Cosa si nasconde dentro i disinfettanti chimici che comunemente vengono utilizzati nelle nostre case?
A questa domanda hanno cercato di dare una risposta i ricercatori della Virginia Tech. La domanda, in realtà, loro se la sono posta per puro caso, quando hanno notato un calo di riproduttività in alcuni dei loro topi da laboratorio. Così, hanno deciso di comprendere se questo evento fosse direttamente collegato a una serie di disinfettanti, che i medici stessi utilizzavano per lavarsi le mani, prima di manipolare gli animali.
Le sostanze in questione sono composti di ammonio quaternario (QACs), disinfettanti antimicrobici comunemente utilizzati in ambito commerciale e domestico. Anche se questi prodotti chimici sono molto diffusi, gli scienziati non hanno mai pubblicato, almeno fino adesso, uno studio preciso sulla loro sicurezza o, al contrario, sulla loro tossicità.
Come abbiamo spiegato prima, le ricerche hanno avuto inizio quando Terry Hrubrec, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Patobiologia del Virginia Maryland, ha assistito assieme, al suo team, a un calo delle prestazioni riproduttive dei suoi topi. Perplesso, ha osservato che la diminuzione della performance riproduttiva degli animali coincideva con l’introduzione di un disinfettante contenente sia cloruro di ammonio benzilico dimetilico alchilico (ADBAC), che didecil-dimetil ammonio cloruro (DDAC), entrambi composti di ammonio quaternario.
Coppie di ratti esposti a queste sostanze per sei mesi hanno fatto registrare un allungamento dei tempi tra una gravidanza e un’altra, un minor numero di cuccioli, un minor numero di gravidanze e un più alto rischio di mortalità durante il parto. In sintesi, l’esposizione a miscele di QACs aveva compromesso in modo significativo la salute riproduttiva dei topi.
Queste sostanze, avrebbe affermato Hrubec, sono in giro da circa 50 anni. Sono generalmente considerate sicure, ma nessuno ha mai fatto una ricerca rigorosa in merito. Considerata soprattutto la diffusa esposizione umana ai composti, ottenuta attraverso l’uso di prodotti detergenti e disinfettanti.
I due composti analizzati fanno parte di una più ampia classe di sostanze chiamate “composti di ammonio quaternario”, che sono adoperate per le loro proprietà antimicrobiche, antistatiche e per la capacità di diminuire la tensione superficiale tra due liquidi o tra un liquido e una superficie solida. Si trovano nei detergenti comuni, nei disinfettanti, ma anche nei cosmetici per le mani o negli ammorbidenti.
Naturalmente, queste evidenze non presuppongono che siano tossici anche per l’uomo. Sarebbe opportuno a tal proposito fare ulteriori ricerche per fugare ogni dubbio.
Hrubec ha paragonato il lavoro del suo team di ricerca a quello effettuato sul bisfenolo A, comunemente noto come BPA. È stato nel 1998, che sono stati scoperti i primi effetti tossici del BPA, contenuto in biberon, dispositivi medici e dentistici, e rivestimenti per lattine per bevande.
L’esperto ha affermato che : “Se queste sostanze chimiche sono tossiche per gli esseri umani, potrebbero anche aver contribuito al declino della fertilità umana a cui si è assistito negli ultimi decenni, così come alla crescente necessità di tecnologie riproduttive assistite, come la fecondazione in vitro”.
Per Hrubec, potrebbe essere sufficiente anche uno studio epidemiologico che determini se le persone che hanno un alto tasso di esposizione a queste sostanze chimiche, come ad esempio gli operatori sanitari o chi fa le pulizie nei ristoranti, hanno maggiori difficoltà a mettere al mondo dei figli.
Esistono diversi modi per sostituire i disinfettanti chimici con altri naturali. L’aceto di vino, ad esempio, ha dimostrato di essere efficace, più di altri prodotti, nel distruggere i batteri della tubercolosi. Al link potete trovare alcuni suggerimenti su come sostituire i prodotti chimici con altri atossici e naturali: https://www.ambientebio.it/5-alternative-naturali-alla-candeggina/
(Foto in evidenza: sevacall; foto interna: brett jordan)