La Sea Shepherd Conservation Society è un’organizzazione no-profit che si occupa della conservazione marina ed è registrata negli Stati Uniti.
I membri si autodefiniscono eco-pirati e navigano battendo bandiera nera (jolly roger), sotto la quale vengono intraprese campagne basate sulla Carta Internazionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Natura del 1982 (United Nations World Charter for Nature) e svariate altre leggi (vedi anche: Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa). Lo scopo di suddette campagne è la salvaguardia della fauna e degli ambienti marini.
Indice dei contenuti
- 1 Sea Shepherd interviene con azioni dirette per la protezione della fauna selvatica marina come foche, delfini e balene.
- 1.1 La Danimarca è una di queste parti e sarebbe un segno di civiltà rispettare gli accordi presi con le comunità internazionali. Inoltre anche la Corte dell’Aja si è pronunciata in merito all’uccisione di balene come abbiamo descritto nel nostro precedente articolo.
- 1.1.1 Quello che viene localmente denominato Grindadráp (o più semplicemente Grind) che significa “mattanza della balena”.
- 1.1.2 Non è un’attività commerciale, non è svolta a livello professionale. E’ la sagra di un popolo accecato da velleità identitarie, è un vero e proprio tradimento rituale.
- 1.1.3 Ogni grammo di carne di balena contiene due microgrammi di metil-mercurio, una sostanza estremamente tossica che danneggia la capacità di memoria e di linguaggio nonché i tempi di reazione.
- 1.1 La Danimarca è una di queste parti e sarebbe un segno di civiltà rispettare gli accordi presi con le comunità internazionali. Inoltre anche la Corte dell’Aja si è pronunciata in merito all’uccisione di balene come abbiamo descritto nel nostro precedente articolo.
Sea Shepherd interviene con azioni dirette per la protezione della fauna selvatica marina come foche, delfini e balene.
Queste includono operazioni di intelligence e documentazione, volte a denunciare alle autorità vigenti attività di bracconaggio, ed informare l’opinione pubblica sulle minacce alla biodiversità nei mari di tutto il mondo tramite campagne stampa.
Oltre che, a volte, l’affondamento di pescherecci impegnati in attività di pesca industriale mentre si trovavano ormeggiati in porto, il sabotaggio di navi anch’esse ormeggiate, lo speronamento della nave Sierra per la caccia alla balena nel porto di Lisbona, Portogallo, e la cattura, con conseguente distruzione, di reti da pesca alla deriva in pieno oceano.
Recentemente il programma televisivo “Le Iene ” ha puntato l’attenzione sulle mattanze che avvengono nelle isole Faroe che sono sotto la giurisdizione politica della Danimarca.
Assassinii dei cetacei mammiferi totalmente illegali perchè fuori legge secondo la convenzione di Berna del 1979 sulla Conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa. Leggendo gli articoli di questa carta infatti si evince che” la Convenzione pone particolare attenzione alla necessità di tutelare gli habitat naturali e le specie in via di estinzione, minacciate e vulnerabili, tra cui quelle migratorie.
Le Parti che hanno firmato la Convenzione di Berna si impegnano ad adottare tutte le misure idonee a garantire la conservazione degli habitat della flora e fauna.
Devono intervenire per promuovere politiche nazionali per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, prendere in considerazione la conservazione della flora e della fauna selvatiche nel loro territorio, sviluppare misure contro l’inquinamento, promuovere l’educazione e la diffusione di informazioni di carattere generale sulla necessità di conservare le specie di flora e fauna selvatiche e i loro habitat, promuovere e coordinare le ricerche correlate alle finalità della Convenzione”.
La Danimarca è una di queste parti e sarebbe un segno di civiltà rispettare gli accordi presi con le comunità internazionali. Inoltre anche la Corte dell’Aja si è pronunciata in merito all’uccisione di balene come abbiamo descritto nel nostro precedente articolo.
Purtroppo nel Mare del Nord si continuano a fare massacri di proporzioni colossali e di connotazioni macabre anche grazie a leggi speciali che le Isole Faroe si arrogano tirandosi così fuori dall’Europa): le balene pilota che passano presso l’arcipelago vengono uccise senza pietà dagli abitanti che invocano l’importanza delle tradizioni e dell’ autosussistenza alimentare.
Nell’ultimo anno sono stati 1605 i delfini pilota o globicefali uccisi quest’anno alle Isole Faroer, arcipelago fra la Scozia e l’Islanda, territorio autonomo della Danimarca (ma fuori dall’Unione europea per non essere soggetta ai regolamenti di pesca). Lo denuncia lo ong animalista Sea Shepherd, che da anni lotta contro le cruente cacce ai cetacei che si tengono tutte le estati nell’arcipelago, le “grindadrap”.
Quello che viene localmente denominato Grindadráp (o più semplicemente Grind) che significa “mattanza della balena”.
Le balene pilota, tornando dai tiepidi mari tropicali vanno pacificamente in cerca di cibo nei mari settentrionali spingendosi fino alle Svalbard e alla Groenlandia, sfortunatamente transitando nei dintorni delle Faroe.
Sono animali dalla socialità e dai legami familiari complessi, estremamente intelligenti ed emotivamente sviluppate; per questo motivo quando i boia dei mar del nord ne uccidono una le familiari non scappano ma cercando di aiutare il proprio caro vengono a loro volta massacrate.
Questa è la garanzia per gli isolani di poter ammazzare interi branchi, fino all’ultimo membro. Ultimo membro che prima di essere trucidato avrà sentito le grida dei propri congiunti e avrà respirato e bevuto il sangue dei propri amici.
Aspetti totalmente ignorati da coloro che le considerano come mere risorse o come oggetto alimentare di pratiche rituali abitudinarie. Non di certo come esseri viventi dotati di un’individualità unica ed irripetibile.
Non è un’attività commerciale, non è svolta a livello professionale. E’ la sagra di un popolo accecato da velleità identitarie, è un vero e proprio tradimento rituale.
Gli isolani si difendono sostenendo che la non è la principale minaccia alla sopravvivenza della specie e che sono in pericolo per le conseguenze di altre attività umane come l’inquinamento acquatico e il riscaldamento globale.
Ogni grammo di carne di balena contiene due microgrammi di metil-mercurio, una sostanza estremamente tossica che danneggia la capacità di memoria e di linguaggio nonché i tempi di reazione.
Se volete essere di supporto per Sea Shepherd o fare una piccola donazione a questa organizzazione di volontari, potete farlo attraverso il seguente link: https://www.seashepherdglobal.org/faroes/donate-now/sos-emergency-patrol-appeal.html#SeaShepherd