Chernobyl? E’ la più popolare meta turistica dell’Ucraina e questo grazie ad una nuova moda che sta prendendo prepotentemente piede: quella del turismo oscuro.
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Chernobyl: quel che offre il turismo oscuro
Chernobyl, come una sorta di Pompei post-atomica, grazie al turismo oscuro, offre l’opportunità ai suoi turisti di acquistare gelati radioattivi, taniche da 19 dollari di “aria di Chernobyl” in modo da inalare l’odore indimenticabile delle strutture in cemento armato abbandonate, l’umidità degli scantinati, mescolate all’aroma di rose di Pripjat, all’epoca di quasi 50 mila abitanti, evacuati 36 ore dopo il disastro.
Parliamo di una città fantasma ora divorata dalla vegetazione, con tutti i suoi blocchi squadrati di appartamenti in stile sovietico, il parco divertimenti nel quale svetta la ruota panoramica che doveva essere inaugurata il 1 maggio 1986; il cimitero dei veicoli utilizzati dai vigili del fuoco e dalle forze armate durante l’emergenza, oggi altamente radioattivi e piegati dalla ruggine.
Un aumento esponenziale di visitatori per via del turismo oscuro
Il numero dei visitatori è cresciuto esponenzialmente nella regione, devastata nel 1986 dal peggior incidente nucleare della storia, proprio per via del turismo oscuro.
Le cifre sono salite alle stelle grazie alla miniserie tv della HBO e se ad ottobre 2018 si contavano 9083 visitatori nella zona (di esclusione di 1000 miglia quadrate attorno all’impianto istituito dalle forze sovietiche subito dopo il disastro nucleare), ad ottobre 2019 i turisti sono stati più di 17000.
La compagnia turistica Solo East ha registrato un aumento del 45% delle prenotazioni, sebbene il suo proprietario, Sergjii Ivanchuk non sia affatto soddisfatto di questo dato, rifiutandosi di modificare i suoi tour in quanto determinato a mostrare la reale esperienza di Chernobyl.
Tra vandalismo e insoliti souvenir, il turismo oscuro si espande a macchia d’olio
La preoccupazione principale di Ivanchuk è l’ascesa del vandalismo :ovunque si possono osservare graffiti con il membro maschile da protagonista e a raggiungere Chernobyl è stata persino la moda dei lucchetti dell’amore, come dichiarazione di sentimento autentico da attaccare proprio in una delle zone più contaminate del mondo.
Le compagnie turistiche incassano con insoliti souvenir, dai magneti per il frigo, alle magliette raffiguranti lupi radioattivi con gli occhi che si illuminano al buio.
Ma ancor peggio del vandalismo, è la mancanza di rispetto, rappresentato dalle visite alle sale di controllo dello stabilimento per rievocare l’orrore dell’imminente disastro, cosplay radioattivi grossolani, selfie ovunque.
Il successo della miniserie tv “Chernobyl” ha dato impulso al turismo oscuro
E’ bastato il successo della miniserie tv “Chernobyl”, prodotta da HBO, per ridare vita al mito della centrale nucleare sovietica esplosa, per una serie di errori umani e problemi tecnici di progettazione dell’impianto.
E’ stata proprio tale miniserie a dare impulso al turismo oscuro.
Le vittime della terribile esplosione
Al momento dell’esplosione morirono 31 persone seguite, nei giorni successivi, da altre centinaia tra operatori di centrale, vigili del fuoco, militari, civili esposti alle radiazioni.
Il bilancio finale, ancora incerto, oscilla tra le 9 mila vittime dichiarate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e le 115 mila vittime di uno studio bielorusso.
I rischi per i turisti
Gli organizzatori dei tour garantiscono la massima sicurezza.
Secondo le guide, nei sopralluoghi nel bunker, davanti al reattore 4 e nella città fantasma, tra un selfie e l’altro, i visitatori assorbono appena 2 microsievert di radiazioni all’ora.
Oltre a questo viene raccomandato di non toccar nulla, di non sedersi da nessuna parte, particolarmente a terra, di non bere, mangiare, fumare all’aperto, di non raccogliere e portare con sé alcun oggetto.
La serie HBO su Chernobyl
Dopo “Trono di Spade”, con “Chernobyl” la HBO è riuscita a rilanciare il turismo in una delle zone meno attrattive del pianeta.
La miniserie è stata definita “una caricatura della realtà” da fonti del Cremlino.
Intanto tra strutture pericolanti e aree a bassa radioattività, l’importante sembra essere attenersi al decalogo del turista post-atomico.
Perché definirlo turismo oscuro. L’importante è con quale sentimento si visita. Vogliamo definire turismo oscuro le visite ai campi di concentramento nazisti ? L’importante è imparare a non ripetere gli errori fatti in passato.
Quindi dico si alle visite per dire no al nucleare e al nazismo.