I chetoni sono un ingrediente che Geoff Woo, co-fondatore e ad della start-up HVMN di San Francisco che studia le prestazioni umane, ha definito il quarto macronutriente per l’uomo, aggiungendo, a Business Insider che non si tratta di un carboidrato né di una proteina ma che il corpo umano ne ricava energia.
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Ketone, la prima bibita a base di chetoni
Sfruttando una ricerca scientifica da 60 milioni di dollari, durata oltre 10 anni, attraverso una partnership esclusiva con l’Università di Oxford, HVMN ha lanciato il primo prodotto a base di chetoni della sua azienda: una bibita in bottiglia da 65 cl di estere di chetone, chiamata Ketone.
Parliamo di una bibita prenotabile, per il momento, a 33 dollari a bottiglia, che permette di migliorare le capacità atletiche ed ottenere una maggiore concentrazione.
A detta dei suoi ideatori, ingerendo direttamente chetoni, invece di morire di fame o provando la dieta chetogenica, si otterrebbe un super potere.
I risultati delle prime somministrazioni della bibita
In un piccolo studio, pubblicato ne luglio 2016 sul giornale Celle Metabolism, una prima versione della bibita ai chetoni della HVMN era stata somministrata ad un gruppo di ciclisti di alto livello, alcuni dei quali anche olimpionici.
Molti altri studi sui digiuni a intermittenza condotti su cellule, topi e scimmie, suggeriscono benefici anche maggiori, legati a queste diete (durata della vita più lunghi; minori rischi di tumori).
I risultati, dopo un’ora dal consumo di chetoni della HVMN, stando a quanto dice Woo, dicono che il livello di chetoni può essere simile a quello che si osserva dopo una settimana di digiuno e tale affermazione si basa su due piccoli studi pubblicati sulla rivista Frontiers in Physiology.
Una bottiglia di Ketone della HVMN fornisce 25 grammi di acido beta idrossibutirrico, una di quelle sostanze che il corpo produce durante un digiuno o un periodo di fame. Ma mentre non esistono studi di lungo periodo che spiegano cosa succede all’organismo che assume la nuova bevanda della HVMN, ne esistono molti sugli effetti della fame periodica sul corpo — soprattutto negli adulti sottoposti a diete basate su digiuni a intermittenza.
Il parere di 2 giornaliste che hanno testato Ketone
La giornalista Erin Brodwin riporta la sua esperienza circa Ketone. Quando ha ingerito la bibita, a ottobre, il suo livelli i chetoni era salito a 4,2 millimoli per litro, da 1,2.
Il livello di Melia Robinson, giornalista che si occupa di innovazione, è, invece, salito a 6,0, partendo da 0,6. In questo caso si tratta di un profondo stato chetogenico che si raggiunge, di solito, solo attraverso il digiuno.
Ovviamente 2 persone sole non possono permetterci di capire a sufficienza gli effetti della bibita e sono necessari molti studi su campioni più rappresentativi per affermare, con maggior certezza, gli effetti della bevanda sulle prestazioni e l’assenza, in essa, di controindicazioni.