Muovendosi dall’aeroporto di Catania verso Sud, in direzione Siracusa, quasi nascosta tra due colline che svettano sul fiume Simeto, a 2 passi dal mare, si trova la discarica di Lentini, in cui viene riversata l’immondizia di 240 Comuni su 390.
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Il regno dell’imprenditore Antonello Leonardi
La discarica in questione è il regno di Antonello Leonardi, conosciuto come Nino, il re dei rifiuti, in carcere perché accusato di essere al vertice di un’associazione a delinquere, fatta di tangenti e smaltimento illecito di rifiuti.
Insieme a Leonardi è finito nei guai il fratello Salvatore e altre 7 persone, oltre all’apposizione di sigilli per un valore di 116 milioni di euro ad alcune società del gruppo imprenditoriale, tra le quali la Sicula Trasporti.
Nella discarica di Lentini sono finiti sacchetti ancora integri di rifiuti, rottami, copertoni e rifiuti ospedalieri, frigoriferi.
Le carte dell’inchiesta
Nelle carte dell’inchiesta, quasi 500 pagine di ordine di custodia cautelare, si parla di “cummigghiare”, ossia di coprire.
Coprire cosa? Tonnellate di rifiuti. Se pensiamo che questa discarica accoglie ogni giorno, in media, 2 mila tonnellate di spazzatura, il risultato finale sarebbe stato un guadagno illecito indeterminabile e un danno ambientale inquantificabile.
Le intercettazioni
L’imprenditore Leonardi, intercettato, ha rimandato la responsabilità alla Regione Sicilia e alla perenne fase emergenziale che vive l’isola. Ma la forza di questo sistema, con 500 autocompattatori al giorno, sarebbero le tante mazzette, utili a garantire controlli di comodo da parte di due funzionari pubblici “a busta paga”: Vincenzo Liuzzo e Salvatore Pecora, entrambi indagati.
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Lo sversamento del percolato in mare
Tra i presunti illeciti ci sarebbe lo sversamento di percolato in mare, risalente al 17 novembre 2018, quando Lentini venne colpita da un forte temporale.
Il percolato, un mix di acqua e rifiuti, sarebbe dovuto finire in silos di stoccaggio, mentre Leonardi, per accelerare i tempi, avrebbe utilizzato pompe per trasferire il liquido in un terreno confinante.
Secondo gli inquirenti, Leonardi non è vittima di estorsioni ma un vero e proprio elemosiniere che per ottenere protezione e benefici dal clan Nardo di Lentini, alleato della famiglia mafiosa di Cosa Nostra dei Santapaola-Ercolano, pagava pochi soldi, fino a 5 mila euro nei periodi estivi.