA NON BRUTTA PURCHE’ LA CONTROPARTE RIDE, PERO’ NON DICONO MAI CHE LE FEMMINE VESTONO PIU’ SEXY DEI MASCHI. SAREI CURIOSO SE FOSSERO I MASCHI A VESTIRE PIU’ SEXY DELLE FEMMINE. E NON DICONO CHE AI MASCHI DELICATI VENIVA DETTO “PARI UNA FEMMINUCCIA” IN SENSO DISPREGIATIVO E CHE I MASCHI DELICATI SONO DISCRIMINATI PEGGIO DEGLI “INTOCCABILI”. ANCHE IO SONO PER LA FORZA MASCHILE, PERO’ NON DICONO CHE LA MAGGIOR PARTE DEGLI “EROI” E “SUPERMEN” VENGONO FATTI VEDERE CON LE ARMI IN MANO, E MAI CON LA MOTOZAPPA, STRUMENTO CHE NECESSITA’ DI PARI SE NON PIU’ FORZA FISICA. SE UN O E’ PIU’ FORTE ED HA PIU’ COMPAGNE, I FIGLI LI NUTRE CON SPADE E PROIETTILI? ROBERTO CAPOTOSTI (UTENTE FACEBOOK) [email protected] (GUIDONIA fraz.villanova – VIA ROSOLINO PILO)