Come fare la differenziata in maniera virtuosa, creando lavoro e facendo risparmiare i cittadini: l’idea di un dispositivo ad hoc viene dal carcere di Bollate, da un detenuto brasiliano…
A volte bastano pochi gesti per dare un contributo positivo al nostro pianeta. Come fare la differenziata in casa, per esempio. C’è poi chi si mette in testa di cambiare tutto il sistema di gestione dei rifiuti, in modo da renderlo più efficiente.
È successo, per esempio, nel carcere milanese di Bollate. Tutto è partito dall’immane spreco di cibo che si verificava all’interno dell’istituto. A quanto pare, ogni mese venivano buttati via quattromila chili di pane.
Una situazione incresciosa, che ha spinto un giovane brasiliano ad avere un’idea davvero rivoluzionaria…
Come fare la differenziata: l’idea di Fernando
L’idea, per prima, è venuta a Fernando. Nato e vissuto alcuni anni in una favela, Fernando è brasiliano. Qui forse ha appreso il valore degli oggetti che troppo spesso vengono scartati. A partire dal cibo, ma non solo. Il dispositivo (uno speciale cassonetto smart) è in grado di tracciare i rifiuti: pesa le quantità prodotte, le registra grazie alla tecnologia e successivamente smista i diversi materiali selezionati.
Tutto è partito dal piccolo.
«Abbiamo iniziato raccogliendo dati: come la quantità di rifiuti prodotti giornalmente da un detenuto. Fernando tutte le mattine andava fra le celle a pesare la spazzatura con una bilancia da cucina. Potete immaginarvi quanto fosse amato…».
A raccontare la genesi del progetto è Matteo, un altro detenuto di Bollate, che fa parte del gruppo ambientalista “Keep the Planet Green”. Il progetto ha preso il nome di Riselda – dal nome della mamma di Fernando – e ha portato a un successo straordinario.
Dopo 18 mesi di lavoro, e la collaborazione di Amsa (la società che si occupa della gestione dei rifiuti a Milano) e Novamont (società che produce bioplastiche biodegradabili), la raccolta differenziata nel carcere milanese ha raggiunto il 91%. Anche se Amsa fa una stima più bassa, fermandosi all’80, si tratta comunque di un risultato straordinario: basti pensare che nel capoluogo lombardo si arriva al 54%. E si ferma al 47,6% se si fa la media di tutte le città italiane.
Leggi anche: Il decalogo della raccolta differenziata
Come fare la differenziata e creare lavoro
Il sistema messo a punto da Fernando e soci, “potrebbe dare in futuro la possibilità ai cittadini di risparmiare sulla Tari”, spiega Matteo. Già perché grazie al dispositivo si può pensare a un piano di incentivi per invogliare le persone a differenziare.
Proprio come è accaduto in carcere: i detenuti, infatti, ricevono dei ‘premi’ se eseguono correttamente la divisione dei rifiuti. Chi riesce a mantenere dei buoni risultati può ottenere una telefonata e un colloquio in più, ogni mese.
Non solo. L’invenzione ha già prodotto risultati in termini ‘economici’. Al punto che oggi sono in 40 a lavorarci: referenti, volontari e 16 detenuti. E si sta già pensando a progetti di espansione: l’idea è di diffondere il sistema prima in tutte le sezioni del carcere di Bollate, per poi trasferirlo anche agli altri istituti.
I detenuti ci insegneranno come fare la differenziata in maniera virtuosa e profittevole? Chissà. Per ora l’idea di Fernando è un successo. Ed è la dimostrazione che le buone idee in difesa dell’ambiente possono sbocciare ovunque.