I calcoli renali sono delle piccole pietroline derivanti da depositi di sali minerali, in genere presenti nelle vie urinarie o nei reni. È un fenomeno che interessa circa il 10% della popolazione italiana e che è favorito dall’aumento della concentrazione di questi sali minerali e dalla diminuzione del liquido urinario.
I calcoli renali più comuni sono quelli formati dall’aggregazione di ossalato di calcio e fosfato di calcio. Conoscere qual è la composizione del calcolo e determinati parametri urinari è molto importante per evitarne la formazione.
Alimentazione corretta
Un’alimentazione corretta è il primo passo da compiere per la prevenzione dei calcoli renali, visto che la dieta è direttamente correlata alla composizione delle urine. Anche mantenersi correttamente idratati, bevendo il giusto quantitativo di acqua, è un elemento essenziale, dal quale non si può prescindere.
In generale, comunque, per i calcoli di ossalato di calcio si consiglia una dieta a basso contenuto di sale, proteine animali e zuccheri, limitando i cibi che, appunto, contengono ossalati. Tra questi ci sono spinaci, rabarbaro, nocciole, cioccolato, frutti di bosco. Quando assunti, questi alimenti dovrebbero essere “bilanciati” con una fonte di calcio che ne riduce l’assorbimento intestinale.
Calcoli da acido urico
Per i calcoli da acido urico, bisognerebbe impostare una dieta con un apporto calorico controllato e finalizzata a ridurre il quantitativo di purine. Potete approfondire l’argomento al link: https://www.ambientebio.it/come-abbassare-i-livelli-di-acido-urico-in-modo-naturale/
Calcoli di cistina
Per i calcoli di cistina, va bevuta molta acqua e impostata una dieta a basso contenuto di proteine animali, unita all’assunzione di citrato di potassio.
Come prevenire i calcoli renali
Per prevenire i calcoli, potrebbe tornare in nostro aiuto anche il consumo di succo di frutta, in particolare di frutti che contengono citrato, che riduce la formazione dei calcoli di ossalato di calcio.
In un interessante articolo comparso qualche tempo fa sul New York Times, si accennava al fatto che non tutti i succhi hanno lo stesso effetto sul nostro organismo e sulla prevenzione dei calcoli.
A tal proposito, si faceva riferimento a uno studio del 2006 finanziato dai National institutes of health statunitensi che ha confrontato gli effetti ottenuti dal bere limonata (succo di limone diluito in acqua) , rispetto a quelli prodotti dal succo d’arancia in pazienti con calcoli di calcio.
Gli esiti hanno portato a evidenziare come tre bicchieri (da 240 ml) di succo d’arancia al giorno, abbinati naturalmente a una dieta adeguata, fossero più efficaci della limonata nel far salire i livelli di citrato e ridurre l’acidità dell’urina.
I succhi di frutta e le controindicazioni
Nell’articolo si faceva riferimento anche al succo di mirtillo e di mela, sottolineando come possano far aumentare il rischio di ricomparsa dei calcoli di calcio. D’altra parte, però, il succo di mirtillo aiuta a prevenire le infezioni del tratto urinario ed è utile nel ridurre il rischio di struvite e di formazione di calcoli di brushite (fosfato calcico monobasico).
Il succo di pompelmo, invece, farebbe aumentare sempre il rischio. Stando a quanto affermato dal giornale, un ampio studio pubblicato negli Annals of Internal Medicine avrebbe rivelato che un bicchiere al giorno di succo di pompelmo aumenta il rischio di formazione dei calcoli del 44 per cento.
Il potere del limone
Per quanto riguarda il limone, Maria Rosa Caruso, nefrologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo, spiega al Corriere perché è così importante nella prevenzione dei calcoli: “Questo agrume contiene 42,9 grammi di citrato per chilo ed è l’agrume più ricco di questa sostanza. Ed è noto che il citrato previene la precipitazione del calcio nelle urine, alla base della formazione di calcoli di ossalato di calcio che rappresentano circa l’80% dei calcoli. Per evitare però che l’eccessiva acidità del citrato intacchi lo smalto dei denti suggeriamo di diluire il succo di limone in acqua e ne sconsigliamo l’uso a chi soffre di reflusso gastroesofageo perché potrebbe accentuare i bruciori gastrici“.
(Foto: Ariel Waldman)