Api e altri insetti impollinatori sono essenziali per l‘ecosistema e per il mantenimento della biodiversità. Sappiamo anche che da anni la loro esistenza è a rischio estinzione per via di molteplici fattori: l’agricoltura intensiva che causa la frammentazione e la perdita di preziosi habitat naturali e semi-naturali per gli impollinatori (es. arbusti, prati, siepi, boschi), l’uso indiscriminato di pesticidi ed erbicidi, ma soprattutto i devastanti effetti dei cambiamenti climatici.
A proposito di questi ultimi, troviamo non solo il clima troppo umido con piogge violente, ma anche le ondate di calore, la siccità e i più potenti venti causati dal riscaldamento globale.
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Lo studio dell’Università di Sussex sull’impollinazione api a rischio
I ricercatori dell’Università del Sussex hanno lanciato un allarme che deve farci riflettere: l’impollinazione delle api e di altri insetti impollinatori è a rischio a causa dei venti più potenti e frequenti provocati dal riscaldamento globale.
Le api, che di solito si nutrono di fiori selvatici, dopo aver lasciato i loro alveari distribuiti nei giardini del campus, sono state attirate in un capanno, al cui interno sono stati distribuiti contenitori di acqua e zucchero e ventole, in grado di riprodurre giornate calme e ventose.
I ricercatori hanno fatto entrare un’ape alla volta nel capanno, videoregistrando e cronometrando le loro visite ai fiori, a differenti velocità di ventilazione.
Lo studio ha evidenziato che senza vento, le api hanno preso in media il nettare di 5,45 fiori durante la loro “prova a tempo” di 90 secondi, mentre quando la velocità del vento è stata aumentata, nello stesso tempo, hanno prelevato il nettare di 3,73 fiori.
Nel corso di una giornata, la capacità di un’ape di rifornire la sua colonia è stata significativamente ridotta.
L’impatto indiretto dei venti sul comportamento delle api
I ricercatori hanno anche esaminato l’impatto indiretto dei venti più forti sull’impollinazione delle api, evidenziando che, mentre il movimento “naturale”dei fiori non ha avuto effetto sulle api, il movimento d’aria riprodotto con dalle ventole le ha rese molto titubanti del decollare da un fiore, impiegando un tempo compreso tra 0,05 e 54 secondi prima di alzarsi in volo.
Georgia Hennessy, autrice principale di quest’importante ricerca pubblicata su Animal Behaviour, ha spiegato che una possibile ragione per cui il vento ha causato l’esitazione nelle api , è data dal fatto che piccoli aumenti della sua velocità riducono la temperatura corporea di questi insetti che necessitano di più tempo per riscaldare i muscoli di volo necessari a decollare.
Un’altra ragione potrebbe risiedere nel fatto che le api aspettano che il vento si plachi prima di volare. Fenomeno, questo, molto comune in natura, dato che le raffiche progressivamente diminuiscono.
In caso di estate particolarmente ventosa, le api possono, dunque, risentirne.
I cambiamenti climatici sempre più forti e la previsione di un aumento della velocità dei venti negli anni a venire, dovrebbero farci riflettere sulle modalità da adottare per aiutare gli impollinatori.
Un esempio che va in loro soccorso potrebbe essere la collocazione di alveari in luoghi riparati.
L’allarme della FAO e l’importanza delle api per il mondo
Lo scorso anno la FAO ha sottolineato come il declino della popolazione di api e degli altri insetti impollinatori rappresenti una grave minaccia alla sicurezza alimentare e alla nutrizione mondiale.
Anche Dave Goulson, professore di biologia presso l’Università del Sussex ha sottolineato come i venti sempre più potenti e frequenti per effetto del riscaldamento globale potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso per questi meravigliosi insetti che rendono un inestimabile servizio all’umanità.
L’importanza di api e altri insetti impollinatori è grandissima se si pensa che essi sono responsabili dell’impollinazione di 3/4 delle culture mondiali.
Un dato che deve farci riflettere, questo, specie in un mondo alle prese con la grande sfida di riuscire a nutrire la sua popolazione in continua crescita senza collassare.