136 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi di cui otto quelle quelle inviate dal Ministero della Salute italiano. Quella più importante si rivolge ad un prodotto di eccellenza dell’agroalimentare italiano: il Grana Padano
Si tratta di prodotti distribuiti nel nostro Paese e oggetto di allerta. In particolare – come dice Il Fatto Alimentare – sono tre i casi più preoccupanti: la presenza di Lisozima non dichiarata nel Grana Padano italiano. La Lisozima è un enzima con funzione battericida di origine animale: si trova nella saliva, nel muco nasale, nello sperma, nelle lacrime, nel latte e nelle uova. Fondamentalmente questa sostanza protegge dalle infezioni ma se assunta in quantità elevate comporta effetti collaterali quali nausea, vomito e reazioni allergiche.
La risposta del consorzio Grana Padano
Il Consorzio Tutela Grana Padano ha tenuto però a rassicurare gli utenti replicando che “non è mai esistita in commercio alcuna confezione riportante la scritta e il logo Grana Padano in cui sia omessa l’evidenza della presenza del lisozima da uovo“, come leggiamo su Money.
Il Consorzio, pertanto, rassicura che non vi è “nessunissimo problema sanitario, che è sempre stato tutto correttamente indicato sulle etichette di Grana Padano“. Probabilmente, l’allarme ha riguardato prodotti importati e commercializzati in Italia come Grana Padano ma non autentici.
Allerte alimentari di fine giugno 2021
Altre allerte alimentari del periodo sono la presenza di sostanza non autorizzata (tetrametrina, che può essere irritante per mucose oculari, prime vie aeree e tratto digerente) in funghi porcini secchi dalla Bulgaria, con materia prima dalla Cina e infine la presenza di pesticidi in erba Brahmi in polvere Bio, proveniente dall’India.
Nella lista ci sono anche prodotti che non implicano un intervento urgente come la farina di riso da prodotto geneticamente modificato non autorizzata e di origine sconosciuta.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, segnaliamo:
- presenza non autorizzata di ogm in riso istantaneo con salsa alle cappesante e funghi shiitake dalla Cina
- migrazione di cromo da forchette in acciaio inox dalla Cina
- aflatossine in pistacchi senza guscio dall’Iran
- aflatossine in pistacchi in guscio dall’Iran
- etichettatura insufficiente (numero di lotto mancante) per arachidi dalla Cina
- mercurio in lombi di pesce spada (Xiphias gladius) scongelati e sottovuoto dalla Spagna
Insomma, la Cina si dimostra uno dei paesi più a rischio di importazione di prodotti, sebbene al momento è la potenza mondiale che detiene in mano il sistema logistico dei trasporti marittimo dei grandi container.
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